Editoriale

La banda pifferi e tamburi del centro destra italiano.

Chiacchiere infinite sul nulla, riforme surreali ma hanno assolto Berlusconi

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

no storico che tra un secolo o poco più prenda in considerazione la situazione politica attuale stenterebbe forse a credere agli stessi documenti che si troverà davanti.  La stupidità dilaga oggi peggio della più virulenta delle epidemie, tale da confermare   l’opinione che soprattutto per il popolo italiano la democrazia sia la peggiore delle iatture.

Al di là delle roboanti affermazioni del caciottaro rignanese, l’Italia sta andando in pezzi: la crisi è tutt’altro che passata e a darle una mano  ci si mette anche un’estate all’insegna del maltempo (non è colpa della politica? Certo che lo è, piove governo ladro, no?), l’operazione “mare nostrum” si sta rivelando una vera e propria “invasione di stato” fatta a nostre spese e alla faccia dei nostri disoccupati, licenziati etc;  la macchina burocratico-amministrativa dello stato continua a divorarsi imperterrita la maggior parte delle risorse del paese, salvo ovviamente trascurare settori vitali quali la sanità e l’istruzione, in cui certo non mancano sprechi e lavativi santificati per carisma sindacale, ma  che si preferisce “gambizzare” con tagli continui piuttosto che curare e risanare. Un solo, piccolo esempio nell’oceano: i costi della politica non si toccano, ma in compenso gli stipendi degli insegnanti, che l’ultimo sguattero della Camera o del Senato considererebbe come una ridicola mancia, sono bloccati dal 2008; più tante altre belle cose note e arcinote, a cui si potrebbe aggiungere una situazione internazionale incandescente che rischia di esplodere sulle nostre teste e di trascinarci in ballo, anche senza aver nessuna voglia di ballare.

Ecco però, finalmente un raggio di sole: l’assoluzione di Berlusconi. La sconfitta di Ilda la rossa, versione assai meno simpatica di  Maga Magò, non può che far piacere, e da un punto di vista puramente e squisitamente umano si può anche essere lieti per il cavaliere, per quanto si dovrebbe anche avere l’onestà di dire che nella faccenda Ruby, al di là dei risvolti processuali etc. l’ex presidente del consiglio non fa comunque una figura adamantina.  

Ma il punto non è tanto questo, quanto il fatto che tale assoluzione sembra essere diventata la pietra filosofale. l’elisir di lunga vita, il toccasana della politica italiana; e l’avvocato Franco Coppi una sorta di Indiana Jones che ha finalmente distrutto il tempio maledetto della giustizia “Komunista” mentre in molti si interrogano su quali dovranno essere le prossime mosse del cavaliere o si prodigano nei soliti ruoli di Richelieu della carta stampata, anzi del foglio elettronico.

Ora pur con tutte  le debite, numerose e giustificatissime riserve sul conto della cosiddetta giustizia italiana, è strano che a pochi  (tra cui al nostro direttore Simonetta Bartolini) sia venuto in mente di confrontare due sentenze con un quadro politico del tutto mutato, a pochi mesi di distanza. Nell’agosto  dell’anno scorso la sentenza sul caso dei diritti Mediaset vedeva ancora una forte contrapposizione tra  quello che restava del PDL e il Partito Democratico, malgrado  l’ennesimo inciucio che aveva dato vita al governo Letta. 

Oggi con Renzi qualcosa è cambiato ma soprattutto  l’imbonitore di Rignano ha bisogno del cavaliere per far finta che dietro i suoi roboanti proclami ci si sia qualcosa di vero e procedere con quelle riforme istituzionali che tra l’altro, almeno per quanto riguarda la composizione del parlamento,  dovrebbero destare più di una perplessità. Se a questo si aggiunge poi la scissione di quell’altro “degnissimo” personaggio che è Angelino Alfano, la scena è veramente da circo: un centrodestra dove il centro è spaccato tra un  soggetto politico ( certo un parolone per NCD, ma giusto per capirsi…)  che governa insieme alla sinistra e un altro, Forza Italia, che ufficialmente almeno dovrebbe stare all’opposizione, e nei fatti fa da quarta sponda a “Renzie” e alla sua banda pifferi e tamburi.

