La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Berlusconi sta polverizzando il consenso a Forza Italia, nel Pd progettano un'Italia divisa in macroregioni (come voleva Maroni)

di Vincenzo Pacifici

Berlusconi sta polverizzando il consenso a Forza Italia, nel Pd progettano un'Italia divisa in macroregioni (come voleva Maroni)

Un invito che sale dal cuore e dalla mente: qualcuno faccia tacere Berlusconi! Ha fatto poco (o nulla) per l’Italia  e tanto per se stesso. Ormai ogni giorno combina guai e provoca danni, straparlando non si sa in nome di chi. Anche se non sono mancate prove significative, una consultazione popolare generale e non parziale darebbe la prova tangibile della caduta drastica del consenso nei suoi riguardi.  

  Basterebbe o dovrebbe bastare l’intervista rilasciata dal presidente del Milan a “Repubblica”  a proposito della designazione del prossimo capo dello Stato per fare cadere i numeri di FI a percentuali da prefisso telefonico.  

  Già la premessa è deludente ed assolutamente discutibile: “Votando insieme per la riforma della Costituzione è giusto scegliere insieme anche il capo dello Stato”. Perché rappresenta un cambio serio ed utile della Costituzione, ormai prossima a compiere 70 anni, il progetto di legge raffazzonato, ridicolo ed inutile del Senato? Perché costituisce una riforma significativa e principalmente democratica quella, che noi comuni mortali immaginiamo sia l’elaborazione detta del “Nazareno”, in cui i partiti minori, molto spesso, se non sempre, più ricchi di idee rispetto ai maggiori, solo pachidermici, vengono ridotti al ruolo di sherpa ed usati come ascari? Anche se non è stata fatta assolutamente chiarezza, è sintomo di libertà costringere i cittadini a votare il simbolo, lasciando ai gruppi dirigenti (stavo per scrivere cricche) la selezione dei candidati?

  L’altro giorno Berlusconi ha parlato di una prossima utilizzazione per il rientro in politica attiva da parte sua dei kalashnikov, ora, facendo saltare paletti consolidati, storici, appartenenti ad una battaglia pluridecennale, rammentati fino all’altro giorno dal foglio di famiglia, si produce in un’allucinante giravolta, asserendo che “il problema non sono le radici politiche. Ma che sia un presidente della Repubblica equilibrato, un garante”, quindi anche un esponente del Pd o di quell’area. Mentre rimane il dubbio su cosa intenda il proprietario della Mediaset per “garante”, è certo che non vuole un soggetto reduce o destinato alle case di cura psichiatriche.

  Interessiamoci ora di un disegno di legge, che auspichiamo rimanga tale. Due parlamentari del Pd, entrambi romani, uno deputato e dirigente di partito e l’altro senatore imprenditore e amministratore di società pubbliche, con credenziali piene di esperti della materia, avanzano la proposta di accorpamento delle regioni. Secondo questa idea …. originale ma non tanto perché scaturita da un dibattito aperto dal presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino (tanto nomini), l’Italia dovrebbe essere così ripartita: regione Alpina (comprendente Piemonte, Valled’Aosta e Liguria), Lombardia, Triveneto (Veneto, Friuli, Venezia – Giulia e Trentino – Alto Adige), Adriatica (Marche, Abruzzo e Molise), Emilia (+ provincia di Pesaro), Appenninica (Toscana, Umbria + provincia di Viterbo), Distretto di Roma capitale [poveri noi, che attendiamo di diventare gatti bigi in una notte oscura] (Lazio). Proseguendo con i nomi di fantasia, dovremmo essere impreziositi dalla regione Tirrenica (le province meridionali e la Campania), dal Levante (puglia + provincia di Matera mentre la Basilicata sarebbe cassata), poi le superstiti (beate loro) Calabria, Sicilia e Sardegna.

  Senza sottolineare l’assurdità di una proposta siffatta, concepita sotto il segno catartico e salvifico del risparmio, del tutto utopistico, vista la necessità di organizzare, a beneficio dei cittadini, in queste mega aree servizi ed uffici diffusi sul territorio, senza avere un’idea della complessità o meglio dell’impossibilità di vedere le regioni a statuto speciale cedere la loro autonomia, è da replicare con una proposta avanzata in sede scientifica lo scorso anno dalla Società geografica italiana: “Macchèprovince, aboliamo le Regioni”.  

  Esiste qualcuno che in sede politica abbia voglia, interesse e passione per raccogliere una indicazione del genere? Perché non la promuove e sostiene Salvini, che Calderoli ha “incoronato” leader del centrodestra?.

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