I LIBRI DI TOTALITÀ

Rassegna mensile di novità librarie: Febbraio 2015

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Febbraio 2015

ECONOMIA

 

Miro Renzaglia, Un popolo di debitori (Safarà editore, pagg. 100 pagine, Euro 10,00)

Il meccanismo era dei più semplici e micidiali: più consumi, più contribuisci allo sviluppo economico del Paese. Consuma di più e il mondo ti sorriderà. Non hai i soldi per permetterti tutto ciò che vorresti? E qual è il problema? Ti accendiamo mutui, ti offriamo lo scoperto sul tuo conto corrente bancario, ti concediamo carte di credito revolving. Ti finanziamo, insomma, al di là di ogni tua possibilità attuale. In fondo, non è forse vero che per morire e pagare c’è sempre tempo? È così che si crea un popolo di debitori. Attraverso un meccanismo perverso che macina nei suoi ingranaggi le risorse di chi, all’oscuro della strategia spietata che lo sovrasta, cerca di galleggiare nelle acque agitate di una drammatica crisi finanziaria e politica che si è scatenata secondo volontà che si trovano al di fuori del suo controllo. Tuttavia, la forza della consapevolezza può ancora avere il potere di cambiare lo stato delle cose, anche per chi non comprende il linguaggio volutamente inaccessibile dell’alta finanza. E questo è «proprio ciò che Miro Renzaglia propone in questo vero e proprio manuale di sopravvivenza economica. Armato di un gigantesco martello, demolisce – come scrive nell’introduzione Ivan Buttignon -  una a una le cornici che condannano la nostra vita a seguire un solo pensiero. Quello unico».

 

MONDO

 

Loretta Napoleoni, Isis, Lo Stato del Terrore, (Feltrinelli, pagg. 144, Euro 13,00)

 

Le decapitazioni dei prigionieri. La pulizia etnico-religiosa nelle zone occupate dell'Iraq. La proclamazione di un Califfato. Queste sono le cose che i media hanno cominciato a raccontarci nell'estate 2014 sull'Isis, i pochi frammenti di un mosaico nuovo e terribile, a cui il mondo non era pronto. Queste milizie hanno conquistato un territorio più vasto del Texas nel cuore del Medio Oriente, hanno dissolto i confini dettati dal colonialismo occidentale un secolo fa, hanno costretto gli Usa a tornare a bombardare l'Iraq. Ma chi sono, da dove vengono, come hanno fatto a diventare così potenti, e fin dove possono arrivare? In questo libro Loretta Napoleoni, uno dei massimi esperti di terrorismo internazionale, offre al grande pubblico il ritratto dell'Isis, il cui stesso nome è mutato molte volte, a seconda delle diverse condizioni sul campo e nel sistema mediatico. Perché, scrive Napoleoni, "quel che distingue questa organizzazione da ogni altro gruppo armato che l'ha preceduta e quel che ne spiega l'enorme successo sono la sua modernità e il suo pragmatismo". Questa nuova minaccia punta a un ambiziosissimo obiettivo: far nascere dalle ceneri dei conflitti mediorientali non un gruppo terroristico, ma un vero e proprio stato, con un suo territorio, una sua economia e un'enorme forza di attrazione per i musulmani fondamentalisti di tutto il mondo.

 

 

ITALIA

 

Riccardo Scarpa, Nordici e sudici. Molto ci unisce … Troppo ci divide (Diana, pagg. 268, Euro 15,00)

 

Nell'ultimo decennio, complice anche la grave crisi finanziaria, si è acutizzato l'annoso divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese, fomentando sempre più esasperanti spinte separatiste al Nord e nostalgie neoborboniche al Sud. La questione meridionale nasce e vive con l'Unità d'Italia, minandone cronicamente le fondamenta. "Nordici e Sudici" è una ricerca controcorrente che ripercorre le tappe storiche e le ragioni politiche di una unificazione incompiuta. Dalle rapine dei Savoia al clientelismo democristiano, dalla Cassa del Mezzogiorno allo scandalo dei rifiuti. Il revisionismo di Riccardo Scarpa denuncia le storture e gli abusi di politiche unitarie sostanzialmente nordiste e perpetrate a danno del Sud, senza però sottoscrivere tutte le tesi assolutorie di un meridionalismo fazioso oggi di moda, come sottolinea Stefano Folli nella prefazione al testo. Per l'autore la salvezza dell'Italia passa per la rimozione di vecchie tare e mentalità radicate. Al Nord il compito di abbandonare i pregiudizi e ammettere i propri errori. Ad un certo Sud l'impegno di emanciparsi dalla logica dell'assistenzialismo con la quale è stato allevato da una politica malata cresciuta all'ombra del grande debito di stato.

