Curve chiuse! E' questa la soluzione?

No al razzismo, ma no anche agli atteggiamenti di Balotelli

Dicevano “al Milan cambierà atteggiamento, lì sapranno come tutelarlo”; risultato? Con i rossoneri la sua quota ammonizioni è raddoppiata!

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No al razzismo, ma no anche agli atteggiamenti di Balotelli

Prima calciopoli, poi scommessopoli e ora, ma sono anni ormai, il problema razzismo.

Curve chiuse, spazi interminabili di stadi deserti, partite condizionate da tali misure repressive.

Giovedì, per esempio, la curva Nord dell’Inter resterà tristemente chiusa, a causa dei cori razzisti rivolti ad alcuni giocatori di colore della Juve.

Certo, i tifosi dell’Inter, o di altre compagini, devono essere proprio dei coglioni ad ululare buuuu ai coloured della squadra avversaria, quando all’interno della stessa soggiornano altrettanti giovanottoni neri o gialli che siano e, quindi, indirettamente urlano e mugghiano anche contro i propri beniamini.

I cori di scherno verso chi non è bianco sono definite offese intolleranti, e discriminanti, verso esseri umani, e mettono in risalto una cultura che sta sgretolando un Paese, specchio di una civiltà che da anni si riflette nel gioco più bello del mondo.
Detto questo, non è più assolutamente possibile sopportare gli squilibri e le esagerazioni emozionali di tal Mario Balotelli, che a seconda di come gli gira in quel momento riesce a distruggere, oltre alla sua immagine, già da tempo inquinata, quella della stessa società in cui milita.

Non può ogni volta che sbaglia un tiro o un passaggio, e viene fischiato da uno stadio intiero, cominciare a dare di matto zittendo la curva coll’indice al naso, o facendo gesti come in un bar di quart’ordine.

Da quando è diventato un calciatore famoso si è trasformato in un vero e proprio caso.

Oltre ai rocciosi difensori, che l’hanno sottoposto a durissime marcature ed entrate da kamikaze, l’altra importante pagina della sua vita l’ha segnata lui stesso e nel peggiore dei modi.

Il suo non proverbiale curriculum racconta di 20 giornate di squalifica, corredate da 8 espulsioni, 77 ammonizioni e tantissimi colpi proibiti al difensore di turno, calci e tackle da far rabbrividire Materazzi, linguacce e gesti irripetibili agli avversari o agli stessi compagni di squadra.

Dicevano “al Milan cambierà atteggiamento, lì sapranno come tutelarlo”; risultato?  Con i rossoneri la sua quota ammonizioni è raddoppiata!

Ormai più che lottare contro il ruvido difensore di turno, o il pubblico imbecille che né inneggia la morte, pare combattere più che altro con se stesso, e con quel suo carattere che lo porta ad atteggiamenti oltre la normale comprensione, e che, più di uno psicologo, come riportato oggi da un giornale, abbisognerebbe di un bravo psichiatra che tentasse un minimo di recupero, almeno nell’arco dei 90’ di una partita.

E’ dai tempi di Mancini, 2007-2008, che parlando di Balotelli si sente dire “ purtroppo deve ancora maturare”, e invece più passa il tempo e più va fuori di testa.

Ormai la sua immagine nel mondo è quella di un bullo senza cervello, ma dai piedi buoni, e l’antipatia è l’unica aura che lo accompagna ovunque vada.

Proseguire così è come guidare l’auto ad occhi chiusi, prima o poi ti schianti.

E non ho menzionato le sue smargiassate private, le quali possono interessare solo i rotocalchi di gossip, ma che messe insieme alle intemperie calcistiche fanno comunque aumentare a dismisura l'insofferenza verso il ragazzo.

Eppure quanto sopra succede solo a lui, eppure di calciatori di colore ce ne sono moltissimi, ma nessuno riesce a farsi odiare quanto Mario.

Dicono sia diventato così dal troppo denaro, che non regga tutta la fama che lo circonda, che rischi di bruciarsi presto.

Mario si dice profondamente legato alla famiglia, perché allora i dirigenti del Milan o della Nazionale non intervengono con i sigg. Balotelli affinché lo invoglino o lo obblighino a ritornare sulle retta via erbosa del calcio?

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