Liberismo ad oltranza

Se il PD di Renzi diventa Forza Italia di Berlusconi

Non c’è più un partito che garantisca i lavoratori. La fine inizia con la rottamazione dell’art. 18

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Se il PD di Renzi diventa Forza Italia di Berlusconi

Chi se la ride e a chi gli...rode!

La frattura sull'articolo 18 che si sta compiendo nel Partito democratico può essere tranquillamente paragonata a un mix di psicoterapia di gruppo e una vera e propria sfida all’O.K. Corral, ove da un momento all’altro c’è da aspettarsi il definitivo regolamento di conti.

La posta in gioco altro non è che l’attendibilità del percorso di riforme promesso dall'Italia di Renzi all'Europa e in primis alla Merkel.

Il risultato di ieri è parso ai più scontato, dal momento che il Premier dispone di una maggioranza che lo mette tranquillamente al riparo da grossi capovolgimenti.

Ora, come ora, la questione primaria è rimandata al voto in parlamento e a come si comporteranno i dissidenti ma, principalmente, al loro numero, a quanti realmente saranno.

Perché, è inutile negarlo se tutti si manterranno sulle loro posizioni la maggioranza potrebbe diventare piuttosto pericolante.

Al Senato, per esempio, ci sono solo sette voti a favore del governo, pochi per una svolta così importante come la riforma del lavoro.

Una cosa è certa, questa nuova mossa ha sancito definitivamente la morte della sinistra come la intendeva mio padre o tutte quelle persone con la tessera del PCI in tasca. Mai, come in questo frangente, il PD si è dimostrato assolutamente contro la massa operaia e i problemi della stessa in campo lavorativo.

Ieri è stato dato il colpo mortale alla storia della sinistra che combatteva per i lavoratori, venendo a questo punto a mancare, come già detto nell’articolo riguardo al sindacato, le grandi contraddizioni tra capitale e lavoro tra liberalismo e libertà, tra democrazia e oppressione, progresso ed emancipazione, sovrapproduzione e povertà.

Ma attenti, quanto sopra non vuol significare la fine di una certa lotta, pur essendosi logorato il periodo delle sollevazioni collettive, dei grandi partiti con la falce e il martello e delle rivolte di piazza.

Adesso gli stessi lavoratori, molto più acculturati dei loro predecessori, dovranno spostare lo scontro su un campo diverso, con un sistema totalmente rinnovato, più importante di quelli precedenti.

Ormai la politica italiana è diventata col passar degli anni un mero affare del singolo individuo, e una politica che voglia ancora essere parte integrante della collettività, a mezzo mediatico o per suffragio, è destinata al fallimento totale, proprio perché la massa si è trasformata nella più grande forza antipolitica esistente, avendo da tempo eliminato la scelta partitica, in cui si definiva, anni addietro, la sua ideologia, per liquefarsi nell'impasto scenografico dell’applauso o dei fischi, dell’apprezzamento o della disapprovazione, un consenso generale nei riguardi  dell’ultima concezione rimasta.

Insomma la nuova figura del lavoratore, pur mantenendo una logica d’insurrezione o di dissenso, dovrà essere ben organizzata ma non massificata, con il compito fondamentale di politicizzare l’interiorità, trasformandola in una minaccia sempre tesa allo scontro, un luogo dove sia possibile far coincidere tutto il non alienabile come l’amicizia, la vita, la morte, l’amore, la cultura, la religione e che farà della sua ampia zona un’immensa selva capace di ricoprire, come fa l’edera con i palazzi, la civiltà del lavoratore in declino.

In poche parole quest’ultimo, essendogli venuti a mancare i soliti centenari appoggi quali il sindacato e, oggi, un forte partito di sinistra, dovrà lottare singolarmente e con grande ardore, così da stimolare gli altri individui alle prese con una società spietata e tendente all’imbarbarimento.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da sivana il 30/09/2014 12:24:26

    ci sono troppe prese di posizione, il cittadino o il lavoratore si sente oppresso o schiacciato da una morsa politica dalla quale non può liberarsi. la posta in gioco è molto importante per coloro che intendono comandare e ribaltare il sistema. i politici da una parte, i sindacalisti dall'altra, e il caos è inevitabile. non oso pensare ad una buona accoppiata Renzi Berlusconi anche se entrambi hanno un loro interesse, non mi fiderei per nulla del fiorentino tutto fumo e niente arrosto; troppo pieno di sé, a lungo andare, offuscherebbe la figura del partner, perché la sua smania di primeggiare in tutto, non gli permetterebbe di essere imboccato o consigliato. la considerazione da fare è che chi sta pagando per tutti gli errori di questa classe politica, è il povero cittadino sempre con la mano al portafoglio e i lavoratori tutti

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