Parlano due chirurghi estetici

Alcune donne si tolgono il mignolo del piede per poter indossare le scarpe con tacchi alti

Susan Deming, si è sottoposta a tale procedimento e ha voluto raccontare la sua esperienza a Fox New

di LORD BRUMMELL

Alcune donne si tolgono il mignolo del piede per poter indossare le scarpe con tacchi alti

Mesi fa, l'ultima moda tra le signore americane è stata quella di farsi operare le dita dei piedi per renderli sottili.

Tuttavia, questa tendenza è stata a quanto pare surclassata, in quanto a stranezza, da un altro orientamento " La Chirurgia dello Stiletto".

Secondo varie riviste patinate di moda, molte donne Europee e nord-americane, si recano dagli specialisti, al fine di intervenire sui loro piedi, ma non per migliorarne l’ aspetto, ma più che altro con il fine di indossare scarpe con il tacco alto, che si adattano bene e si possono usare comodamente. 

Questi interventi ambulatori possono arrivare a costare migliaia di dollari e con essi si restringono le dita, si applicano iniezioni di collagene e perfino c’è chi ha sollecitato la rimozione completa del mignolo.

Una di loro, Susan Deming, si è sottoposta a tale procedimento e ha voluto raccontare la sua esperienza a Fox News. 

Susan Deming

Susan, ha sempre indossato tacchi alti, fino a quando i suoi piedi hanno cominciato a farle male a tal punto, che ha potuto continuare a usare questo tipo di calzature solo per qualche minuto al giorno. 

" Avevo i calli e tutti i tipi di problemi al mio piede sinistro. Infine ho trovato la soluzione ", ha detto. 

L'origine di tutti i suoi dolori era dovuta al secondo dito dell'arto più lungo rispetto agli altri, cosicché l’unico rimedio possibile è stato quello di accorciarlo di circa un centimetro. 

Scarpe alla Sex and the City 

" Quando si mettono le scarpe con i tacchi alti, è come se stessero camminando sui cuscini", ha tenuto a precisare Nathan Lucas, un podiatra di Memphis, specialista in questo tipo di intervento da 15 anni. Il chirurgo ha confermato a Fox News “che ci sono donne che desiderano avere i loro piedi più stilizzati, e molte sollecitano la rimozione dei loro  mignoli” .

 "Per me, tutto ciò è un po’ estremo. Non rimuoverei mai un dito se non assolutamente necessario", ha aggiunto.

 Qualcosa di simile pensa anche Cristián Ortiz, capo di Chirurgia Caviglia e Piede di Clinica Tedesca:

"In pratica, che qualcuno voglia togliersi un dito è estremamente raro, perché se una donna vuole indossare una scarpa stretta, sentirsi più bella, non dovrebbe essere disposta a staccarsi un dito, perché allora il compromesso estetico degenererebbe in qualcosa di morboso". 

Scarpe alla Sex and the City

Ortiz, assicura inoltre che è difficile che simili operazioni chirurgiche, lasciando da parte l’asportazione di un dito, abbiano impatto negativo sul resto del fisico: " Se si programma un'operazione deve essere completata affinché non colpisca la qualità della guida dell’auto e, in generale, accorciare un dito di cinque millimetri non influisce minimamente”, sostiene.

"Usare delle scarpe bellissime non è una frivolezza e, al giorno d’oggi, la chirurgia dei piedi a fini puramente estetici non è più una novità”.

 Le protagoniste di Sex and the City

In realtà, ha anche raccontato che circa cinque anni fa un giornale statunitense ha pubblicato un articolo in cui una podologa diceva di effettuare operazioni chirurgiche alle dita dei piedi affinché ogni donna potesse permettersi di indossare scarpe come quelle viste in "Sex and the City".

Il discorso verte tutto, non tanto su un intervento di chirurgia estetica, ma sull’ interpretazione etica che ne da il medico in merito alla stessa operazione chirurgica e cioè che i vantaggi fisici, e psicologici, superino di lunga gli svantaggi.

Il succo di tutto, alla fine, è che molte donne quando sono in casa utilizzano scarpe basse, o ciabatte, ma se indossano i tacchi alti, come quelli delle loro amiche d’ufficio, non ne sopportano il dolore. Da qui il desiderio, e la loro messa a fuoco, di volersi operare, perché apprezzano questa tipologia di calzatura, ma anche per poter indossare scarpe con le quale staranno meglio e si sentiranno più belle.

E, in tutto questo, che male c’è? 

