Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La copertina del libro
Melbookstore, 29gennaio: in una tra le più frequentate biblioteche fiorentine situata nella zona limitrofa a Santa Maria del Fiore, è stato presentato il libro di Dalia Kuodytè e Rokas Tracevskis dal titolo La guerra sconosciuta. La resistenza armata antisovietica in Lituania negli anni 1944-1953, (il Cerchio editore).
L’introduzione e la presentazione sono state condotte dal Prof. Domenico del Nero, giornalista e saggista, l’analisi e il commento dal Prof. Adolfo Morganti, console e presidente nazionale di Identità Europea. Il libro è un breve saggio dedicato al lettore che conosce poco la Lituania, le sue peripezie e le sue battaglie contro la tirannide rossa che ha distrutto le basi dello stato indipendente e democratico, costruite con sacrificio e molte difficoltà nel lontano 1918. Racconta delle imprese dei partigiani lituani o volendo essere più precisi, come loro stessi si definivano, de I Fratelli della Foresta che da un giorno ad un altro si sono visti espropriare la loro cultura, il loro governo, la loro libertà.
Dal 1944 al 1953, I fratelli della Foresta proseguirono la guerriglia nei territori rurali contro le truppe regolari russe, in ottica indipendentista. La resistenza armata era notevolmente inferiore di forze rispetto al nemico occupante e così questi movimenti furono stroncati con le deportazioni dei sovversivi nei Gulag siberiani, con un contributo notevole da parte del KGB, la polizia politica segreta sovietica, che continuò la sua attività fino al crollo dell'URSS nel 1991, quando di fatto la Lituana riottenne la propria indipendenza. Migliaia di cittadini lituani, sospettati di simpatie indipendentiste, venivano schedati e controllati dalla polizia segreta che provvedeva ad arrestarli e ad internarli nelle prigioni segrete nel centro di Vilnius, luoghi di atrocità e massacri.
In seguito alle torture, alle esecuzioni e alle deportazioni in Siberia, una moltitudine di intellettuali, ecclesiastici cattolici, funzionari e giovani studenti lituani sparirono e morirono,a tal punto sfigurati dalle torture da non essere nemmeno riconosciuti: le autorità sovietiche avevano in tal modo decimato l'élite autoctona, facilitando la propria egemonia sul paese. L’effetto delle letture selezionate dal libro e lette da Morganti ha lasciato i numerosi spettatori della libreria in clima assorto e di profonda malinconia. È un libro forte, un libro di denuncia, un urlo dai tanti morti per difendere la propria libertà contro il tiranno. La stessa data della presentazione del libro, non è stata casuale bensì ben ponderata, fatta due giorni dopo il giorno della Memoria, in modo che risuonasse come il grido di giustizia dalle poco meno di 400 salme che ancora, nel centro di Vilnius aspettano di essere riconosciute.
La più importante dichiarazione rilasciata da Morganti è La memoria è indispensabile per la consapevolezza e la responsabilità delle atrocità fatte dal genere umano, ma questa è importante che non sia a senso unico. Gli autori di questo libro hanno voluto imprimere con l’inchiostro un tassello di storia, che da troppo tempo era stato gettato nell’oblio, con la speranza che un giorno l’Europa che si proclama tanto democratica possa ricordare tutti gli orrori come quello avvenuto in Lituania, che tante volte arretrano nello sfondo per lasciare campo alla strumentalizzazione anche di quella che dovrebbe essere la Memoria.
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