Lettera aperta, al Ceo dell’azienda di Cupertino

Perché Tim Cook, l’uomo che disegna la tecnologia Apple, definita la più bella del mondo, si veste tanto male?

Caro Mr. Tim, lei non è e non sarà mai Steve Jobs. Non è come lui e non si esprime come faceva lui

di LORD BRUMMELL

Perché Tim Cook, l’uomo che disegna la tecnologia Apple, definita la più bella del mondo, si veste tanto male?

Lo stile(!) di Tim Cook, Ceo alla Apple

Gentile Mr. Tim Cook, il suo compatriota T.S. Eliot, noto saggista statunitense, ebbe a dire: “ I poeti immaturi imitano, i poeti maturi rubano, i cattivi poeti deturpano quello che trovano, e i buoni poeti lo convertono in qualcosa di migliore o almeno diverso”.

Lei è stato capace di sviluppare la frase di cui sopra in una delle migliori invenzioni del XXI secolo, l’amen di un orologio supersonico, quello che evidentemente la situa nell'ultima categoria summenzionata.

Se usiamo un criterio tecnologico, la sua condizione è quella del buon poeta.

Ma certi aspetti della sua personalità la conducono inevitabilmente alla base del piedistallo, quella dei poeti immaturi che imitano o quella dei poeti cattivi che sfigurano ciò che toccano. La buona notizia è che abbiamo le chiavi affinché possa sbarazzarsi delle catene che la limitano nel brillare come Steve Jobs, suo precettore. Scusi l'audacia, ma converrà con noi che i titoli di quest’articolo meritano almeno, da parte sua, una piccola sbirciatina.

Mr. Cook, lei è il responsabile degli artefatti tecnologici più belli del mondo, una circostanza che l’autorizza in eccesso a mostrare al mondo la sua vera personalità.

Caro Mr. Tim, lei non è e non sarà mai Steve Jobs. Non è come lui e non si esprime come faceva lui.

Lasci da parte lo stile inimitabile di altri e mostri il suo migliore lato. Non chiediamo un altro Jobs, ma abbiamo bisogno solo della sua migliore versione, del vero Cook.

Ai più risulta che pur essendo tanto capace come il suo predecessore, abbia però optato per lasciarsi cullare dalle ombre estetiche di quest’ultimo.

La moda, la musica, la letteratura e altre discipline sono una fonte inesauribile di versioni, duplicati, fotocopie e riproduzioni.

Però al momento della verità ciò che veramente prevale è l’originale. Quindi, essere se stessi.

Si Dimentichi Jobs.

Si scordi le sue camicie dal colletto rovesciato di Issey Miyake, i Levi’s 501 e le ginniche della New Balance. Jobs era coerente con la sua forma di vestire, veniva da dove veniva ed il suo aspetto era tutta una dichiarazione di intenzioni.

Ma allo stesso modo che necessità ha avuto di infoderarsi in una camicia rugosa e in certuni pantaloni tanto tristi, il giorno della presentazione dell' iPhone 6? Per certo, non ci sono dispiaciute le sue Nike blu.

Ma chi l’ha consigliata in merito a quell’abbigliamento? Portava degli occhiali così vecchi che sembravano volergli cadere da un momento all’altro, e una canottiera a muratore che si poteva tranquillamente intuire dal collo della camicia.

Siffatte stravaganze erano solo di Steve Jobs, e solo lui poteva permettersele. Ci era nato dentro.

Non sarebbe l’ora che si convertisse ad un abito, con o senza cravatta?

Ci rimane difficilissimo comprendere come una marca del livello di Apple, che si basa sulla perfezione estetica dei suoi disegni, possa accettare un dirigente così messo male a livello di vestiario.

Non c’è assolutamente niente di “cool” nell’indossare un abito per andare in spiaggia, ma egualmente non esiste alcuna spiegazione per la quale si sia dovuto mettere la prima cosa che ha trovato sulla sedia proprio il giorno nel quale tutto il mondo ha posato gli occhi su di lei.

Quello che più ci offende e che non ha assolutamente niente di spontaneo nel suo “look”.

Sappiamo che tutto fa parte di una strategia perfettamente tracciata, una circostanza che ci riempie di stupore. Esigiamo molto da Apple, forse troppo. Chiediamo telefoni sempre belli ed avanzati, buoni prezzi e continue migliorie.

Ma forse è giunto il momento di chiedere qualcosa di sciocco, una pretesa labile: una camicia stirata e un paio di pantaloni presentabili. E’ esagerato?

Il 26 settembre c.a. arriverà nei negozi l' iPhone 6, giusto in tempo per ricordarle uno dei curiosi paradossi che rappresenta la marca di cui è il timoniere.

Lei conduce la flotta tecnologica degli esteti, quindi sarebbe cosa gradita che potesse somigliare ad uno di loro.

Non sappiamo se si tratti di un atto di arroganza o di un semplice malinteso, resta il fatto che vestirsi male volutamente è qualcosa che non capiremo mai.

Sentiamo la veemenza, ma l'urgenza ci soffoca.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da silvana il 22/09/2014 15:01:58

    vestire casual per Tim Cook non è altro che il voler continuare lo stile di Jobs a bella posta, convinto che questo look gli porti più fama oltre che lauti guadagni. in definitiva il nuovo Steve Jobs. sarà una sua fissazione il mostrarsi trasandato, ma non sottovalutiamo il personaggio, mi sembra una sua tattica furbesca, per attirarsi le stesse simpatie che erano di Jobs. quindi tutto calcolato e credo ben riuscito notando l'apprezzamento dei suoi fan

  • Inserito da bea il 22/09/2014 14:15:55

    Bravo lord, solo tu sei capace a avere l'occhio e la lingua sapiente a scrivere quest'articolo stupendo! Complimenti, e hai ragione. Solo che non sapiamo come sara mr.cook quando si fara conoscere veramente se stesso. mi incuriosisco!

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