Taci Imbecille

Roberto Escobar, Fascisti dentro, «L’Espresso» 2 febbraio 2012

D'altra parte, anche loro - Cobra (Pierfranco Favino), Negro (Filippo Nigro), Mazinga (Marco Giallini) e gli altri - sono fascisti a tutti gli effetti. Se nel 2001 li avessero lasciati fare alla caserma Diaz di Genova, ora l'Italia non sarebbe messa così male: questo si dicono l'un l'altro nel tempo libero, tra una carica ufficiale e un pestaggio ufficioso.
Raccontandoli, dunque, Sollima sta dalla loro parte, nel senso che gira come se vedesse il mondo con i loro occhi. Loro è il virilismo coprolalico che domina i dialoghi. Loro è la riduzione d'ogni complessità sociale al modello politico-paranoico per cui il Paese tutto sarebbe esposto a una sporca congiura ordita da politici, "zingari" e profittatori subdoli di molteplici etnie criminali. Loro è poi la certezza che occorra far pulizia nel modo più spiccio, e così preservare la purezza autoctona della nazione. Insomma, sono proprio fascisti. A distinguerli dagli altri, e a metterli contro di loro, c'è solo il fatto che mordono il freno, a parte spedizioni punitive ora contro migranti che si ostinano a non tornarsene a casa loro, e ora contro i loro camerati apertamente "rivoluzionari".

Chi sia affetto da onestà intellettuale irrimediabile potrebbe pensare che Escobar non abbia visto il film ACAB, in realtà, ora che non c’è più Berlusconi da massacrare mediaticamente, siamo tornati al “dagli al fascista”. Chiunque non sia allineato e coperto con una vecchia sinistra paracomunista intollerante, radical-chic, anima bella per diritto divino è sicuramente un fascista, nutre sentimenti fascisti, o quanto meno a sua insaputa alligna in lui un fascista nascosto che questi spseudo-intellettuali e militanti ideologici senza fine si incaricano di segnalare e mettere all’indice per fare “pulizia”.

Sorge il dubbio su chi siano i veri fascisti.

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Gehlen il 01/02/2012 09:58:44

    Perché invece di argomentare molti preferiscono offendere? Perché è più facile?

  • Inserito da Furbas il 31/01/2012 23:16:54

    Che dire? cadono le braccia nel constatare la stupidità e la malafede di certi giornalisti. Un contadino di un secolo fa direbbe: "Che s'ha da fa' pe' campa' ". Aveva ragione chi disse "Calunniate, calunniate, qualcosa resta sempre"... Settant'anni di calunnie contro il Fascismo e i fascisti hanno dato questi frutti. Ma che tristezza vivere in un mondo affogato nella menzogna...

  • Inserito da Gehlen il 31/01/2012 22:48:19

    Chi fosse affetto da onestà intellettuale irrimediabile potrebbe pensare che il commentatore non avesse letto la recensione. Gli altri potrebbero pensare che non l'ha capita. Che i poliziotti del film siano fascisti è il film che lo sostiene. Che la regia usi la macchina da presa come i poliziotti usano il manganello è invece "detto" implicitamente proprio dalla regia. E lasciamo perdere l'aggettivazione della sinistra come paracomunista, che da un lato è apodittica e dall'altro è rivelatrice della visione del mondo del commentatore. Roberto escobar

  • Inserito da Maurizio Gianotti il 29/01/2012 23:49:52

    Ho visto ACAB e devo dire sinceramente che non ho trovato affatto fascisti i "celerini" Favino, Nigro e Giallini. Li ho trovati molto umani e sofferenti. Anche molto discutibili nei metodi. Sicuramente fascisti sono i naziskin che nel film organizzano le ronde e le spedizioni punitive dopo l'omicidio Reggiani. Sulla Diaz, Giallini dice: "RE' stata una macelleria messicana..." e alla fine, quando si accorge di essere in piazzale Diaz, l'omonimia gli fa dire "Mi sa che questa volta pareggiamo il conto". Ho pensato che fanno una vita terribile, non hanno sostegno da nessuno, nemmeno dai cittadini, ma spesso vengono guardati con diffidenza e con ostilità.

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