Morire in gita

Le nonne di ieri e di oggi

Il caldo su La Calvana è veramente micidiale in certe ore del giorno: proprio quelle dell'escursione dei giovani parrocchiani

di  

Le nonne di ieri e di oggi

IL PICCOLO FRANCO

La stessa gita di fine anno scolastico, con i ragazzi della parrocchia ad arrampicarsi su per La Calvana, la montagna di oltre 800 metri sita al confine tra Prato e Firenze.

Questa volta, però, in prossimità del punto più alto, un giovane undicenne si è accasciato al suolo, svenendo.

Gli assistenti e le guide hanno immediatamente chiamato il 118, e pochi istanti dopo si è levato in volo l’elicottero di soccorso, ma i medici a bordo -non appena di fronte al ragazzo- non hanno potuto che accertarne l’arresto cardiaco e la susseguente morte.

Negli anni passati era nota, nella nostra società, l’idea –proveniente dagli USA- che per far crescere bene e in salute i nostri figli non dovevamo mai dirgli di no e non dovevamo sottoporli a limiti o regole.

Le madri e i padri che curavano l’educazione dei propri eredi, si scoprirono -forse per la prima volta- dei genitori permissivisti che soddisfacevano ogni richiesta dei figli cercando di non infliggere loro la minima delusione.

L’inaspettata ricchezza ereditata dagli anni ’60, con il boom economico, che dischiudeva al più smodato consumismo, limitò moltissimo, però, le risorse di tempo delle madri, che per far fronte all’austerity piombata improvvisamente su gran parte dell’Europa, dovettero partecipare al bilancio familiare trovandosi dei lavori e, di conseguenza, lasciando i propri pargoli agli asili, al nido, ai beneamati nonni.

 

Bene, tali progenitori, infischiandosene altamente dei consigli che piovevano fitti fitti dall’America, iniziarono, proseguendo poi nel tempo, a educare in maniera, direi, quasi pedagogica, i nipoti, donandogli l’amore infinito dei nonni e permeandoli di quell’antica saggezza che derivava dalla grande istruttiva esperienza.

Mia nonna, con la quale ho trascorso, gran parte della mia infanzia e adolescenza, non smetteva mai di ripetermi che in quel periodo ero una persona che stava crescendo, una persona che non è più…ma che non è ancora…

«Mimmo (bimbo), alla tu età e un si è né pesce né carne. Un tu sei più un bimbo ma neanche un omo, allora tu ti senti un po’ brancolare di qua e di là, come su una seggiola che un ti da sicurezza, che è mezza scollata».

Lei c’era sempre a infondermi fiducia e tranquillità, a consigliarmi e a instradarmi verso il meglio.

Mia nonna, come le altre nonne dei tempi che furono, non mi avrebbe mai mandato, avallata anche dai genitori, a fare un’escursione su una montagna, chiamata La Calvana proprio per la sua incipiente alopecia di alberi, a più di 800 metri di altezza tra brulli crinali e caldo asfissiante, talmente opprimente da procurare malori durante quell’insano percorso.

No, avrebbe intuito che c’era del pericolo, che era una gita mal organizzata sebbene ripetuta negli anni.

Il caldo, su quei promontori è veramente micidiale se non hai un’attrezzatura adeguata e se non sei allenato. ll ragazzino morto ieri, va ad aggiungersi ad una lunga lista di giovanissimi rimasti vittime di incidenti e tragedie durante periodi di vacanza o nel corso di gite scolastiche.

Questi, due tipici esempi di episodi significativi:

Madesimo, Sondrio, 1999. Tre giovani, Giulia Perlini di 13anni, Anna Ciocchetta di 12 e Martina Signorini sempre di 12, facevano parte di un gruppo di 43 scout tra gli 8 e i 13 anni. Il 7 agosto mentre dormivano in una tenda posizionata su palafitta, costruita dai ragazzi stessi sul torrente Val Febraro, furono investite da un’onda e travolte. 

In quel punto l'acqua era profonda non più di 50 centimetri ma una frana a monte aveva bloccato il regolare flusso del fiume e, quando la diga ha ceduto, l'acqua è scesa a valle e ha sradicato la palafitta uccidendo le ragazze.

Ventotene, LT, 2010: l’ escursione di una scuola media di Roma nell'isola pontina si trasforma in immane sciagura: dal costone di tufo, si stacca un pezzo di roccia e piomba sulla spiaggia da un'altezza di circa sei-sette metri. Il masso investe due ragazze di 14 anni, Francesca Colonnello e Sara Panuccio, che muoiono pochi attimi dopo. Nell'incidente altri due studenti rimangono feriti.

Per non parlare, poi, di Firenze, nel 2002 presso villa Demidoff;  Augusta,SR, 1982, dopo visita al teatro greco di Palazzolo Acreide; Torino, 2006, Termoli 2003 dove in una gita muore il prete che li accompagnava per salvare dei ragazzi che rischiavano di annegare.

 

A questa età non si può e non si deve morire, in quanto l’ adolescenza è la vita presa con entusiasmo, con semplicità, dove non si è mai tristi, dove si sorride quasi sempre, e dove, il minorenne trasmette a chi l’avvicina una sorta di energia positiva, dove certune volte si dimostra superficiale e sprezzante del pericolo.

Infatti la percezione del rischio nell’adolescente è diversa da ogni tipo di età. E’ un periodo in cui si è esposti a azzardi di ogni tipo, interni ed esterni, forse a causa della propria inesperienza della vita.

Perché, dunque, vista questa impreparazione e questa non conoscenza, da parte di questi giovani virgulti, ci si avventura in situazioni imprudenti e aleatorie allo stesso tempo?

