Appello de «L'Opinione»

Per una rifondazione del centro destra

Un programma di pochi significativi punti per un Italia delle libertà

di «L' Opinione»

Per una rifondazione del centro destra

Ospitiamo l'appello-ducumento pubblicato dal quotidiano "L'Opinione", senz'altro nello spirito di dar spazio alle iniziative che nascono nell'alveo ampio ed eterogeneo del mondo del centro destra, di cui - a vario titolo - ci sentiamo parte, ma soprattutto con la ferma convinzione che il momento politico abbia urgente bisogno di iniziative, prese di coscienza e buona volontà di quanti, da ogni posizione e ispirazione, abbiano a cuore, le sorti del nostro Paese.

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Premessa

La “morte” delle ideologie che hanno scritto, spesso con il sangue, la storia del secolo scorso ha provocato un vuoto che la globalizzazione, le tecnologie innovative e i convulsi cambiamenti socio-economici degli ultimi decenni non hanno colmato. Sembra non vi siano soluzioni alla crisi del sistema politico amministrativo, soprattutto d’Occidente, e appare evidente che il modo “tradizionale” di fare politica non è in grado di risolvere le contraddizioni e gli sconvolgimenti di una società malata e confusa. La politica ha perso il suo ruolo di guida dei popoli e delle nazioni per lasciare il posto a un nebuloso, quanto devastante , dominio dei “mercati” e della “finanza” in una specie di cinico gioco del monopoli applicato all’intero pianeta. La democrazia parlamentare, in particolare la democrazia rappresentativa, è totalmente incapace di affrontare le sfide del millennio e gli Stati modellati dalla cultura del ventesimo secolo vedono scricchiolare i pilastri istituzionali su cui erano edificati. L’egoismo generazionale rischia di dilapidare il patrimonio delle risorse destinate al futuro della popolazione mondiale. Di fronte a questa sfida storica che fare? Noi siamo convinti che nella cultura e nella tradizione del centro destra sia possibile trovare le risposte all’attuale crisi del sistema politico e del sistema socio-economico. I partiti in questi decenni hanno escluso dalla gestione del potere e dalla ideazione politica tutto il mondo culturale di riferimento emarginando i talenti e le categorie pensanti provenienti dalle università, dalle professioni, dal volontariato, dalla ricerca scientifica e tecnologica. Così hanno anche impedito la nascita e la crescita di una classe dirigente adeguata ai tempi e alle necessità. Riteniamo che solo recuperando questo immenso patrimonio del sapere sia possibile trovare in tempi brevi le risposte e le soluzioni alla drammatica crisi in cui versa il nostro Paese.

