La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

I due giovanotti di nome Matteo. Sciocchezzaio quotidiano. Berlusconi tenta un risveglio

di Vincenzo Pacifici

I due giovanotti di nome Matteo. Sciocchezzaio quotidiano. Berlusconi tenta un risveglio

Marcello Veneziani

Marcello Veneziani ha dedicato un “cucù”, al solito centrato e misurato, ai “Mattei di lotta e di governo”, a cui occorrono,  a modesto avviso di chi scrive, alcune puntualizzazioni. Per il nostro amico pugliese Matteo Salvini “somiglia un po’ all’altro, per età, motilità, spregiudicatezza ed efficacia mediatica; un Matteo in versione rustico-sportiva come rimedio omeopatico al primo Matteo in camicia. […]  è duro pensare che Salvini possa rappresentare la destra, l’Italia tutta e la nostra civiltà. Sono troppo freschi i ricordi verdi di Padania, le corse alla secessione, le invettive contro Roma, il Sud e l’Italia”

Personalmente ritengo che il lombardo ed il toscano abbiano in comune difetti sostanziali: l’impreparazione politica, l’inadeguatezza culturale e la superficialità dialettica. Salvini, poi, può essere un alleato, giammai il leader di una coalizione, che comprenda la destra, dal momento che non risulta abbia mai esplicitamente e decisamente rinnegato i progetti sulla Padania, i discorsi farneticanti sulla secessione e le contumelie contro Roma, l’Italia ed il Sud, di cui si strumentalizza il disperato desiderio di protezione politica dopo l’evaporazione di FI, il suicidio di AN ed il deludente comportamento di FdI.

Dell’accantonamento patito e sopportato da FdI in questi ultimi mesi è prova la posizione defilata assunta dalla Meloni, che si limita a stilare telegrafici tweet ed il cui ultimo “editoriale” sul sito ufficiale del movimento risale al 19 ottobre (sì, ottobre!).

Sullo schieramento di centrodestra, che non è, almeno per il momento, possibile e realistico definire coalizione, si attendono i risultati sulle regionali di domenica prossima, in Emilia, in cui si spera in un forte assenteismo, segno di sconfessione del puffo, ed il Calabria, dove il sullodato puffo chiuderà la campagna elettorale a favore di un candidato, che da 40 anni predica il comunismo. Saprà Berlusconi queste notizie?

Ed ora un carrellata di titoli eloquenti sul governo, sulla sua situazione e sulle insufficienze:

“La Rai denuncia Renzi e il Pd ci mette la firma”;

“La Mogherini non conta niente esclusa dal vertice sul nucleare” – notizia umiliante ma scontata;

“Raid dell’Aeronautica in difesa della Pinotti. Adesso decidono i pm” – iniziativa clientelare e carrieristica;

“I rifugiati [a Roma] erano solo 250. Marino ne ha voluti 3.000” – incommentabile;

“Spreco accoglienza [sempre nella Capitale]: 24 milioni l’anno per i campi nomadi.

Berlusconi ha impiegato molti mesi, troppo, per accorgersi delle disfunzioni e della scadente qualità dell’uomo e del suo raggruppamento. Il Cav. solo ora ha lanciato il “No Tax Day” “Giù le mani dalla casa”, “Spremere le famiglie per coprire le proprie inefficienze e incapacità è un sacrilegio”, essendo stato risucchiato per un tempo eccessivo e assolutamente sterile su temi inutili o quanto meno, al momento,  del tutto marginali, la riforma mortificazione del Senato e la modifica della legge elettorale, se vogliamo credere al comune impegno per il rinnovo della Camera nel 2018. Del resto anche sul “patto del Nazareno”, svegliandosi da un dannoso letargo, il presidente del Milan ha proclamato la rottura, visto che “se dopo ogni incontro, c’è qualcosa che deve essere rivisto, le modifiche devono essere fatte da entrambe le parti. Altrimenti non si chiama patto”.

Anche se verrebbe da prendere a prestito la frase Je te l’avais bien dit, vanno lette e dovrebbero essere utilizzate per una efficace ed approfondita propaganda le parole del ‘fondo’ di Galli della Loggia apparso sul “Corriere” di oggi: “L’ispirazione che anima Renzi è volata finora troppo bassa, ha avuto una voce troppo tenue, per dare vita ad una visione del destino della nazione e della società italiana che preluda davvero alla loro rinascita entro una rinnovata forma democratica. Almeno finora è andata così. Intanto però il tempo passa. Pian piano le grandi speranze si consumano. E tra poco, inevitabilmente, esse si sentiranno tradite: per un uomo politico non c’è quasi nulla di peggio”.  Avranno lette queste frasi la Meloni e Storace, al quale non si può che augurare di poter tornare da domani in pieno e rasserenato servizio?

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