IL 25 E 26 NOVEMBRE NEI CINEMA ITALIANI

​È in arrivo nelle sale di tutto il mondo l'attesissimo film-documentario “Pompei”

Il curatore della pellicola, nonché direttore del British Neil MacGregor, ha così commentato: “questo film è la più grande e accurata ricostruzione di tutti i tempi”

di Tommaso Luigi Bedini

​È in arrivo nelle sale di tutto il mondo l'attesissimo film-documentario “Pompei”

LA LOCANDINA

È in arrivo nelle sale di tutto il mondo l'attesissimo film-documentario “Pompei”, che nei giorni di lunedì 25 e martedì 26 novembre sarà proiettato anche nei cinema italiani. Il colossal è il primo interamente prodotto dal British Museum ed è basato su una delle mostre più celebrate e acclamate organizzate dall'istituzione britannica: “Life and death in Pompeii and Herculaneum”. Il curatore della pellicola, nonché direttore del British Neil MacGregor, ha così commentato: “questo film è la più grande e accurata ricostruzione di tutti i tempi”; il Guardian invece scrive: “Questo evento straordinario ricorda al mondo che Pompei non sia solo un’attrazione turistica, ma la testimonianza più importante che ci è rimasta sul passato dell’umanità”. 

Proprio da questo commento di una delle testate più influenti di tutto il mondo possiamo trarre spunti per alcune considerazioni: il British Museum ha incassato milioni con questa importantissima mostra che, abbiamo detto, ha riscosso un enorme successo. Questa era basata sull'esposizione di pezzi originali provenienti dai due siti (Pompei ed Ercolano) della Campania, organizzati in maniera magistrale dal curatore Paul Roberts che ricreavano, assieme alla magnifica e suggestiva “scenografia” nella quale i preziosi tesori erano disposti, l'atmosfera magica di una città romana intatta e visitabile. Tutto questo solo attraverso reperti archeologici provenienti dai due siti e qui sorge la prima domanda: cos'avrebbero fatto quelli del British, se avessero avuto a disposizione l'intero sito? Beh, non è difficile immaginare che avrebbero cominciato col tutelarlo e investire su di esso in modo da farlo diventare veramente un'attrazione di caratura mondiale, una super organizzata e super redditizia attrazione turistica che avrebbe portato nelle proprie casse milioni...di sterline. 

Invece il caso ha voluto che ad avere questo privilegio fossimo noi italiani, noi che abbiamo lasciato un sito come Pompei famoso in tutto il mondo e, potenzialmente (come dimostrato dalla mostra organizzata dal British Museum), enormemente redditizio in uno stato peggiore di quello provocato dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., tanto da scatenare le proteste della comunità internazionale e in special modo quelle francesi tramite la ormai famosissima provocazione di “Le Figarò” “togliamo Pompei agli italiani, è troppo importante”. Dopo aver fatto la figura degli incolti, incivili e vandali, adesso ci pensa il British Museum a darci anche dei fessi (tanto per usare un'espressione proveniente proprio da quella regione d'Italia e per non usarne altre più esplicite), si perché è implicito il messaggio che verrà veicolato, attraverso il colossal, nel resto del mondo: come mai non ci hanno pensato gli italiani a

far rivivere quella che era una delle sue più belle e importanti città? Come mai c'è stato bisogno dell'intervento inglese per eseguire un'operazione di marketing su larga scala come un film basato su un'attrazione turistica italiana? Ebbene la risposta è molto semplice: gli italiani non sono in grado di salvaguardare le proprie bellezze ne tanto meno di sponsorizzarle ma anzi, ne sono quasi annoiati, infastiditi, in fondo con “la cultura non si mangia” (questa frase è stata detta da così tante persone, che attribuirla a una sola sarebbe riduttivo), perché investire in un settore come questo? Sarebbe solamente una spesa inutile in un periodo di così profonda e grave crisi economica, anzi, i pochi fondi che ci sono vanno tagliati per reinvestirli in settori più proficui: stipendi ai parlamentari per esempio, la nostra eccelsa classe dirigente ha bisogno di gratifiche; il finanziamento del non- pagamento delle rate dell'IMU, che ci sta costando più che se l'avessimo pagata; F35, d'altra parte una nazione come la nostra che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli etc etc” deve pur difendersi dagli aggressori (quali non si è ancora ben capito). 

Ma non finisce qui perché il film aiuterà il sito di Pompei a incrementare i visitatori, un po' come è successo col film “Il Padrino” per Corleone, adesso ogni turista (soprattutto americano) che transita nelle vicinanze della cittadina siciliana, si ferma per ammirare i suggestivi luoghi che hanno ispirato il capolavoro di Francis Ford Coppola; quando arriveranno i turisti, eccitati all'idea ti poter toccare con mano ciò che hanno visto proiettato sul grande schermo, cosa si troveranno di fronte? Che genere di spettacolo gli offriremo? Quello di “un'importante testimonianza che ci è rimasta sul passato dell'umanità” rovinata dall'incuria, dalla mala gestione e dalla totale mancanza di un vero e proprio piano di sviluppo del sito e dell'area circostante, un manifesto della nostra ignoranza e mancanza di lungimiranza sia culturale sia, soprattutto, economica. In fine, proviamo a immaginare quale istituzione museale italiana potrebbe permettersi di produrre un colossal su qualsivoglia argomento, la risposta è semplice, nessuna. 

