Editoriale

Renzi (se davvero è di sinistra) proponga la riduzione del tetto degli stipendi dei manager pubblici

Il Svizzera il referendum è stato bocciato, in Italia otterrebbe l'80% di consensi. Basterebbe che fossero non più di 20 volte lo stipendio di un operaio

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

on desta particolare stupore la notizia che la Svizzera abbia bocciato il referendum dei socialisti nel quale si proponeva un tetto massimo, pari a 12 volte lo stipendio di un operaio, dei manager. 

Non desta stupore perché la Svizzera non è l'Italia, nello stato dei cantoni, dove pure a quanto pare l'idea di calmierare gli stipendi esagerati è venuta, un manager che lavori male, che non raggiunga gli obbiettivi prefissati, va a casa senza tanti complimenti.

Non solo ma, come in ogni altro paese civile il manager che abbia un curriculum fallimentare cambia lavoro perché nessuno gli affida la guida di un'azienda, tanto più se pubblica.

E infatti in Svizzera le cose, come tutti sanno, vanno meglio che in Italia.

Da noi, lo abbiamo detto e scritto fino alla noia, il manager pubblico appartiene ad una casta autotutelata e soprattutto chiusa, prende stipendi stratosferici a prescindere dal risultato, e se proprio combina disastri viene liquidato con buonuscite mirabolanti con le quali non si ritira in una tranquilla  (per quanto immeritata) pensione, ma comincia piuttosto a ri-prendere i giusti contatti politici che lo avvieranno ad altro incarico, super retribuito, magari più del precedente. 

E così il nostro manager potrà far danni in qualche altra azienda pubblica a spese del popolo italiano. Che, certo, bofonchierà un po', ma alla fine non potendo prendere d'assalto i palazzi del potere si rassegnerà a subire, tutt'al più riducendo la propria partecipazione alle urne.

Intendiamoci, la vita del manager pubblico non è tutta rose e fiori. Per esempio, da qualche tempo deve stare attento a quale partito lo ha messo nel posto che occupa. Ultimamente i manager di nomina di centrodestra sono assai meno liberi di fare intrallazzi poco chiari, di distribuire incarichi di riconoscenza a parenti e amici del proprio padrino politico, perché la magistratura, sempre attenta alla moralità pubblica apre inchieste con estrema facilità. Va un po' meglio a chi debba il proprio remuneratissimo incarico al centrosinistra, perché in questo caso i magistrati sono un pochino più distratti, d'altra parte hanno così tanto lavoro nel perseguire il malaffare di centrodestra che non gli si può chiedere di essere ovunque.

In ogni caso il manager non può comunque stare tranquillo perché non sempre le nomine sono direttamente riferibili ad un padrino politico di una certa area, più spesso le larghe intese (peraltro assai diffuse in ambito di nomine pubbliche prima che andassero di moda in Parlamento) potrebbero comunque portarlo nel mirino di qualche magistrato che partendo da destra si trova suo malgrado ad indagare anche a sinistra. 

E a quel punto, si può sperare in qualche rallentamento, anzi molti,  si può contare sul silenzio della stampa e di tutti gli organi di informazione, ma insomma, sono grane...!

Quindi il manager pubblico sarà costretto a esercitare con molta oculatezza e attenzione il proprio potere: poche ruberie, limitarsi con le carte di credito perché c'è sempre quello che magari va a controllare e eccepisce che le spese di un mese del "povero manager", essendo 10 volte lo stipendio di un operaio, non siano giustificate a fronte di uno stipendio che è almeno trecento volte quello base del lavoratore senza santi in paradiso.

Ora aspettiamo che Renzi, che si dichiara di sinistra, che anzi rivendica con orgoglio il suo essere di sinistra, lo dimostri: inserisca nel suo programma di governo la riduzione del tetto degli stipendi dei manager pubblici, magari a 20 volte quelli di un operaio italiano (visto che l'operaio italiano è peggio pagato si quello svizzero) .

Inserisca la proposta nel suo programma e una volta arrivato al governo (ma anche solo da segretario del partito) si batta perché in questa Italia delle diseguaglianze ormai intollerabili perché non agganciate al merito -dove i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, e la classe media sta scomparendo fagocitata dalla povertà- si dia un segnale di moralizzazione.

Quella vera, non quella finta moralista e bacchettona dei vari processi Ruby.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 27/11/2013 10:02:08

    Sul referendum nella vicina Svizzera la stampa italica ha dato un certo risalto. Ignoro i motivi di questa scelta ma noi, in genere, siamo esterofili. Personalmente avrei votato si a questo referendum svizzero, anche se riguardava i cosiddetti manager privati. Infatti, per quanto mi riguarda, privato e pubblico che sia, le retribuzioni dei manager vanno calmierate. Non si può assistere al divario vigente tra lavoratori semplici e manager. E questo non è un modo di pensare di sinistra, anzi. Va bene il merito, va bene tutto ma poi bisogna stabilire regole. Quanto ai manager pubblici italiani sono una casta vera e propria e proprio recentemente sono state evidenziate le differenze con i manager pubblici di altre nazioni. Naturalmente la fonte governativa si è affannata a precisare che si è provveduto a fissare il tetto massimo, salvo poi apprendere che ci sono le deroghe. Per esempio ancora non sappiamo quanto percepisce il nuovo capo della polizia, considerato che a suo tempo la differenza era di oltre 300 mila euro con le stesse cariche vigenti in Usa e Gran Bretagna. Personalmente alla Svizzera, nazione che non amo per tutte le vicende che hanno interessato le migrazioni italiane, invidio l'esistenza del referendum propositivo, un tabù per quest'Italia che si è guardata perfino di abolire il quorum di quello abrogativo. Quanto a Renzi, alla cui visibilità hanno provveduto a suo tempo politici di centrodestra, con dichiarazioni di quasi sfrenato "amore", dubito che proporrà la riduzione dei compensi dei manager pubblici. La sinistra infatti e spesso dipendente di questi manager e la riforma Bassanini, abbandonato dalla sinistra ma accolto dalla destra, ha dato potrei a questi manager e a semplici dirigenti inusitati ma naturalmente una volta tracciato il solco destra e sinistra proseguono e non attuano le riforme necessarie. E' una costante dell'Italia, almeno da vent'anni a questa parte.

  • Inserito da Will il 25/11/2013 15:23:21

    Il referendum svizzero era inerente solo i managers privati, non pubblici.

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