I Libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie : Febbraio 2014

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie : Febbraio 2014

POLITICA

Ida Magli, Difendere l’Italia (Rizzoli, pagg. 266, Euro 11,00)

Mentre gli scandali quotidiani e la frattura tra cittadini e istituzioni rendono sempre più evidente la disgregazione del sistema politico italiano ed europeo, Ida Magli mette in luce il mutamento epocale che la nostra democrazia sta vivendo: la rappresentanza è morta, e ciò significa la fine dei vecchi partiti che con il loro deserto di idee hanno fatto sprofondare l'Italia nella corruzione e l'hanno resa schiava della spietata contabilità dei banchieri di Bruxelles. Di fronte a questo sfascio, tuttavia, non è possibile restare indifferenti: è necessario reagire a un sistema ormai esausto, e rifondare le basi culturali e sociali della nazione. In questo saggio senza sconti a nessuno, Ida Magli spinge gli italiani a ritrovare il proprio orgoglio, e lavorare per una rinascita italiana degna di questo nome: un programma politico e intellettuale per riappropriarci delle decisioni fondamentali per la nostra vita e salvare il nostro Paese.

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Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi, Moderati - Per un nuovo umanesimo politico (Marsilio, pagg. 1786, Euro 14,00)

«L’Italia si trova oggi a un bivio. Può ancora avere un grande futuro se lo costruisce sulle fondamenta della sua tradizione e sulla modernità di un progetto basato sull’efficienza di una dimensione pubblica essenziale e, soprattutto, sulla vitalità della sua società».
Forti di questa convinzione, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Maurizio Sacconi lanciano la loro proposta per costruire il centrodestra del futuro: mettere la persona al centro di ogni decisione politica, per porsi come alternativa inequivocabile alla sinistra.
In questo libro gli autori definiscono i capisaldi di tale visione, suggeriscono tre linee coerenti d’azione ­– difesa della tradizione, riforma dello Stato, nuova cultura di governo – e avviano un confronto con le nuove generazioni per dare vita fin da subito a un progetto di società attiva e inclusiva. All’Italia, e all’Europa intera, serve infatti «un nuovo umanesimo, che riproponga il primato non solo della libertà ma anche della responsabilità, la tutela non solo dei diritti ma anche dei doveri, la certezza non solo delle garanzie di ciascuno ma anche della legalità per tutti, il rispetto non solo dello Stato ma anche delle libere comunità».

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Alfredo Mantovano e Domenico Airoma,  I(r)rispettabili. Il consenso sociale alle mafie (Rubbettino, pagg. 155, Euro 14,00)

 Il volume porta in primo piano un tema  preoccupante, ma sottovalutato : quello del crescente consenso sociale verso le organizzazioni mafiose nelle zone in cui tali forme criminali sono tradizionalmente presenti.
Lo si affronta distinguendo tre aspetti: la descrizione del fenomeno, che identifica con esempi concreti le principali manifestazioni del consenso: dalla copertura dei latitanti, all’uso delle devozioni popolari, alle canzoni apologetiche dei mafiosi, fino alla raffigurazione scenica suadente degli stessi mafiosi; lo sforzo di comprendere le ragioni del consenso, la diagnosi;  infine, la terapia, cioè le buone pratiche da diffondere per recuperare consenso alle istituzioni. Gli spunti contenuti nel volume sono un punto di partenza per decisioni chiare e forti. Da parte di chi non è mafioso e non ha ruoli istituzionali, e tuttavia può essere chiamato a operare una scelta: in banca, a scuola, in parrocchia, in un concerto, in un campo di calcio. Può apparire singolare che su questi fronti si giochi la partita della liberazione dell’Italia dalle mafie: ma sono i fatti a rendere ciò drammaticamente esplicito.