E pensare che per entrare al British Museum non si paga nemmeno il biglietto.

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da kobe 9 il 17/03/2022 04:33:03

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  • Inserito da Guglelmo il taciturno il 25/11/2013 18:48:08

    Forse il sig. Crispino, dato il cognome, ha scambiato "fiaschi" per fischi!

  • Inserito da Tommaso L. Bedini il 25/11/2013 17:51:14

    Replico al sig. Crispino, che mi offre lo spunto per alcune considerazioni non di sinistra ma di semplice buon senso. Cosa ci sarebbe di anti nazionale nel dire che noi scegliamo di spendere 35 miliardi di euro in aerei, tra l'altro difettosi, e circa un milione di euro al giorno in missioni di "pace", invece di investire tutti questi soldi in crescita, posti di lavoro, welfare, turismo etc? Per inciso, nazioni come Canada, Danimarca, Australia e Turchia hanno ritirato gli ordini per questi aerei perché difettosi, come ha dimostrato anche un report della KPMG. Irrazionale è chi crea allarmismi infondati e chi alimenta la paura di non si sa quali eventi catastrofici che ci dovrebbero colpire. E' anti nazionale dire che il Governo (anzi, i diversi Governi) abbia trasgredito palesemente a un articolo della Costituzione italiana scritta dai nostri padri fondatori nel quale si afferma il ripudio alla guerra come strumento lesivo della libertà altrui? Sicuramente sarà demagogico dire anche che tutti questi soldi spesi per armarci e partire, potrebbero essere utili per la manutenzione di canali, alvei di fiumi, argini, dighe, a operare ristrutturazioni o messe a norma di edifici nelle zone ad alta sismicità, insomma, nel cercare di arginare o evitare tragedie come quella che di recente ha colpito la Sardegna. Tutti gli anni succede qualcosa, frane, smottamenti, terremoti, inondazioni, sono questi gli eventi da temere e da evitare e contro i quali farci trovare preparati! Non un qualche fantomatico attacco da non si sa chi nel Mediterraneo! In tempi in cui "il Mediterraneo è al centro di convulsioni continue e violente" dal punto di vista economico, vogliamo veramente indebitarci e ipotecare il futuro nostro e delle generazioni che verranno per queste "nobili" missioni che anche un "fervente comunista" come l'attuale Pontefice ripudia e condanna? Sono passati circa cinque anni dall'inizio delle primavere arabe, abbiamo subito qualche attacco? Qualche azione di guerra? Non che io ricordi. Più bombe non significa più sicurezza, questa è demagogia.

  • Inserito da Crispino il 25/11/2013 12:19:27

    E' vero , lo stato miserando in cui versa Pompei è una vergogna nazionale ed è anche imbarazzante che un film importante su Pompei l'abbiano fatto gli inglesi e non gli italiani. Però che c'entrano gli F35 ? Accodarsi alla sinistra più radicale e antinazionale nel biasimare la dotazione di quegli aerei per l'Aviazione italiana mi sembra , scusatemi, irrazionale e demagogico. Il bilancio italiano della difesa è il più magro tra paesi consimili. In tempi di disimpegno americano, in un Mediterraneo al centro di convulsioni continue e violente vogliamo veramente restare alla mercè del primo sconsiderato ? E come potremo proteggere, senza mezzi adeguati e avanzati, le varie missioni di pace che abbiamo nel mondo e che , piaccia o non piaccia, sono tra le cose più nobili ed apprezzate espresse dalla nazione italiana ?

  • Inserito da Crispino il 25/11/2013 12:19:27

    E' vero , lo stato miserando in cui versa Pompei è una vergogna nazionale ed è anche imbarazzante che un film importante su Pompei l'abbiano fatto gli inglesi e non gli italiani. Però che c'entrano gli F35 ? Accodarsi alla sinistra più radicale e antinazionale nel biasimare la dotazione di quegli aerei per l'Aviazione italiana mi sembra , scusatemi, irrazionale e demagogico. Il bilancio italiano della difesa è il più magro tra paesi consimili. In tempi di disimpegno americano, in un Mediterraneo al centro di convulsioni continue e violente vogliamo veramente restare alla mercè del primo sconsiderato ? E come potremo proteggere, senza mezzi adeguati e avanzati, le varie missioni di pace che abbiamo nel mondo e che , piaccia o non piaccia, sono tra le cose più nobili ed apprezzate espresse dalla nazione italiana ?

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