Perché le nonne di oggi non rappresentano più quella certezza e quella sicurezza a cui attingevamo, a piene mani, noi giovani di allora?

A 11-12 anni, non si può essere maturi per visualizzare l’oscura ombra del pericolo incombente.

Secoli fa gli antichi mettevano in guardia contro gli esseri malvagi che erano maestri d’idee cattive e tramavano di fare il male. (Bibbia, PROVERBI 24:8).

Il profeta Geremia li definì “uomini malvagi”, le cui case erano “piene d’inganno”. Agendo come uccellatori, costoro tendevano ‘rovinose trappole’ per catturare uomini e ‘guadagnare ricchezze’. ( GEREMIA 5:26,27).

In quest’era moderna, soprattutto grazie alla tecnologia, gli odierni “uomini malvagi” hanno a disposizione trappole molto più raffinate e insidiose, pertanto, non favoriamoli anche con la stupidità e il pressapochismo di chi non si cura dei possibili problemi che una gita può causare se fatta in luoghi e condizioni climatiche altamente a rischio.

Ritorniamo alla saggezza dei nostri amatissimi nonni. 

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    8 commenti per questo articolo

  • Inserito da beatrice il 28/06/2012 09:54:20

    La "pedagogia permissivista" ha fatto molti danni, anche se in questo caso penso c'entri poco. Bisognerebbe avere sempre un sano spirito critico, di fronte a teorie che alla lunga possono creare effetti negativi. Comunque, qui si entra in un discorso che si discosta da quello centrale. Il ragazzo, se non ho capito male, non era solo ma in compagnia di adulti, quindi non si può imputare la tragedia al fatto di avergli lasciato una libertà che non era in grado di gestire. Semmai, il problema è derivato da una cattiva organizzazione di una gita che poteva dimostrarsi pericolosa pure per soggetti adulti, tanto più per il fisico di un ragazzino. Forse ciò deriva da una sottovalutazione dei pericoli e da una maqgiore difficoltà nel rapporto con la natura, che diventa sempre più una sconosciuta. Hai ragione però, nel dire che i nonni sono stati una grande risorsa, i saggi consigli, il tempo senza fretta. Peccato che oggi si sia tutti troppo concentrati su se stessi, avari di tempo da dedicare al prossimo, e anche ai veri piaceri della vita. Che spesso sono quelli più semplici, come il dolce sapore della torta della nonna.

  • Inserito da Prota il 27/06/2012 17:42:21

    non sono d'accordo su questo articolo, non sono d'accordo alla vita anni 60 (in quanto io partecipe e vissuta dal vivo) non sono d'accordo su tutto ciò che ho letto. Ci sarebbe da parlare, da discutere, da rivedere tantissime cose ke riguardano purtroppo i nostri tempi e la difficoltà che si stà avendo nel crescere bene e sani i nostri figli. Il mio secondo figlio ha proprio l'età di questo ragazzo che aimè......io preferirei non commentare, non parlare o almeno in pubblico.......ti chiedo quindi per favore di chiudere tale argomento almeno con me. Grazie, con rispetto

  • Inserito da sau il 27/06/2012 14:52:18

    Che sesnisbilità, sei mica gay? SOlo noi donne o i gay hanno tale leggerezza

  • Inserito da Angela Passera il 27/06/2012 13:35:24

    Questo pezzo è bellissimo, l argomento tristissimo. Se ad ogni strage del sabato sera perdevamo figli, figli anche di tutti noi, famiglie che non si sarebbero mai formate, figli e nipoti mai nati , tremavo di dolore, per ogni bimbo che muore stupidamente al dolore si aggiunge la rabbia dell incoscienza. Viva le nonne sempre e viva le mamme ,quelle di una volta che ti chiedono se hai mangiato , dormito se sei stanco e cosa possono fare per te. La mia di mamma è ancora così e se spesso mi assilla con i suoi consigli e le sue raccomandazioni, nemmeno per attimo dimentica di essere madre e nonna ,La vita oggi demanda ad altri le cure dei figli ,spesso a chi non ha figli, che si misurano con se stessi e non con giovani virgulti che hanno ancora bisogno di un tutore, e che devono muoversi , ora , per il proprio bene futuro entro un ring , con confini morbidi , ma pur sempre confini. La vita è diventata troppo giovane , forse , per i genitori che dicono ai figli , noi andiamo a ... tu che fai ?. NON SI PUò CONTINUARE SEMPRE A VIVERE DA FIGLI DIMENTICANDO DI AVER SCELTO DI ESSERE GENITORI, basterebbe ricordari i nonni.i

  • Inserito da annalisa il 27/06/2012 13:24:24

    Articolo straordinario, che bastona in modo dolce e deciso. Sei bravo e dalla foto dell'editoriale anche bello. Mi assumete?

  • Inserito da pat il 27/06/2012 13:17:43

    le nonne ... preziose...insostituibili...ricordi dolcissimi della nostra infanzia...

  • Inserito da mavik il 27/06/2012 13:15:15

    Straziante racconto, concordo in tutto

  • Inserito da Loredana il 27/06/2012 13:03:39

    ...forse dovrebbero ritornarvi anche gli adulti di oggi. Una gita all'aperto può essere molto piacevole e istruttiva. Se fatta tenendo conto che la Natura intorno non è una ricostruzione al pc, o una riproduzione in un diorama. Perché quei ragazzini sono stati portati ad arrampicarsi al caldo, in una situazione molto pericolosa anche per gente addestrata? Posso capire un'esercitazione militare, per abituare a condizioni estreme. Ma questo ragazzino? Ho letto che dev'essere stato lasciato anche senz'acqua, ma spero di sbagliarmi. Dov'erano gli adulti, NON solo in quel momento, ma al momento dell'organizzazione della gita?

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