MONDO

Dario Citati e Alessandro Lundini, L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo  (Fuoco, pagg. 296, Euro 20,00)

La Repubblica del Kazakhstan, che ha acquisito l’indipendenza nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’URSS, è uno dei Paesi più variegati del mondo sotto il profilo della composizione nazionale e religiosa: sul suo vasto territorio si contano infatti oltre 130 gruppi etnici e 40 confessioni all’interno di una popolazione di circa 16 milioni di abitanti. La strategia perseguita per governare su una realtà così eterogenea è stata la creazione di una identità “kazakistana”, ossia civile, laica e sovranazionale, che ambisce a garantire una convivenza pacifica proponendosi come modello di dialogo tra civiltà. Questo libro, che inaugura la collana “Orizzonti d’Eurasia” di Fuoco Edizioni, ricostruisce la complessa storia del Kazakhstan, autentico crocevia tra Europa e Asia, offre una panoramica dettagliata delle politiche attuate in materia di concordia etnico-religiosa e ne illustra i risultati e le criticità. Il volume è arricchito da un’appendice documentaria, costituita da quattro testi kazaki tradotti in lingua italiana e da un’intervista inedita, che consente al lettore di conoscere attraverso fonti dirette i presupposti culturali e politici di questa “unità nella diversità”.

CHIESA CATTOLICA

Massimo Introvigne - Roberto Marchesini, Pedofilia. Una battaglia che la Chiesa  sta vincendo, (Sugarco, pagg, 160 , Euro 16,00).

Preti pedofili: da più parti si continua ad attaccare la Chiesa, che avrebbe  fatto troppo poco per porre rimedio alle tragedie causate dall’immoralità di un  numero piccolo ma non inesistente di sacerdoti. Dall’Irlanda agli Stati Uniti, passando per l’Italia, autentiche lobby si sono  organizzate per amplificare con statistiche inventate il fenomeno, per lucrare  attaccando le diocesi con cause miliardarie, per promuovere speculazioni intese  a screditare i Pontefici, i sacerdoti e più in generale la Chiesa e il suo  Magistero morale.  Massimo Introvigne, sociologo che da anni studia il fenomeno  dei preti pedofili, invita – seguendo l’insegnamento di Benedetto XVI – a non  minimizzare un dramma che purtroppo, tragicamente, esiste, ma a non rinunciare  neppure a denunciare le falsità, le esagerazioni e le manipolazioni delle  lobby, svelando nomi e cognomi di chi distorce la realtà al servizio di un’ agenda anti-cattolica. Soprattutto, denuncia la congiura del silenzio su un  dato di fatto che appare sempre più macroscopico, ma che i grandi media  continuano colpevolmente a ignorare: le misure di prevenzione della Chiesa  volute da Benedetto XVI e da Papa Francesco funzionano, e i casi di preti  pedofili diminuiscono sensibilmente fino quasi a sparire in Paesi un tempo  molto colpiti da questa piaga vergognosa. Ben lungi dall’essere – come la si  dipinge troppo spesso – un’istituzione che fa poco per combattere la pedofilia  al suo interno, negli ultimi anni la Chiesa offre un modello efficiente ed  efficace che altri potrebbero seguire. Perché, mentre la Chiesa migliora  continuamente i propri strumenti di vigilanza e d’intervento, altre istituzioni  – spiega lo psicologo Roberto Marchesini nel suo approfondimento storico,  filosofico e clinico che mostra lo stato delle ricerche in tema di pedofilia –  fanno molto di meno, e anzi rispetto ai pedofili mostrano una pericolosa e  preoccupante tolleranza, teorica e pratica.

TEMPI MODERNI

Pierpaolo Donati, La famiglia - Il genoma che fa vivere la società (Rubbettino, pagg. 256, Euro 12,00)

La tesi che viene qui sostenuta è che la famiglia ha un proprio genoma sociale, che è la fonte della socialità. Il genoma familiare, tuttavia, vive in un ambiente, che lo influenza assai più della sua natura costitutiva. Per questo essa può diversificarsi in tante forme sociali, fino al punto di subire delle mutazioni, e non essere più considerata tale. Molti dei disagi e malesseri individuali e sociali che oggi milioni di persone sperimentano dipendono dal fatto che esse non hanno potuto o saputo ‘essere e fare famiglia’. Spesso queste persone non ne sono consapevoli, perché ad esse mancano gli strumenti culturali e materiali per perseguire la famiglia come il loro bene più prezioso. Lo desiderano, ma non riescono a realizzarlo. È necessario elaborare una cultura della famiglia che sappia affrontare le sfide odierne dando ragioni per le quali il nucleo familiare è e rimane la fonte e l’origine della società, il che significa del bene comune da cui dipende anche la felicità delle singole persone.

