La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Le inutili discussioni sull'art.18; la federazione del centrodestra auspicata da Berlusconi; il Corsera richiama Renzi sul rapporto con la Ue

di Vincenzo Pacifici

Le inutili discussioni sull'art.18; la federazione del centrodestra auspicata da Berlusconi; il Corsera richiama Renzi sul rapporto con la Ue

L’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, in questi giorni al centro di animati e finanche infuocati dibattiti, è stato voluto e sostenuto dai governi di centro –sinistra (DC – PSI – PSDI), artefice principale il socialista ex azionista Giacomo Brodolini.

Rispolverando il nostro povero latino, è da chiedersi cui prodest l’abolizione della contestata norma sul licenziamento illegittimo? Gioverà all’occupazione, creando nuovi posti di lavoro oppure riaprirà le porte al rampantismo industriale, ai padroni delle ferriere, responsabili della crescita e dell’espansione smisurata dei sindacati? La sua eliminazione darà luogo ad una illuminata socialità o creerà situazioni di concorrenza, in cui, per dirla con Plauto, homo homini lupus?

Sullo stesso tema è intervenuto, parlando in tutt’altro tono rispetto qualche giorno or sono, Vittorio Feltri, notando che “non è Renzi a deambulare sulle nuvole, ma chi vorrebbe che egli ricalcasse le orme dei comunisti d’antan. A me non garba nemmeno la nuova sinistra renziana […]. Caro Matteo, ti sono vicino, ma stai alla larga da quelli come me. Ti conviene. Se poi tu vincessi, noi smetteremmo in ogni caso di dare il tifo per te e daremmo il via agli attacchi. Non per altro: abbiamo l’impressione che non combinerai niente neanche da vincitore”. Forse Feltri non sa o meglio trascura quanti della sua area politica, sin dall’inizio non hanno prestato alcuna fiducia nel boy scout, essendo universalmente nota la sua formazione politica, la sua impreparazione, il suo arrivismo ed il contorno, che lo circonda e lo guida.

Si torna a parlare, con un’insistenza sospetta date le voci di una consultazione politica nei primi mesi del 2015, della sfida di Forza Italia, fondata sul ritorno alla federazione del centrodestra, compresi i radicali della Lega e del MSI. A parte il fatto che i risultati di questa federazione, in effetti una subordinazione generale a Berlusconi ed ai suoi fedeli, sono stati piuttosto magri e deludenti, è pur vero che se esistono convergenze tra i cosiddetti radicali, è altrettanto vero che esistono delle contrapposizioni, delle antitesi insuperabili tra chi, come Salvini, anche all’indomani della sconfitta dei secessionisti scozzesi, continua con le dichiarazioni referendarie per l’indipendenza  dallo Stato nazionale, e chi a destra continua (credo) a chiamarsi e a considerarsi Fratelli d’Italia.  Altro aspetto da considerare in questa potenziale federazione, ovviamente paritaria, è il rifiuto espresso con encomiabile chiarezza nel meeting di Sirmione contro “chi è salito e sceso da questo carro”.

Anche sull’Europa è quanto mai costante l’attenzione, specialmente ora dopo la bocciatura del referendum scozzese. E’ interessante però rileggere una nota di Franco Venturini, il quale, pur con il classico e scontato cerchiobottismo del «Corriere della Sera», lamenta “il linguaggio spesso aggressivo” del mangiatore di gelati verso l’Europa da cambiare, “obiettivo – si premura di notare i giornalista – che condividiamo ma con altro stile”. Osserva poi Venturini “un errore di calcolo sull’effettiva consistenza dell’“asse” con la Francia, che ha le stesse nostre rivendicazioni, ma che si guarda bene dall’irritare la Germania, debole com’è nelle sue alte sfere politiche. Germania che a sua volta lascia trapelare una certa insofferenza nei confronti di una Italia definita “inconcludente”. La posizione altalenante diviene eclatante poi in questo passaggio: “Non vogliamo dire che il premier abbia fatto poco o nulla nei suoi primi mesi di governo. Non sarebbe nemmeno giusto liquidare ora i suoi mille giorni. Ma un problema esiste, ed è di considerevole entità: se Renzi non capirà alla svelta che un certo atteggiamento retorico [e bullesco ed al fondo puerile] (-se vogliono la guerra, avranno la guerra-) risulta controproducente in Europa più che mai se non è puntellato da realizzazioni compiute, sarà il suo stesso progetto a finire contro un muro. Un muro che potrebbe chiamarsi Katainen prima ancora di chiamarsi Merkel”.

Una patente di inadeguatezza rilasciata more «Corriere» è pur sempre da sfruttare, tanto che si parla di un “rovesciamento del tavolo” con l’avvento alla guida del governo di un tecnico, Ignazio Visco.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.