L'attualità

Il disperato tentativo del Pd di ottenere il sostegno del Movimento Cinque Stelle ad un governo a guida Bersani, rischia di vanificare tutti i sacrifici compiuti negli ultimi anni dai cittadini italiani per fronteggiare la crisi , di modificare radicalmente il sistema democratico fondato dalla Costituzione Repubblicana e di indirizzare il paese verso un destino di decrescita drammatica e di progressiva fuoriuscita dalla parte più avanzata del mondo occidentale. La ricerca del consenso da parte dei parlamentari grillini spinge infatti il Pd a ribaltare completamente la linea politica tenuta in campagna elettorale e ad adottare un programma di governo di stampo utopistico e giacobino in aperto contrasto non solo con la linea del rigore chiesta dall'Europa ma, soprattutto, con la esigenza di crescita e di ripresa sollecitata dalla stragrande maggioranza degli italiani. Inoltre, sempre nel tentativo di blandire il Movimento Cinque Stelle o di provocarne micro-scissioni utili al sostegno di un governo monocolore Pd, si criminalizzano e ghettizzano tutte le forze politiche contrarie allo spostamento a sinistra dell'asse politico italiano. Con il manifesto proposito, di stampo pericolosamente autoritario, di dare vita ad una Terza Repubblica non più parlamentare come la Prima e neppure bipolare come la Seconda ma fondata sul primato intoccabile ed immodificabile di una sorta di partito unico rappresentato dal Pd e dalla galassia dei suoi alleati minori. Il rischio che l'Italia scivoli verso una deriva di stampo terzomondista invece che rimanere ancorata all'Europa rivendicando i suoi diritti di paese fondatore dell'Unione diventa sempre più incombente ed angosciante. Ed è alla luce di un pericolo del genere che diventa necessario, addirittura obbligatorio, chiedere a tutti i cittadini che si oppongono ad un futuro di inutile pauperismo, di nuovo autoritarismo e di allontanamento progressivo dall'Occidente delle democrazie liberali , di non piegare la testa e di reagire. Nella consapevolezza che la fase della deriva della decrescita infelice, giacobina ed illiberale non potrà durare in eterno vista la instabilità conclamata del quadro politico. E che non tra cinque anni ma molto prima il paese tornerà a votare ed a scegliere tra un futuro di regresso ed uno di progresso. Si tratta, in sostanza, di riorganizzare il campo dove convivono i valori liberali, nazionali, riformatori e solidali . Quello che fino ad ora e per vent'anni ha avuto come collante principale la leadership di Silvio Berlusconi e che , se vuole impedire la svolta verso la decrescita autoritaria, deve essere in grado di rappresentare le idee, le speranze, gli interessi della maggioranza del paese anche nell'eventualità di una assenza del collante rappresentato dal leader storico. Non si tratta di abbandonare Berlusconi alla ghigliottina , niente affatto metaforica, della magistratura politicizzata e in cerca di facile visibilità mediatica e dei suoi nemici storici della sinistra fondamentalista. Difendere il Cavaliere contro questi avversari non è un atto di subordinazione al leader ma è un modo obbligato di non tradire i propri valori ed i propri convincimenti. Ma , proprio per rispettare le proprie convinzioni, bisogna procedere ad una riorganizzazione del campo liberale, nazionale, riformatore e solidale ponendo al centro del processo le idee oltre che le gambe degli uomini. Con questo obbiettivo "L'Opinione", il più antico giornale politico italiano nato nel 1847 su ispirazione di Cavour e da sempre testimone e portavoce delle idee di libertà, lancia un appello per una una rifondazione culturale e morale del centro destra a chiunque sia interessato, sia pure da posizioni diverse, al comune obbiettivo di impedire la nascita di una Terza Repubblica monopartitica destinata a sfociare in un nuovo stato di polizia.

Il progetto

Il programma che può fare da collante di un così ampio schieramento, che potrebbe assumere la forma federale, è composto da pochi ma significativi punti : la riduzione dello stato burocratico-assistenziale per uno stato sociale effettivamente solidale, la riforma istituzionale con la scelta del sistema francese del doppio turno elettorale e dell'elezione diretta del Capo dello Stato, la riforma fiscale, la riforma del lavoro, la riforma delle autonomie con l'abolizione di regioni e province e nuova forma di municipalizzazione con comuni accorpati e grandi aree metropolitane, la riforma della giustizia, l’azzeramento e la rimodulazione di tutti i budget statali, ministeriali e amministrativi secondo criteri di risparmio e di efficienza. La proposta de L'Opinione è di affidare ad un comitato di Saggi Riformatori per la Grande Svolta il compito di portare avanti un progetto così innovativo capace di dare più contenuti ed idee alla maggioranza inquieta e preoccupata del paese e di costringere ad eguale processo riformatore anche l'area della sinistra affrancandola finalmente dalla sua tradizione post-comunista. Un comitato non di intellettuali ma di intelletti, di uomini e donne di qualità rappresentativi della realtà sociale, produttiva e culturale del paese, che dall'esterno delle forze politiche tradizionali dell'area del centro destra eserciti una funzione di stimolo continuo, di pressione costante e di richiamo ai valori morali , etici e civili dell'Italia delle libertà nata dal Risorgimento.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 10/04/2013 17:44:44

    L'Italia delle libertà è stato ed è un slogan. IN vent'anni di potere del centrodestra su questo fronte non è stato fatto nulla. Quanto all'appello dell'Opinione ho una cosa da chiedere come persona che mi sono formato negli anni giovanili sui giornali dell'area di centrodestra: dateci dei quotidiani leggibili che non portino acqua solo al mulino di Silvio Berlusconi ma che siano controcorrente e coerenti. E magari un bel settimanale impegnato con informazione controcorrente, che esistevano negli anni 60,70 e 80. Giovanni Attinà

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