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Patrizia Perrucchietti -  Gianluca Marletta, Unisex - La creazione dell'Uomo senza Identità

(Arianna, pagg. 126, Euro 9,80)

Il Mondialismo agisce preferibilmente sul piano dei costumi”, delle mode”, dei “ modi di pensare,attraverso la creazione di un “ immaginario globale” che influenzi le scelte delle masse, utilizzando il cinema, le televisioni, il teatro, le riviste e i quotidiani, il web.  Lo scopo di questo libro coraggioso è quello di cercare di comprendere perché, al giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo,per imporre una concezione della sessualità ideologica e avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che, nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di un “ uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo ». L’attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell’essere umano mai tentato nella storia . Promossa grazie all’imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell’Occidente, questa vera e propria “mutazione antropologica” viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni.  Spariscono addirittura i termini “padre” e “madre” , specifici della famiglia tradizionale, e vengono sostituiti dai più generici “genitore 1” e “genitore 2”, quasi a indicare che la maternità e la paternità non hanno più nulla a che vedere con il genere sessuale.

In questo saggio anticonformista , gli autori ricostruiscono le tappe di un processo senza precedenti: dalle origini dell’Ideologia di Genere all’omosessualismo militante, dal progressivo sdoganamento della pedofilia all’invenzione del “sesso X”; in un percorso che ha, come fine evidente e inquietante, la creazione di un uomo nuovo “senza identità”.

ECONOMIA

Marcello De Cecco, Ma cos’è questa crisi ?  (Donzelli, pagg. 288, Euro 18,50)

Spiegare la crisi e i suoi risvolti: è l’intento di Marcello De Cecco nel suo Ma cos’è questa crisi? in cui ricostruisce e commenta le vicende che da cinque anni caratterizzano la congiuntura economica mondiale più difficile e complessa dell’ultimo secolo. La diagnosi è ben chiara. Il principio che continua a ispirare le ricette dominanti per uscire dalla crisi è: «prima l’austerità e poi la crescita». Ora, osserva De Cecco, «la prima l’abbiamo da tempo, ma la seconda non si vede, e se la ricetta non ci ha ancora soffocato lo dobbiamo a Obama, che questa ricetta non la applica». Ma quando è nata l’idea che per investire bisogna aver prima risparmiato? «Essa è presente già in Adam Smith, e percorre per più di un secolo l’intera storia della teoria economica. Fino a quando arriva Keynes che, con la forza della disperazione dovuta alla crisi post-bellica, afferma che, al contrario, sono gli investimenti a determinare i risparmi». Le analisi di De Cecco mostrano bene la tensione tra le due spiegazioni, e la divergenza tra le due ricette. Il cuore della crisi europea sta nel continuare a rimanere abbarbicati all’idea dell’austerità a tutti i costi. La battaglia che si conduce in Europa attorno a questi temi è una battaglia aperta, che coinvolge le autorità monetarie, i gruppi politici, le lobby, gli interessi della speculazione e della rendita.

STORIA

Franco Cardini e Sergio Valzania, La scintilla. Da Tripoli a Sarajevo: come l'Italia provocò la prima guerra mondiale (Mondadori, pagg. 208, Euro 19,00)

