Intervista a Tonino Zangardi

Dalla pioggia di Sandrine a Zodiaco:il cinema “sognante” del regista

A proposito di visionari e narratori di fantasie, la sua collaborazione con Terry Gilliam

di Pier Luigi Manieri

Dalla pioggia di Sandrine a Zodiaco:il cinema “sognante” del regista

Tonino Zangardi

Si definisce un regista sentimentale, e a giudicare da come si sviluppano e prendono forma i suoi progetti,e a quanta passione  riversa nell’affrontare le traversie produttive e distributive, bisogna credergli. Finalmente ,dopo averne parlato in privato in numerose occasioni, ecco Sandrine nella pioggia, noir romantico con la pluripremiata Sara Forestier, Adriano Giannini, Luca Lionello e l’amico di sempre, Alessandro Haber. Sempre garbato, con quell’aria di chi si trova lì un po’ per caso, Tonino Zangardi si racconta.

Partiamo dalla fine: Sandrine nella pioggia esce con 3 anni di ritardo:da cosa è dipeso questo ritardo?

Purtoppo il finanziatore ha avuto qualche difficoltà. Io ero inchiodato, non potevo muovermi. Il film è rimasto fermo in montaggio fino a cinque, sei  mesi fa, quando  la situazione s’è finalmente sbloccata. Ha infatti  ceduto il film alla mia società, la Atalante film. Da quel momento s’è innescata tutta la macchina per rimetterlo in circolazione. E’ iscritto come 2012, sta interessando molto.  Il film alla fine sta cominciando a prendere vita,dopo l’uscita al Cinema Aquila, dove è in questi giorni, lo distribuirò in tutta Italia.

Il film comincia come un poliziesco per poi virare verso atmosfere più rarefatte, sottolineate dalla pioggia incessante...

Si,comincia con una rapina in banca, e lo stesso protagonista, interpretato da Adriano Giannini è un poliziotto.  Poi vira verso una vera e propria storia d’amore.Io direi che è un film sulla passione, su quelli incontri che raramente si fanno nella vita. Un film sull’amore.

Sei un sentimentale.

Penso proprio di si. M’interessano le storie sui rapporti umani ,le storie d’amicizia e di sentimenti profondi. E poi penso che i film debbano raccontare i grandi sentimenti. E’ cos che intendo il mio cinema.

Beh questo è evidente nei tuoi film. Lo sguardo sulla società, che è la matrice del tuo cinema, di volta in volta declinato attraverso il film drammatico, la commedia surreale,qui lascia il campo ad un altro stilema che ti definisce: l’indagine sull’identità e sulle dinamiche dei sensi,...

Esatto! Ma l’amore si è stata una licenza,un film che ho fatto molto volentieri,non propriamente un film d’autore in quanto è un film su commissione, ma che sento comunque mio. E’ anche il film che al botteghino è andato meglio. Però sì, certi elementi ci sono sempre.Con Sandrine ho ripreso il filone di Prendimi e portami via, nel senso che ho riversato nel film le mie idee, lì si partiva da un discorso legato al sociale, in cui un quartiere  si confrontava con un campo rom, Sandrine è più visionario, legato al sogno, è un desiderio che prende corpo.

A proposito di visionari e narratori  di sogni, hai collaborato con Terry Gilliam al cortometraggio Wholy family, ci tratteggi un suo ritratto sia come cineasta che come uomo?

Oh! Credo che Gilliam sia insieme a Tim Burton un cineasta straordinario,loro sono due grandi sognatori che amano il cinema visionario,e che raccontano tutto ciò che nella vita reale è impossibile vedere, tutto ciò che appartiene al sogno. Sono, pur facendo tutte le distinzioni opportune, gli eredi di Fellini. Quando vedi un suo film anche se sai cosa stai andando a vedere  ti lascia sempre spiazzato.E’ un grande artista, umile, come sono tutti i grandi e un appassionato del suo mestiere. Dopo la carriera che ha avuto, dice che ancora sta imparando.

Dopo quest’esperienza siete rimasti in amicizia? Lo senti regolarmente?

Con lui si può dire che abbia stretto un rapporto amicizia. Mi piace che mi abbia scelto per riprendere il suo lavoro che ha girato a Napoli. Recentemente m’ha detto che ci tiene moltissimo a  vedere Sandrine.

Ecco, tornando a Sandrine nella pioggia,puoi descriverci questo personaggio e la sua interprete Sara Forestier e il perché della scelta?

Ben volentieri. Direi che Sandrine, sia quel genere di donna di cui ogni uomo potrebbe finire fatalmente coll’innamorarsi. Misteriosa, fragile, affascinante. Riguardo la Forestier, è destinata ad un futuro luminoso. Bella, tanto professionale eppure giovanissima, e tecnicamente dotata. Per lei parlano i premi prestigiosi che ha già vinto, come per es: il Cesar. L’ho scelta per tutte queste ragioni, in più, volevo un nome funzionale ad una distribuzione all’estero, E’ stato un orgoglio dirigerla.

Prima di salutarci, di cosa ti stai occupando ora?

Sto seguendo la distribuzione di Sandrine e sto scrivendo una sceneggiatura. Intanto su Rai Premium sta andando in onda Zodiaco 2, che sta risquotendo un largo consenso con ascolti sul milione e mezzo. Era partito su Rai 2 ma il calcio ha costretto la Rai a spostarlo su Rai Premium che è ormai a tutti gli effetti il canale delle fiction. Tutti i giorni mi arrivano un sacco di e-mail da parte degli spettatori piene di aprrezzamenti positivi. Bello,no? 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da emanuele carioti il 03/05/2012 01:08:20

    ottima intervista complimenti!!! emanuele carioti

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