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Dario - DImensioni Creative web agency parma roma il 18/09/2014 11:53:23

    Qui siamo alla follia ormai!

  • Inserito da bea il 09/03/2013 15:49:07

    el articolo dopo l'8 marzo... Non volevamo tra l'altro non più essere schiave di nessuno e di niente? E poi ci ritroviamo nella dittatura perfida della moda o meglio dei produttori di scarpe. Donne schiave della moda fino a tagliarsi il mignolo? Non mi sembra che sia un vantaggio fisico, psicologico, non pottese essere più un "vantaggio" per gli occhi degli uomini? Gambe allungate, tacchi alti per un aspetto più sexy - in questo senso sì c'è un punto di vista psicologico delle donne. Ho solo compassione e non-comprensione per quelle che si mutilano per delle scarpe - uguale per quali motivi - povere persone. Ed i chirurgi si guardagnano tantissimo soldi ...

  • Inserito da monia il 09/03/2013 12:33:12

    “Si vedeva la vita umiliata in tanti modi. Un incidente sul lavoro, un poveraccio che moriva per strada e il mondo sembrava diabolico e questa società il nemico da abbattere. Allora ci venne il disgusto e ogni mezzo ci sembrava legittimo. Pensavo: è meglio vivere accanto a queste brutture o cercare di preparare un futuro più giusto e migliore? Questo fu il ragionamento “cieco” che fu l’illusione di molti di noi, un grande equivoco che ci portò verso la morte e la disperazione”.“Mi dichiaro prigioniero politico”. Una frase che non avremmo più voluto sentire. Quasi anacronistica nella sua ritualità e nel suo significato. Una frase che dischiude perversamente la porta a molti interrogativi, al bisogno di capire, al timore di capire, alle responsabilità individuali e collettive ed alle eventuali connivenze. Una frase che sa di rigurgiti anni 70, di cartoline ingiallite da un “altrove” sbiadito, di culture carsiche che continuano a guardare alla lotta armata come all’unica risposta possibile. Una frase che ci fa pencolare tra la speranza di un fenomeno inerziale, scivolato fino a noi per una banale legge gravitazionale, e la paura del ritorno di antichi mai sopiti fantasmi. Una frase che può appartenere a semplici criminali, del tutto sradicati dal contesto sociale, piuttosto che, dio non voglia, a nuovi terroristi determinati a far esplodere ancora una volta la violenza. Una frase che può scaturire dalla precarizzazione del lavoro, dalle molte contraddizioni sociali, dall’amarezza di chi si sente deluso dalla sinistra italiana e dal fallimento della sua politica. Una frase che potrebbe suggerire che i miti, i riti e le pratiche della lotta armata, sono rimasti gli stessi.Ero una ragazzina allora. Ma il clima di quei giorni me lo ricordo bene. L’incertezza, lo sconcerto, le parole sussurrate, i sospetti. La paura. Le ferite di una città di crose e di vento, Genova, con i suoi morti ammazzati. Il sindacalista Rossa, il giudice Coco e gli altri. Come nel West dei telefilm in bianco e nero che guardavo con mio padre alla tv. Sembra strano, assurdo, inspiegabile che possano ritornare oggi. Le parole di Adriana Faranda, che haabbracciato la lotta armata come un mortifero amante, sembrano dirci che c’è ancora qualcuno che non sa imparare dalla storia.

  • Inserito da Loredana il 09/03/2013 12:28:51

    Non c'è niente di male nel voler essere belle, e anche un po' trasgressive come le ragazze Sex and The City. Tuttavia, quando si inizia a tagliarsi pezzi di corpo per entrare in abiti o addirittura scarpe (la faccenda dei mignoli mi stupisce e mi fa inorridire alquanto), si prende una strada dell'esagerazione, che potrebbe avere "capolinea" anche sgradevoli. Non sarebbe più facile allargare un pochino le scarpe in modo da renderle comode per tutte le donne, anche chi non ha i piedi da silfide e vorrebbe portare tacchi alti? Su, non posso credere che i giganti della moda, con tutto il denaro che investono in ricerca e sviluppo di nuovi materiali e tecnologie applicate agli indumenti, non siano capaci di creare una soluzione anche per le donne "normali"...non calziamo tutte trentasei di scarpe e non abbiamo tutte i vitini delle modelle da passerella, ma abbiamo portafogli che potrebbero aprirsi per fare acquisti. Crisi e occupazione permettendo, naturalmente.

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