All'inizio di agosto del 1914 scoppia la prima guerra mondiale. L'Italia rimane estranea alle ostilità fino al 24 maggio 1915, ma le sue responsabilità in relazione al conflitto sono molto gravi e risalgono a qualche tempo prima. Nel 1911 l'Europa è infatti in un sostanziale equilibrio, lo sviluppo economico è tumultuoso e le grandi potenze hanno risolto quasi tutti i loro contrasti coloniali: l'unico elemento di instabilità viene dall'impero ottomano, il cui collasso porterebbe a conseguenze imprevedibili. In particolare è preoccupante la situazione nei Balcani, dove i nazionalismi serbo, bulgaro, greco e rumeno aspirano a un riassetto generale della regione a spese dei territori appartenenti a Costantinopoli. Dopo oltre un quarantennio di pace fra le potenze del continente, è l'Italia che riapre la stagione dei conflitti, invadendo le province ottomane di Tripolitania e Cirenaica. Giolitti, indifferente ai problemi continentali, è alla ricerca di una vittoria militare di prestigio che taciti le opposizioni di destra e rifiuta ogni offerta di cessione di fatto dei territori avanzata da Costantinopoli, conservandone la sovranità nominale, sull'esempio dell'Egitto e dell'Algeria, da anni protettorati inglese e francese. Nasce così l'impresa di Libia, inutile e proditorio attacco all'impero ottomano.

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Stefano Fabei, Il Generale delle camice nere (Pietro Macchione, pagg. 642, Euro 25,00)

Volontario sedicenne nella Grande Guerra, prigioniero in Germania, squadrista e sindaco fascista

di Castiglione del Lago, Niccolò Nicchiarelli  ha vissuto molti eventi che hanno

caratterizzato la storia d’Italia nella prima metà del XX secolo. Entrato nella Milizia di cui comandò

la legione «Cacciatori del Tevere» e il reparto autonomo nella colonia di confino a Lipari, fu poi alla testa della legione «San Giusto» di Trieste e della 3a legione libica. Segretario federale a Bengasi e membro del direttorio del PNF, durante la Seconda guerra mondiale partecipò in Africa

settentrionale alla conquista di Sidi el Barrani e alla difesa di Bardia, fu comandante della legione

camicie nere «Tagliamento» in Russia, poi del raggruppamento «XXI Aprile» che ricondusse in Italia dalla Jugoslavia dopo l’armistizio. Aderì alla Repubblica sociale e fu al vertice della Guardia

nazionale repubblicana. Imprigionato e processato nel 1945 fu assolto l’anno successivo.

Attraverso l’attenta analisi di una grande mole di documenti, molti inediti, fra cui la Memoria sulla

Guardia, l’autore racconta, insieme alla storia dell’ufficiale, quella, non apologetica né denigratoria,

della Milizia fascista (MVSN), dalle origini al 1945.

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Renzo De Felice, Mussolini e Hitler. I rapporti segreti. 1922 – 1933 (Laterza, pagg. 274, Euro 20,00)

Qual è stato il rapporto tra l’Italia fascista e la Germania nazista? Quali differenze e quali somiglianze fra i due totalitarismi? L’Asse e il Patto d’acciaio erano insiti nella logica di una comune natura dei due regimi o furono solo atti politici, rispondenti a esigenze particolari, sostanzialmente tattiche e contingenti? Renzo De Felice scopre documenti inediti in archivi italiani mentre lavora alla sua biografia di Mussolini. Sono dispacci segreti, lettere, relazioni fra il duce e Hitler, dalla marcia su Roma alla salita al potere del nazionalsocialismo. Alla loro luce,è inequivocabile – i documenti di questo libro lo dimostrano – che l’Italia fascista fu il primo regime totalitario al mondo e la strategia con la quale i fascisti arrivarono al potere servì da significativo punto di riferimento per l’emergere e l’arrivo al potere dei nazisti.

                                                           

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Luciano Garibaldi, Gli anni spezzati – Il Commissario – Luigi Calabresi medaglia d’oro  (Ares, pagg. 216, Euro 14,80)

