GERICO, di Gabriele Aconcia

Gerico, il gentildiavolo di Gabriele Acconcia

Il nome che da il titolo al libro è per l’appunto un demone giustiziere, che riceve l’ordine dai suoi superiori di uccidere una ragazza

di Domenico Del Nero

Gerico, il gentildiavolo di Gabriele Acconcia

La copertina del libro

«Son luce ed ombra; angelica
Farfalla o verme immondo,
Sono un caduto chèrubo
Dannato a errar sul mondo,
O un demone che sale,
Affaticando l’ale,
Verso un lontano ciel»
.

(Arrigo Boito, Dualismo )


Il demone redento che s’india; questa figura di Dualismo,  lirica manifesto della Scapigliatura e uno dei capolavori di Arrigo Boito, potrebbe rappresentare benissimo il protagonista del romanzo  Gerico,  esordio del ventenne fiorentino Gabriele Acconcia (Sassoscritto Editore) . Appassionato di occulto e di mistero, amante del gotico e dell’ horror d’annata alla Dracula di Stoker, senza però disdegnare il fumetto, Acconcia si caccia con piglio e entusiasmo tutto giovanile nel mondo e nell’immaginario del soprannaturale per evocare dai peggiori incubi della fantasia umana una storia decisamente originale. Non tanto nell’idea del “buon diavolo” che affonda le sue radici negli strati della cultura gnostica e manichea di cui il anche il Sommo Scapigliato era imbevuto, quanto nella sceneggiatura quasi “cinematografica” della vicenda e nel modo a tratti un po’ ingenuo ma mai comunque pasticciato con cui l’autore si muove ….  nell’aldilà, con fantasmi e creature che dovrebbero essere puramente spirituali che si scannano in modo … diabolico e con morti che muoiono per la seconda (o terza, chi lo sa) volta.

Gerico è per l’appunto un demone giustiziere, che riceve l’ordine dai suoi superiori di uccidere una ragazza, Erica. Ma di solito il suo compito e motivato è deve uccidere esseri ignobili che si sono macchiati di crimini vergognosi ;  nessuno però gli dice perché debba farlo nei confronti di una ragazza dolce e innocente. Ed ecco che allora “scatta” la redenzione, che però è mossa da una forza antica quanto il mondo e assai più umana che soprannaturale:  l’amore.  Se inizialmente Gerico sembra spinto a impegnarsi mosso da un desiderio di giustizia,  lo svolgersi della vicenda, articolata in capitoli brevi e efficaci, che invogliano sempre il lettore a girar pagina in misto di suspense  e divertita curiosità, non lascia dubbi sulla maturazione di questo diavolo –gentiluomo; pronto non solo a combattere contro tutto e tutti, fossero pure Lucifero e il Padreterno, per una giusta causa, ma anche a ascoltare la voce di un cuore che evidentemente tanto nero non è.  Potrebbe sembrare niente più e niente meno di un misto fra Fantasy e Horror, con un po’ di cappa e spada (rigorosamente sovrannaturali) angeli e demoni che si scontrano ma stringono anche curiose alleanze e a volte non sono neppure ciò che sembrano; insomma un libro da spiaggia da prendere com’è senza porsi sopra troppe domande. Ma a parte il fatto che già scrivere un buon romanzo d’evasione, senza indulgere al pruriginoso o al pecoreccio (altro grande merito di questo libro) non è poi così facile, nel libro di questo giovane esordiente c’è anche altro. Il desiderio anzitutto, di tracciare un percorso di formazione, restituendo all’amore quello che tanta letteratura anche blasonata gli ha tolto: una dimensione spirituale, che vada oltre non solo l’aspetto sessuale ma anche quello sdolcinato e grondante asfittica melassa.  Anzi, proprio grazie all’amore Gerico riesce a comprendere il mistero stesso della sua vita e della vita dell’universo. L’autore poi proietta in questa vicenda quelli che sono  gli eterni conflitti dell’uomo, primo fra tutti quello che Bene e Male che non sempre (anzi, raramente) sono chiaramente distinguibili ma restano comunque incompatibili: si può anche a volte passare dall’uno all’altro ma arriva il momento in cui una scelta definitiva e totale deve essere fatta.  I personaggi, per quanto …. sovrannaturali, sono quasi sempre ben costruiti e efficaci; a partire dal protagonista sino al suo amico e alleato arcangelo Ituriele, per arrivare all’antagonista per eccellenza, il malvagio Riot; ma anche il mefitico Rachel, che potrebbe ricordare  il Vermilinguo del Signore degli Anelli, consigliere della regina di un Limbo che ricorda molto più la terra di Mordor che non il confino degli spiriti magni che non conobbero Dio.

Un buon esordio dunque che, aldilà di ingenuità o incongruenze che rendono tra l’altro il libro ancora più “credibile” e genuino, lascia intravedere nel giovane Acconcia uno scrittore che potrebbe piacevolmente (o …. diabolicamente) stupire.

Gabriele Acconcia, Gerico, Firenze, Sassoscritto editore, 2012, pp. 179, € 13,00

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 26/07/2012 11:24:37

    ...mi ha convinto. Il titolo mi ha solleticato già da subito, con i suoi riferimenti all'archeologica e biblica Gerico e le sue mura crollate al suono delle trombe angeliche. Il fatto che poi fosse collegato ad un demone giustiziere, che comincia a farsi domande sul perché debba prendersela con un innocente, dopo un'"onorata carriera" di "risolutore" di malvagi, mi ha definitivamente catturato. Ora sono curiosa dell'evolversi di questa trama ricca di scontri tra angeli e demoni, e su come l'autore ha affrontato la questione intreccio bene-male, luce-ombra che da sempre caratterizza gli esseri umani. Sono anche curiosa sull'interpretazione data al ruolo dell'amore, parola e tema abusatissime nella nostra vita di umani. Cos'è l'amore? Tutto e niente. Aggiungo questo titolo alla mia lista di libri di Penelope (nel senso che, come la sua famosa tela, non finisce mai), e vado a procurarmelo. Grazie!

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