Editoriale

Caso Alfano-Lumia: siamo governati da irresponsabili

La figlia di una vittima di mafia e un senatore minacciato di morte da Provenzano se ne vanno per mafiosi in carcere a chieder pentimenti

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

entre i giochi olimpici ci dimostrano quotidianamente che l’Europa dell’euro non esiste, mentre esiste l’America del dollaro che giustamente raccoglie allori.

Mentre i nostri atleti meno noti ma più sportivi ci fanno guadagnare qualche medaglia, rinfocolando un po’ il bistrattato amor di patria (è difficile amare una madre impazzita che cerca di ucciderti ogni giorno con i mezzi più disparati).

Mentre il governo Monti, che tutti criticano ma tutti sostengono e votano in nome di non si sa cosa (ovvero lo sappiamo, in nome di una stabilità che cerchi di guadagnare la fiducia dei mercati che però non ce la danno, anzi) ci prepara una stangata dietro l’altra senza ovviamente riuscire a far ripartire il cosiddetto sistema–paese (come togliere le protesi a Pistorius, intimargli di gareggiare e stupirsi se non si muove dai blocchi)

Mentre si apre il periodo più vacanziero dell’anno per quanto a ranghi e tempi ridotti.

Mentre ancora infuria la polemica sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, che ancora nessuno ha capito se ci sia stata e semmai come abbia funzionato.

Metre accade tutto questo e altro ancora, si viene a sapere che due parlamentari, Sonia Alfano (europarlamentare Idv) e Giuseppe Lumia (Pd) fanno il tour delle italiche carceri per convertire i mafiosi!

Se non fosse tragico sarebbe comico, vi ricordate il film Ricomincio da tre dove un querimonioso Savonarola intimava a Troisi: Ricordati che devi morire, e il comico napoletano alla terza intimazione rispondeva, mo’ me lo scrivo…?

Nella migliore delle ipotesi il mafioso in cella deve aver risposto tra sé e sé come Troisi, poi di fronte ai due blasonati visitatori parlamentari, avrà fatto la faccia contrita, l’aria meditabonda, per poi chiedere, come ha fatto Provenzano, protezione per i propri figli.

Questo quanto sappiamo, ma poi subentra il sospetto che le richieste possano essere state altre e che sia stata avviata una trattativa (questa sì fra Stato e Mafia, visto che i due in quanto parlamentari rappresentato rispettivamente lo Stato Italiano e la comunità europea) per ottenere qualcosa in cambio di informazioni in forma di pentimento.

Intendiamoci c’è una legge dello Stato che prevede uno scambio in caso di pentimento, fu inaugurata con i terroristi e in parte viene applicata ai mafiosi, però sono deputati a trattare la faccenda i magistrati e non i politici, questo è esattamente uno di quei casi in cui la divisione fra potere legislativo e giudiziario marca le motivazioni della separazione, della reciproca autonomia.

Oltretutto l’europarlamentare Sonia Alfano è figlia del giornalista ucciso dalla mafia, Beppe Alfano. Questo, se fa di lei una politica particolarmente sensibile ai temi della violenza di mafia, (ha anche fondato l’associazione vittime di mafia) la rende pericolosamente coinvolta, e ovviamente meno lucida nel trattare con siffatti detenuti.

Il senatore Beppe Lumia, dal canto suo, pare sia stato oggetto di un progettato e mai realizzato attentato organizzato contro di lui da Bernardo Provenzano, e nel 2005 fu accusato da un pentito di mafia di aver ricattato il sindaco di Bagheria.

Ci si chiede come viene in mente a Alfano e Lumia, di sfruttare il loro diritto di parlamentari di far visita ai carcerati per verificare le condizioni di detenzione, per avviare con i mafiosi un dialogo sui massimi sistemi del pentitismo e per esortarli a pentirsi?

Passi se il Papa va a trovare il suo attentatore in carcere e gli concede il perdono dopo un lungo colloquio (Giovanni Paolo II con Alì Agca), si tratta del Papa che infondo fa il suo mestiere di religioso che conforta e magari esorta al pentimento il peccatore detenuto.

Passi per le dame di San Vincenzo che portano le arance e magari raccolgono gli sfoghi e i sospiri dei detenuti e capita loro di esortarli a pentirsi, a liberarsi la coscienza a confessare quel che ancora non hanno detto.

Passi ancora che stessa cosa facciano suore e cappellani vari che mettono in pratica uno dei precetti di carità che è visitare i carcerati.

Ma quei due parlamentari, che hanno troppi conflitti di interessi con la mafia e i mafiosi, che hanno tutti i motivi legittimi e sacrosanti per nutrire sentimenti non caritatevoli nei confronti di chi gli ha ucciso il padre o di chi ha minacciato in varie modi, cosa diamine sono andati a fare in carcere da Provenzano e da altri intavolando una sorta di trattativa per ottenerne il pentimento?

È mai possibile che in questo paese nessuno stia mai al suo posto? È mai possibile che in questo paese nessuno rispetti le leggi, le regole, o anche solo il proprio ruolo? Neppure quelli che le fanno!

Quando poi si scopre la gaffe, chiamiamola così dei due improvvidi parlamentari, ecco che si scatena la bagarre fra accusatori e difensori dei medesimi come se la regola per cui il parlamentare può far visita ad un detenuto solo per verificare le condizioni di detenzione del medesimo, potesse essere considerata un optional tranquillamente ignorabile, e addirittura tale da essere una sorta di pretesto per farsi due chiacchiere con chi è dietro le sbarre.

Ma c’è di peggio, ora i due parlamentari strillano contro il Corriere, che ha scoperto la faccenda e l’ha scritta, dicendo che in questo modo le loro vite sono a rischio perché la mafia che non vuole pentimenti dietro le sbarre ora vorrà farli fuori!

Sembra di essere in una sorta di commedia dell’assurdo, dove l’unica a mantenere uno scampolo di razionalità è stata il ministro Severino che ha mandato una circolare a tutte le carceri invitando i direttori rafforzare la sorveglianza sui colloqui dei carcerati con gli esterni di qualunque genere, affinchè non trattino della vicenda giudiziaria del detenuto stesso!

Questo paese va così, in mano ad irresponsabili che si comportano peggio dei bambini.

Peccato che ora non ce lo possiamo più permettere!

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 10/08/2012 15:06:47

    ...non solo irresponsabili, ma anche da comici dell'assurdo. Brecht ne sarebbe orgoglioso. L'intera vicenda non ha molto senso, e di utilità ne vedo ancora meno. Qualche volta mi viene il sospetto che il "pentimento" non sia altro che un'arma di negoziazione per ottenere qualcosa, e basta. Questo mi fa venire in mente una battuta di parecchio tempo fa di Renzo Montagnani: "qui in Italia abbiamo tra i Ministri Signorile, Storti e Craxi. Ma uno buono non ci capita mai??" Sinceramente, ho paura della risposta.

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