L’Autore, il giornalista e storico Luciano Garibaldi ha ricostruito con una documentazione scrupolosa e completa la campagna di odio e di linciaggio morale che gran parte della stampa scatenò, negli anni dal 1970 al 1972, contro il commissario di polizia Luigi Calabresi, assassinato, nel maggio di quel ’72, dall’organizzazione estremista «Lotta Continua». Rileva Marcello Veneziani nella Prefazione al volume: «Garibaldi ripercorre in modo appassionato e incalzante, attento ai dettagli e alle sfumature, la vicenda Calabresi, preceduta dal caso Pinelli – che Garibaldi tratta col rispetto che merita – e dal caso Valpreda, con rimandi alla vicenda Tortora e al sequestro Sossi, per poi tuffarsi in quel tunnel misterioso delle stragi senza volto e senza mandante che restano come un macigno sulla coscienza civile e nella memoria divisa del nostro Paese…». Sullo sfondo del libro, pagina dopo pagina si staglia, immutata e quasi imperturbabile, la figura del Protagonista: «Il ritratto di Luigi Calabresi», continua Veneziani, «è un ritratto in piedi. Un uomo che aveva il senso dello Stato, che credeva al decoro delle istituzioni e alla dignità del suo ruolo, che aveva la responsabilità di uomo d’ordine. Un’espressione antica, terribilmente démodé, le compendiava tutte: “servitore dello Stato”. Così si definiva Luigi Calabresi. E chi fa una smorfia d’insofferenza per un’espressione antiquata e retorica, ripensi con rispetto che a quella definizione Calabresi restò fedele fino alla morte. Inclusa. Tutto per 270mila lire mensili…».

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Mario Sossi – Luciano Garibaldi, Gli anni spezzati - Il giudice  -  Nella prigione delle BR  (Ares, pagg. 256, Euro 14,80)

Per 35 giorni in balia di due fantasmi incappucciati di cui si ignora tutto tranne la fredda determinazione: pronti a uccidere. Fu questa la condizione in cui visse, da giovedì 18 aprile a giovedì 23 maggio 1974, prigioniero delle Brigate Rosse, il giudice Mario Sossi. Quattro anni dopo, egli ricostruì nei minimi particolari, con l’aiuto dell’amico e giornalista-storico Luciano Garibaldi, la sua allucinante avventura. Lo fece con spietata sincerità, prima di tutto verso sé stesso, per tener fede a un impegno preso tacitamente durante quegli interminabili giorni nel «carcere del popolo»: spiegare agli italiani, soprattutto ai giovani, quale spaventosa ideologia di morte si nascondesse dietro l’utopia rivoluzionaria. E lo fece sebbene non mancasse chi lo sconsigliava, data la sua condizione di «condannato a morte in libertà provvisoria», ribadita dai capi brigatisti il 22 maggio 1978 nell’aula di giustizia di Torino dove venivano processati. Da questa sua testimonianza è tratta la fiction televisiva «Gli anni spezzati. Il giudice», prodotta dalla Albatross Entertainment e diretta dal regista e sceneggiatore Graziano Diana, Premio Acqui Storia 2013 «La storia in Tv». Ma il libro che, edizione dopo edizione, si impone come un classico degli «anni di piombo», è anche una storia d’amore, l’amore di un uomo per la propria moglie, di una donna per il proprio marito. È la cronaca commovente di un dialogo a distanza tra il giudice Sossi e sua moglie Grazia, sullo sfondo del quale si muovono protagonisti grandi e piccoli di una delle pagine più drammatiche della storia italiana contemporanea.

PENSIERO FORTE

Francesco Saverio Festa, Un’altra teologia politica ? (Mimesis, pagg. 138, Euro 16,00)

