SHAKESPEARE ALLA PERGOLA DI FIRENZE

Il Mercante di Venezia: il potere del denaro

«Considero il mondo per quello che è, Graziano: un palcoscenico sul quale ciascuno recita la propria parte. »

di Niccolò Andreotti

Il Mercante di Venezia: il potere del denaro

Silvio Orlando

Dopo il successo riscontrato dalla prima nazionale del Decamerone di Stefano Accorsi e Marco Balani adesso toccherà a Valerio Binasco e Silvio Orlando affascinare il pubblico del Teatro della Pergola di Firenze.

Già dalla scorsa stagione Silvio Orlando incontra con la Popular Shakespeare Kompany

Il Mercante di Venezia, una delle opere più note del drammaturgo inglese.

La storia è nota: siamo a Venezia, è il XVI secolo. Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, vorrebbe la mano di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Per corteggiarla degnamente chiede al suo carissimo amico Antonio, il mercante di Venezia, tremila ducati in prestito. Antonio non può prestargli il denaro poiché ha investito in traffici marittimi. Garantirà per lui presso Shylock (Silvio Orlando), usuraio ebreo, che non sopporta lo stesso Antonio, poiché presta denaro gratuitamente, facendo abbassare il tasso d'interesse nella città. Nonostante ciò, Shylock accorda il prestito a Bassanio. L'ebreo però, in caso di mancato pagamento, vuole una libbra della carne di Antonio … richiesta che alla fine gli si rivolgerà contro.

Il testo è però ambiguo e complesso: qui si intrecciano conflitti sociali e culturali, valori come legalità e giustizia, passioni e intrighi amorosi. Il mercante di Venezia è infatti tra i capolavori shakespeariani di più forte impatto etico e non manca mai di suscitare qualche polemica. La classica accusa che viene mossa all’opera riguarda la questione dell’antisemitismo; ma Binasco ribadisce ciò che aveva ben notato già il poeta inglese Wystan Hugh Auden: “Ne Il Mercante di Venezia le differenze religiose sono tratteggiate in modo fatuo: non è un problema di fede, ma di conformismo. L’essenziale, riguardo a Shylock, non è che sia un eretico o un ebreo, ma che sia un outsider”.

Nella messa in scena di Binasco si indaga profondamente nelle categorie di ‘bene’ e di ‘male’ fino a rimescolarle: Il Mercante alla fine è una commedia, tuttavia a leggerlo si prova anche un certo cupo disagio. “La terribile, umiliante, meschina sconfitta di Shylock –spiega proprio Binasco – giusta o non giusta che sia, mi mette a disagio. Annuncio fin d’ora che starò dalla sua parte. Del resto, il bene e il male si spostano di continuo nel corso della pièce. Dipende dalle circostanze. Questa è una verità moderna e inattaccabile. La verità di una favola che rivela che non c’è nessuna verità. Eppure la vita può essere lo stesso una festa. Anche se il giorno stenta ad apparire. E non è notte né giorno. È l’ora stramba del teatro, quando sorge una luna di carta, e il vento accarezza le foglie senza fare alcun rumore. Niente ci ferisce. Nemmeno la vita. Non c’è nulla di più lieve, al mondo, del nostro essere qui. Insieme. Uguali”.

In questa atmosfera misteriosa, ambigua e contraddittoria in cui la notte sta per finire ma il giorno ancora non è arrivato, fondamentale diventa lo scontro tra una moltitudine di uguali – i cristiani di Antonio –, e il singolo diverso – l’ebreo Shylock. Il male c’è, ma è il denaro in sé. “Nel Mercante tutto gira intorno a un gruppo di amici – spiega nelle note di regia  Binasco – gli eroi di questa storia non sono degli eroi. Stanno in seconda e terza fila nella vita. Ma hanno delle inquietudini. Una spinta che li porta al gesto rischioso. Tuttavia, il fatto che siano sempre avventure condivise con gli amici fa di loro degli eroi un po’ paesani, creatori di aneddoti più che di leggende. Il testo appare dunque come “una cupa contro-favola”, una storia che sembra una favola, ma che fa sorridere solo gli adulti, perché han perso ogni speranza. Noi non dobbiamo cedere a questa tentazione – continua il regista – anzi: noi dobbiamo fare del mercante una grande favola, e una festa del teatro. Cioè della speranza.”. E queste sono le intenzioni.

Il Mercante dunque affronta con la genialità di Shakespeare e l’esperienza di Silvio Orlando e Valerio Binasco (già Premio Ubu 2011) temi attuali come il potere del denaro: tutto si compra e si vende, anche un brandello di carne umana, anche l’amore.

 

 

SPETTACOLI:

Martedì 16dicembre ore 20.45

Mercoledì 17 dicembre ore 20.45

Giovedì 18 dicembre ore 20.45

Venerdì 19 dicembre ore 20.45

Sabato 20 dicembre ore 20.45

Domenica 21 dicembre ore 15.45

 

CAST: (in o.a.): Andrea Di Casa, Fabrizio Contri, Milvia Marigliano, Simone Luglio, Elena Gigliotti, Elisabetta Mandalari, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinati

SCENE: Carlo de Marino

COSTUMI: Sandra Cardini

LUCI: Pasquale Mari

MUSICHE: originali Arturo Annecchino

REGISTA ASSISTENTE: Nicoletta Robello

REGIA: Valerio Binasco

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