Il ragazzotto premier ha infatti la stessa tempra di statista di un camaleonte albino, ma in una cosa è sicuramente molto abile: nel far ballare gli altri, a partire da quei fessi di Italiani (che però vanno almeno in parte capiti, visto lo sconfortante squallore del panorama politico odierno) alla propria musica. E che il ultimamente il cavaliere si sia trasformato da pifferaio  in ballerino, lo prova il suo atteggiamento quasi di sottomissione a Renzi, oltre a convergenze veramente “inverosimili”  come quelle per la questione della “famiglia” omosessuale, tanto più ridicola da parte di chi  in passato si è voluto ergere a paladino di una famiglia “tradizionale” di cui oggi sembra importare ben poco alla politica; e questo in nome di un liberalismo ormai stantio, con cui si cerca di giustificare tra un po’ anche il matrimonio tra l’uomo e la gallina, animale che in certi casi ha sicuramente più dignità e cervello; almeno di molti politici e “politichesse”, senz’altro.

Ma tant’è: i problemi maggiori del paese non sono  la disoccupazione, i suicidi da crisi, i giovani con gravi incognite su un futuro che lo stato dovrebbe loro garantire, una invasione al cui confronto quelle cosiddette “barbariche” rischiano di essere un scherzo (non fosse per il fatto che Romani e “Barbari” avevano nella maggior parte di casi uno schema di civiltà comune) etc. etc. : sono sicuramente  il diritto dei gay al matrimonio ( senza riflettere che “matrimonio omosessuale” è una vera contraddizione in termini, tanto che neppure la civiltà greca, che non era certo “omofoba” arrivò mai a concepire nulla del genere), da imporre  al punto di cercare di criminalizzarne l’opposizione, o l’abolizione del cognome da parte di padre.

Che Berlusconi & c., con qualche  eccezione, aderiscano a cose sino ieri decisamente contrastate dà la misura di  quanto oggi possa essere affidabile un politico che pure nel passato aveva suscitato tante simpatie e speranze, e che non solo in circa un ventennio di potere non è riuscito in definitiva a concludere nulla o quasi, ma sembra oggi pur di tenersi a galla cercare di aggrapparsi a presunti “salvagenti” (ancor più aberranti se suggeriti da “fidanzatine” o cagnolini al guinzaglio) che rischiano poi di rivelarsi come scogli che lo faranno miseramente naufragare. Insomma, ancora una volta la giustizia in realtà mostra di entrarci con le sentenze come la cultura e la competenza con la classe politica nostrana o la cortesia e il buon gusto con un tamarro di borgata; e questo senza voler assolutamente entrare in questioni strettamente giuridiche o processuali, cosa di cui chi scrive non sarebbe assolutamente all’altezza.

La destra? Per quella merita chiedere a Chi l’ha visto o cose del genere ….

Della destra, purtroppo, non merita parlare. Del 1994 ad oggi essa è stata bravissima a rinnegare se stessa e non sono certo i suoi poco o nulla credibili epigoni, alla ricerca disperata di un quarto d’ora di notorietà e di qualche sgabello che consenta loro di continuare a vivere alla spalle del popolo italiano, che potranno cambiare di una virgola una situazione sempre più critica.

Eppure proprio in un contesto  come quella odierno ci sarebbero spazi enormi, vere e proprie praterie che si aprirebbero a un soggetto politico degno di tale nome, che potrebbe raccogliere i tanti, tantissimi “orfani” che aumentano in modo esponenziale a tutte le latitudini, come dimostra anche l’ultimo dato elettorale. Basterebbe decidersi a fare  gli interessi reali dell’Italia e degli Italiani, non quelli degli Eurocrati, delle multinazionali, delle lobbies (gay e non), della più sconcia, inetta, ignobile e invereconda casta politica che abbia oppresso un paese “civile”. Che sia necessario il “Veltro” di Dante per arrivare a tanto?


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