Itaca: forum dei lettori

Per non farla finita con la destra recuperiamo il nostro DNA

Ridefinire il progetto politico, spenderlo con intelligenza ricreare la classe dirigente

di Dario Vermi

Per non farla finita con la destra recuperiamo il nostro DNA

Cara Simonetta, cara "Totalità"

vi scrivo per la prima volta – dopo avervi letto sin dall’inizio di questa vostra apparentemente folle impresa - e per aver partecipato all’incontro di  Valledacqua  ascoltando in silenzio tutti gli interventi senza pregiudizi e senza  le illusioni che uno nato nel ’37 non deve permettersi di coltivare.

Mio padre – classe 1895 – chiamato alla leva in anticipo per il terremoto di Avezzano e congedato nel ’19 ha vissuto le sua vita ritenendo quegli anni i suoi migliori con il convincimento e l’orgoglio di aver chiusa la pagina del Risorgimento.

Gli scettici e gli intelligentissimi sorrideranno di questa ‘retorica’. Non importa, a me resta solo il rimpianto di non aver potuto portare papà, come desiderava tanto, sui luoghi della sua giovinezza e della sua vittoria prima che se ne andasse.

Devo le mie scelte politiche, più che all’aria di famiglia, ad un foglio di quattro paginette, ‘Il Nazionale’ di Ezio Maria Gray, esposto da un giornalaio milanese coraggioso  e comprato per curiosità la prima volta assieme a quello che avevo scelto come mio primo periodico di riferimento, certamente non fascista.

Il resto è la storia di  tanti di noi, giorno dopo giorno a partire dai primissimi anni ‘60 nell’MSI prima,  in Alleanza Nazionale poi con qualche rischio e, credo, senza vergogna. Una storia che per me ha significato continuare il percorso di mio padre, consapevole che il mutato quadro geopolitico esigeva  il nascere di una forza politica nazionale che si ponesse chiaramente a destra.

Risparmiando una serie di interrogativi, giustificazioni, rampogne ampiamente già rappresentate dai molti intervenuti la domanda è e resta: cosa fare oggi dopo l’abortito matrimonio nel PDL e stante le ostentate ripulse della sposa forzista ??

Riprendere, io credo, il nostro dna di Destra , ridefinirne il  progetto politico, spenderlo in maniera intelligente assieme a chi vorrà starci a fianco – senza complessi d’inferiorità né  riconoscenze indebite, consapevoli che si può stare con forza, intelligenza e profitto anche all’opposizione. Nel nome di una modernità che sappia avvalersi della Tradizione e non addormentarsi in essa.

Ricreando quella classe dirigente che è venuta meno o che non abbiamo saputo promuovere e di cui –a tutti i livelli -  la nostra Italia  avverte oggi la drammatica mancanza.

Lo so bene: servono, assieme, mille altre cose. Le risorse economiche, il colloquio e l’incontro con le rappresentanze sociali, i contatti con le istituzioni e così via.

Ma che cosa è, tutto questo, se non la politica e, sperabilmente, la  politica della destra che tutti noi abbiamo pensato?? E chi, se non noi, per tutto quello che abbiamo detto e sappiamo, la può pensare, proporre  e mettere in atto ??

Tutto il resto mi sembra, per davvero, la solita eterna lagna di chi  vuole crogiolarsi per sempre nel romantico inganno del cinismo e nelle belle lettere del disimpegno.

Itaca sì, dunque, per continuare il folle volo e  "Non farla finita con la Destra"


 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Samanta Segatori il 24/07/2012 08:35:15

    Caro Dario, le emozioni vissute insieme quel giorno non possono essere dimenticate, la sensazione ormai quasi sconosciuta di essere a casa, di capirsi, di credere ancora in un progetto, in un'idea nonostante tutto... Generazioni diverse a confronto ma con una stessa convinzione, quella di poter cercare oggi, con il medesimo entusiasmo degli anni ormai andati quella Bella destra di cui ci sentiamo figli. Nessun atteggiamento nostalgico ma la certezza di non poter più accettare lo scempio politico al quale assistiamo ormai da troppo tempo... Io voglio credere che quel folle volo possa ancora essere alla nostra portata. E voi?

  • Inserito da Giovanni GRAZIANO il 24/07/2012 06:56:11

    Concordo pienamente con la lettura lucidamente offertaci da Dario che non fa altro che riprendere i sentimenti e gli auspici di un intero popolo che, forte di una storia e di un'identità, non può oggi che vivere con smarrimento l'evolversi della situazione politica in generale e del centro destra in particolare. Un popolo che guarda con favore il "ritorno ad Itaca" e che segue speranzoso l'idea sapientemente rilanciata da Marcello Veneziani auspicando che venga raccolta da chi oggi pare non abbia più la forza ed il coraggio di assumere una posizione chiara ed inequivocabile. Sposo il "Ritorno ad Itaca" e condivido Dario perché dalle ultime uscite di Berlusconi avverto un invito a varcare la soglia in direzione uscita, mi sento messo alla porta. Nel momento in cui annuncia la ridiscesa in campo, ed in barba a tutte le determinazioni assunte dagli organi statutari del PDL, di fatto mette una pietra tombale sul partito che ora sappiamo non avrà più un futuro così come, riportando in auge lo spirito originario di Forza Italia, lancia un messaggio chiaro soprattutto alla parte destra del PDL che non ha mai nascosto di considerare una zavorra suppur necessaria. Con tutto ciò fa il paio l'annunciata volontà di svecchiare il partito, che di per se è condivisibile, e che vuol dire mettere in dubbio la rendita di posizione degli ex colonnelli di Alleanza Nazionale. Io mi chiedo, un intero popolo si chiede, che aspettiamo? Che aspettiamo a recuperare la nostra identità a riprenderci la nostra storia e le nostre tradizioni, a tornare a sognare vivendo dei nostri valori e professando le nostre idee? In ultima analisi potremo anche sostenere Berlusconi nel suo sesto tentativo valutandola come la migliore delle ipotesi in campo, ma, per dirlo con le parole di Giorgia Meloni, una cosa è farlo da alleati altra è farlo da sudditi. Da alleati è diverso perché ci consente di guardare anche oltre Berlusconi e di sopravvivere a lui... Giovanni Graziano

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