Dalla discussione sulla “teologia politica” tra Carl Schmitt e Erik Peterson emerge che a Peterson, che tenta l’impossibile per preservare il cristianesimo da ogni impropria divinizzazione del sovrano e,quindi, negare dalle fondamenta qualsiasi tentativo di fondazione teologica del potere politico, Carl Schmitt replica che la Chiesa vive in terra, infatti essa “prende e dà spazio”. Schmitt intende far valere che per l’Occidente una concezione d’ordine teologico ha determinato un preciso nesso con la politica, dal quale, malgrado tutti gli sforzi della modernità di emanciparsene con il processo di secolarizzazione, è risultato molto difficile prender le distanze. Un dibattito mai conclusosi dal 1922: il Novecento quale “secolo della teologia politica”? Ma vi è stato anche chi ha cercato di “ingentilire”, sotto il segno della fede, tale rapporto tra politica e teologia, tentando di porre le basi di una “nuova teologia politica”, segnata dall’intreccio profondo tra escatologia e libertà. Paradossalmente, al di là degli intendimenti di Metz e di Moltmann,tale tentativo sembra esser stato solo un modo per ridar valore all’asserto schmittiano: vi è un carattere teologico intrinseco alla politica della civiltà occidentale. Sia la via della teologia politica “tradizionalista” dell’ordine, sia la via della teologia politica “progressista” della trasformazione evidenziano come l’origine del tema, e del problema,non possa non ritrovarsi se non nelle origini del cristianesimo. Perchè mai in più di duemila anni il cristianesimo non ha mutato, trasformato l’umanità? E’ possibile, se non necessaria, un’altra forma di “teologia politica”? In alcuni capitoli o momenti asimmetrici, che si snodano,dal punto di vista storico e dal punto di vista tematico, dall’asse Paolo-Agostino a Carl Schmitt e Erik Peterson sino a ...Nancy, si ipotizza e si valuta la possibilità, a partire dal fenomeno della secolarizzazione, se mai vi sia spazio per un’altra “teologia politica”: una “terza via” al crocevia tra tramonto/dissoluzione o emancipazione/trasfigurazione del cristianesimo… Ma qualcuno, alle soglie del Novecento, tra le montagne dell’Argovia, sullo sfondo della grande guerra, non sosteneva forse che “nessuno Stato è il Regno di Dio”?

CLASSICI

Joseph de Maistre, Le serate di san Pietroburgo  (Fede & Cultura, pagg.  400, Euro 28,00)

Scritto durante il soggiorno pietroburghese dell’autore, all’epoca  ambasciatore del regno di Sardegna presso la corte dello zar Alessandro I, e  uscito postumo nel 1821,” Le serate di San Pietroburgo”  non è solo il capolavoro  indiscusso di Joseph De Maistre, ma una pietra miliare del pensiero  controrivoluzionario e un’opera che sta a buon diritto tra i classici del  pensiero di tutti i tempi. In essa tre personaggi (un cavaliere francese  emigrato in seguito alla Rivoluzione, un senatore russo di religione ortodossa  e un conte, che è controfigura dell’Autore) discutono, nella splendida cornice  delle “notti bianche” pietroburghesi, di alcuni problemi centrali della vita  umana e specialmente del mistero del bene e del male, unendo nel loro discorso  storia e filosofia, politica e teologia, scienza e letteratura, sposandole in  un’armonica visione del mondo fondata sulla fede nella Divina Provvidenza che  opera nella storia e che confuta i principi del pensiero rivoluzionario e dell’ età dei Lumi. Un’opera che è un potente antidoto alla melassa politicamente  corretta oggi imperante, una salutare sferzata intellettuale, un’autentica  vitamina per la mente e per lo spirito.

CATALOGHI

Elena Percivaldi (a cura di) Catalogo della mostra “In  Hoc Signo Vinces” - L'eredità culturale e spirituale della "Rivoluzione Costantiniana" (313 - 2013 d.C.) (Il Cerchio, pagg. 80, Euro 15,00)

Si tratta del catalogo della mostra “In  Hoc Signo Vinces”,  promossa dall’Associazione culturale Identità Europea con il patrocinio e il contributo del Comune di Verona e dalla fondazione FELD, curata da Elena Percivaldi, storica e saggista, e dall’associazione Identità Europea. «La mostra – spiega la curatrice – è stata concepita per spiegare a tutti, con un linguaggio semplice e accessibile, l'importanza storica del cosiddetto Editto di Tolleranza, che dopo secoli di persecuzione decretava per il Cristianesimo la libertà di culto consentendone il proselitismo. Un atto la cui portata avrebbe cambiato, nel giro di pochi secoli, il volto religioso e culturale dell'Europa. Ma la rassegna esamina anche la personalità e l'atteggiamento del principale artefice di questa svolta, l'imperatore Costantino, mostrandone tutte le ambiguità nei confronti del Cristianesimo (fu davvero credente? Come si rapportò con l'eredità pagana di Roma?) e ripercorrendo alcune leggende che si impadronirono di lui già poco dopo la sua morte. Costantino fu una figura indubbiamente affascinante”. Il catalogo contiene tutti i testi e le illustrazioni della Mostra  ed in più due approfondimenti di Franco Cardini e Leonardo Sernagiotto.


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