La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Gli statali tassati oltremisura al limite dell'incostituzionalità, tagli alle regioni devastanti. Siamo al disastro finale

di Vincenzo Pacifici

Gli statali tassati oltremisura al limite dell'incostituzionalità, tagli alle regioni devastanti. Siamo al disastro finale

Attribuendo, per assurdo, senso ed utilità al provvedimento di anticipo volontario in busta paga fino al 2018 del Trattamento di fine rapporto, sono da invocare, a nome degli statali esclusi con tutti gli altri dipendenti pubblici, e condannati per di più dalla legge di stabilità ad un blocco degli stipendi, esteso all’intero 2015, gli articoli 2-3 della Carta costituzionale: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” , “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica del Paese”.

L’operazione – ha avvertito il “Corriere della Sera” – risulterà a costo zero per le imprese, graverà per 100 milioni sullo Stato, ma si rivelerà piuttosto salata per i lavoratori, cui sarà posta a carico la tassazione ordinaria, calcolata globalmente da un minimo di 1 miliardo e mezzo a un massimo di 4 miliardi.

Come poi era scontato da tutti meno che dal pupo, al quale non è stato spiegato il passaggio, si è avuta, immediata e forte, la rivolta delle Regioni e delle Provincie, cui presto si uniranno i Comuni, per i tagli previsti.

Il presidente della Regione Lazio ha detto di ritenere che tagli incideranno sulla sanità, oltrechè sul diritto allo studio, alle borse di studio, ai trasporti pubblici ed aggiunto che lo scaricare il peso delle tasse sugli enti locali “rompe o logora la lealtà dei rapporti interistituzionali perché sottopone livelli di governo eletti a suffragio universale a un metodo di decisioni che entra nel vivo delle carni”.

Persino le redivive Province, attraverso il loro ufficio di Presidenza, hanno denunziato che “a partire dal 1” gennaio 2015 molte delle funzioni attualmente esercitate dalle Province saranno spostate su Città metropolitane, Comuni e Regioni. Il taglio di 1,5 miliardi ricadrà direttamente sui bilanci dell’intero sistema degli enti locali. Il rischio sarà di collasso complessivo del sistema, con immediate ricadute sui cittadini cui non sarà più possibile assicurare i servizi essenziali. Significa non riuscire ad assicurare la minima tenuta della sicurezza nei 130 mila chilometri di strade provinciali, di non potere garantire la gestione e manutenzione delle scuole, le opere contro il dissesto idrogeologico, il trasporto pubblico locale”.

Credo sia più che sufficiente per concordare con il direttore di”Libero”, Belpietro, nel giudizio sul TFR in busta paga “una stupidaggine. Anzi una idea pericolosa, che gli italiani rischiano di scoprire quando sarà ormai troppo tardi”.

E ancora di più con gli effetti e le ripercussioni non è possibile non considerare l’intera manovra un macroscopico errore e per le tassazioni ben camuffate ma pesanti in arrivo e per i gravissimi scompensi nel funzionamento della macchina statale con ulteriore impoverimento della tutela dell’ordine pubblico, dei servizi scolastici, delle università e della salvaguardia dei beni culturali. 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Stefano il 17/10/2014 21:20:12

    Ma lo Stato dica finalmente quali sprechi eliminare a livello locale, non basta dire elimino 4 miliardi di trasferimenti alle regioni o eliminiamo le province e poi lasciamo in piedi l'intera struttura e paradossalmente le diciamo che deve tagliare gli sprechi. È ora che a Roma, Renzi o qualcun'altro, si decida a fare le riforme costituzionali necessarie per cambiare la struttura amministrativa dello Stato. Insomma Roma e le Regioni fanno parte dello stesso paese ed è Roma che può e deve decidere di cosa si devono occupare le regioni. Un discorso a parte per i comuni; l'Italia è nata con i comuni e questi sono stati e lo sono tutt'ora un riferimento per i cittadini. È vero che sprechi ed eccessi hanno riguardato questa antica istituzione, ma è altrettatanto vero che i Comuni protagonisti di ciò sono quelli grandi, infatti, secondo le ultime statistiche sono appunto i grandi comuni a rischio default. Ma Romma però se la prende soprattutto con i piccoli comuni e in particolare con quelli delle aree montane e marginali, obbligandoli a scomparire, senza rendersi conto che ciò porta all'abbandono di quei territori dove la presenza dell'uomo deve essere incentivata. La conferma di questo ci viene dagli ultimi eventi alluvionali, dove risulta palese che l'abbandono dell'entroterra, dovuto ai tagli dei servizi più elementari (sanità,scuola, trasporti), insieme al taglio dei fondi per il dissesto idrogeologico, ha determinato la fine della cura del territorio.Il paradosso poi è che quando succedono catastrofi come a Genova i fondi (poi non spesi) per la sistemazione idrogeologica vengono concessi a chi sta a valle e nulla a chi è a monte.

  • Inserito da ghorio il 17/10/2014 12:43:28

    Sul "grido di dolore" di Chiamparino e compagni non sono d'accordo. Per una volta sono d'accordo con Renzi: le regioni taglino i loro privilegi, tra emolumenti dei consiglieri regionali, giunte, dirigenti, capiservizio e burocrazia varia. Lo stesso discorso vale per i comuni, le province non le considero, perché , per me, devono essere cancellate e basta, ma anche per le cronache dei giornali e della tv e per i dati statistici. Quanto al Tfr è un provvedimento, anche se è volontario, sbagliato all'inverosimile. Lo stesso dicasi del blocco degli stipendi degli statali. Anche qui infatti i dirigenti, con i premi che vengono loro elargiti per presunti obiettivi, prosperano, ci vanno di mezzo i soliti, magari quelli che lavorano veramente, anche se l'Italia dei luoghi comuni non è per niente solidale con gli statali, considerandoli, sbagliando in grandissima percentuale, fannulloni. Una cosa è certa: sarebbe ora che il governo si decidesse a fare un'analisi reale delle spese, degli sprechi, etc ed iniziare una fase veramente nuova.

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