Editoriale

Gli apprendisti stregoni e il golem BerluMonti

Investire il futuro nell'attuale premier significa condannare gli italiani alla irrilevanza anche se poveri, affamati, disperati, suicidi

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

ltro che Frankenstein, sia  in versione seria che in quella godibilissima di Mel Brooks; nella politica italiana la realtà supera sempre la fantascienza, ma soprattutto l’horror.  Ve lo immaginate un governo che vede schierati insieme La Russa, Cicchitto, La Fornero e magari pure la Carfagna con contorno di …. Passera? E perché no, con casini, fini e buttiglione nelle vesti di un novello trio Lescano a far da pitonesse, ancheggianti un po’ a sinistra un po’ al centro? (a destra no, ovviamente; soprattutto fini non lo permetterebbe mai! L'uso delle minuscole è voluto, riflette la statura politica dei personaggi!)  

Eppure, le più inquietanti  ipotesi fantascientifiche potrebbero avverarsi nel peggiore degli incubi. Se davvero le elezioni si dovessero tenere in febbraio cadrebbero giusto appunto tra carnevale e quaresima: perfetta sintesi tra una grottesca pagliacciata e quello che aspetta gli italiani nei prossimi anni.

Ma a leggere certi commenti e considerazione, viene il dubbio che molti di loro se lo meritino ampiamente.  Come leggere nel fronte dei cosiddetti “moderati” una sorta di sospiro di sollievo all’idea della  “sclerogamia” (considerando che fra tutti e due fanno una discreta concorrenza a Matusalemme e Melchisedecco) tra  Silvio il giulivo e Mario il funereo? Ancora una volta, l’obiettivo è raggiunto: bloccare i Komunisti nella loro nuova edizione Bersanov – Vendolaievich. Questo è ciò che importa, il resto sono solo insignificanti dettagli.

Ovvio che nessuno che abbia qualche residuato bellico di buonsenso si augura una vittoria di questa coppia, “nuovo” ambo  della sinistra italiana (per tacer del contorno)  che altro non sarebbe se non una pessima replica di quanto di peggio  già visto in passato. Ma non tanto per pericoli “komunisti” o simili ridicolaggini, quanto per il semplice motivo che i risultati e i danni sarebbero forse più o meno gli stessi di quello che potrebbe fare un nuovo supermario perlopiù aureolato, questa volta, da una sorta di legittimazione popolare (per quanto spuria, perché si tratta pur sempre di una cariatide vitalizia, alias senatore a vita) e non da un ukase dell’inquilino del Quirinale, ieri fedele zelatore della mummia di Lenin e oggi di quelle sicuramente più auree di Bruxelles e dintorni.  Monti stesso ha del resto dichiarato che è necessario cedere una parte di sovranità nazionale all’Europa e anche al duo paleo progressista Nicki – Pierluigi non resterebbe altra strada che quella di Bruxelles; se a questo poi si unisce la tradizione statalista, burocratica e …. Vampiresca  che da sempre caratterizza buona parte della sinistra nostrana,  ecco che il gioco è fatto.

Rimane da chiedersi  per quale motivo, dopo che il PDL aveva tolto la fiducia al governo provocandone se non la crisi perlomeno un deciso scricchiolio, proprio da tanti di quell’area, compreso il gran capo, sia stato rilanciato  quello che, a logica (se in politica ne esistesse ancora una) avrebbe dovuto essere il primo principale responsabile delle ultime italiche disgrazie, ossia il nostro premier attualmente regnante, per volontà di Bruxelles e grazia di Napolitano.   Che persino un Gianni Alemanno, che pure nel 1989 fu arrestato per aver organizzato una manifestazione non autorizzata contro l’allora presidente Usa George Bush senior, si mostri oggi pronto a inchinarsi alla corte di Monti  è cosa  che veramente ci fa capire quanto sia caduto in basso il livello della politica italiana. E non perché – sia chiaro – non sia possibile cambiare opinione o modificare la propria posizione (per quanto …. Est modus in rebus!)  ma perché ormai quel che solo conta è la conservazione del potere.

Questa e solo questa è la molla che spinge i cosiddetti rappresentanti del popolo italiano: PDL e affini, consapevoli di essere alla frutta, anzi all’ammazzacaffè,  e timorosi che persino la banda pifferi e tamburi della sinistra riesca a usurpar loro le preziosissime seggette, si abbrancano disperatamente a colui che potrebbe evitare una loro completa o quasi estromissione dal potere. E non si tratta solo di governo; se sondaggi e proiezioni dicono la verità, il cosiddetto centrodestra rischia di veder precipitare i propri consensi e di conseguenze i propri seggi e sgabelli, con tutto il verminoso e costosissimo contorno clientelare che comportano.  Del resto, un anno di governo “tecnico” lo ha ampiamente dimostrato: quali e quanti costi, privilegi, prebende   della politica sono stati effettivamente tagliati? I soli capitoli della spesa pubblica  toccati sono stati, guarda caso, scuola e sanità: quelli più martoriati e veramente indispensabili; sprechi a parte, certamente, che però non allignano di sicuro solo lì.

Mario Monti non ha bisogno di fare il capo del governo, anzi, nella sua posizione di uomo di fiducia della finanza internazionale, forse per lui è effettivamente più una seccatura che altro. Gli apprendisti stregoni  che cercano di farne  la loro testa di ponte si fanno delle grosse illusioni, se per ipotesi  pensano di poterlo in qualche modo controllare o anche semplicemente condizionare. A differenza loro, che fuori dalla politica non sono nessuno, che in molti casi sono solo dei parassiti che nella società civile non sarebbero capaci neppure di fare in modo decente gli “operatori ecologici”, l’attuale premier, detestabile sin che si vuole (e parecchio anche, a giudizio di chi scrive)  non ha nessun bisogno della politica per essere qualcuno; e proprio per questo, degli italiani, della gente, delle loro necessità, dei drammi delle famiglie che non arrivano a fine mese, degli anziani che sono al di sotto della dignità di sopravvivenza, di coloro che ingrossano le fila delle mense di carità, magari dileggiati dall’arroganza di certa feccia coccolata e vezzeggiata dai sinistri e dai riccardi della situazione (altra minuscola decisamente d’obbligo) non gli importa assolutamente nulla; basta pensare al suo atteggiamento, tra l’indifferente e lo sprezzante, difronte al drammatico fenomeno dei suicidi causati dalla sua politica di “rigore”. Cosa può contare una vita umana, per uno squalo della finanza?

Ed è questo il personaggio a cui il cavaliere & c. vorrebbero affidare “ le magnifiche sorti e progressive” della politica italiana?  Davvero un bel golem, quello nato dall’incrocio tra Berlusconi e Monti.   Possibile che nessuno – senza … “grilli” per la testa -  abbia il coraggio di trovare una via d’uscita?

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