 

 

CLASSICI

 

Giuseppe Prezzolini, Manifesto dei conservatori (Edizioni di Storia e Letteratura, pagg. 116, Euro 18,00)

 

Nuova edizione del Manifesto dei conservatori , un classico del pensiero prezzoliniano, uscito, per la prima volta nel 1972, per le Edzioni Rusconi. Il libro è un compendio essenziale per comprendere  il senso della cultura conservatrice senza cadere vittima dei tabù culturali e politici contemporanei. L’autore  dedica la prima parte del volumetto alla Semantica della parola ‘conservazione’; quindi, La conservazione nella biologia; La Conservazione nella filosofia; La conservazione nella storia; Cinquantatrè principi del pensiero conservatore”; mentre la seconda parte è dedicata alle “confessioni di un figlio del secolo”, cioè a come lui stesso diventò conservatore. Di sempre viva attualità, è la parte dedicata alle “Direttive fondamentali”.

La nuova edizione del “Manifesto” prezzoliniano è preceduto da un saggio di Gennaro Sangiuliano, già autore della biografia  “Prezzolini anarchico-conservatore”. Sangiuliano bene evidenzia  il valore di questo libro prezioso sottolineando  che esso è la risposta al “conformismo spesso ancora imperante in Italia”. Il che valeva quando il “Manifesto” vide la luce, ma ancora oggi è attualissimo nel Paese dove la sola parola “conservazione” equivale ad una bestemmia. Ciò denota un triste deficit culturale dal momento che il conservatorismo non è soltanto una straordinaria dottrina politica, ma è anche un atteggiamento morale e psicologico che ispira la costruzione di società regolamentate secondo valori primari e non negoziabili. «Non è necessaria la cultura per essere un conservatore», osserva Prezzolini. Perfino una persona semplice, legata alle tradizioni che le sono state trasmesse dalla sua famiglia o dall’ambiente in cui si è formata, «è rispettabile nel suo spirito di conservazione quanto un lettore appassionato di Burke e di Cuoco».

 

 

MITI

 

Gianfranco Drioli,  Iperborea. La ricerca della Patria perduta   (Ritter, pagg. 270, Euro 24,00)

 

Ciclo atlantideo e ciclo nordico, Atlantide ed Iperborea, sono i due mondi storici caratteristici dell'Età dell'Oro, sorta di "poli" spirituali aventi comunque una matrice comune. Le tracce di civiltà altissime, probabilmente collassate nel cataclisma noto nei vari miti del mondo come Diluvio universale. Di Thule e Iperborea, i centri principali del ciclo nordico, si sono conservate nelle leggende, nelle saghe, nei poemi e nella concezione religiosa di molti popoli dell'antichità, come nei Veda e nell'epos omerico. Questo studio si propone di offrire una visione di insieme di alcuni miti concordanti - Iperborea, Atlantide, Eden -, pur con espressioni diverse e diverse interpretazioni, di questa primitiva patria nordica degli Indoeuropei.

 

 

STORIA

 

Renato Scuterini, Le legioni di Roma. Breve storia delle unità legionarie dell’Impero Romano (Chillemi, pagg. 158, Euro 12,00)

La legione romana è stata il simbolo stesso della civiltà romana, una civiltà che si sviluppò e si impose combattendo, prima per difesa e poi a scopo di conquista, una civiltà che seppe assimilare dai popoli conquistati il meglio, e trasformarlo in qualcosa di originale e di unico. Molte furono le civiltà dei secoli successivi che, ispirandosi ad essa, cercarono invano di capire e ripetere il miracolo che aveva dato vita all'unità militare perfetta per antonomasia, come venne definita dagli storici.

 

                                                                        ***

 

Mariano Marrone, Il Regno di Sicilia dai Normanni agli Aragonesi  (Solfanelli, pagg. 272, Euro 23,00)

L’autore ha inteso mettere a frutto gli studi e le pazienti ricerche riguardanti la gloriosa e drammatica storia del Regno di Sicilia, descrivendone in modo chiaro e puntuale le intricate vicende dalla sua fondazione da parte di Ruggero II, seguita alla conquista normanna dell’XI secolo, fino agli albori del Cinquecento. Nel XVI secolo infatti la contemporanea invasione della penisola da parte degli eserciti di Spagna e di Francia determina la fine dell’indipendenza del Regno e l’estinzione della dinastia aragonese napoletana.
Il testo offre al lettore un quadro organico e per quanto possibile completo e chiaro della lunga vicenda storica del regno di Sicilia analizzata nelle sue luci e nelle sue ombre, dagli splendori di Ruggero II d’Altavilla, di Federico II di Svevia e di Alfonso V d’Aragona alle drammatiche lotte del potere regio contro il ceto baronale, costantemente in rivolta per difendere i privilegi e l’autonomia dei propri feudi dalle pretese centralistiche dei sovrani. Sullo sfondo sono tracciate le linee del complesso panorama politico europeo e del rapporto conflittuale del regno con l’impero e con il papato nei cinque secoli che segnano il passaggio dall’alto Medioevo all’età moderna. La chiarezza e la puntualità che caratterizzano lo stile dell’autore rendono agevole ed avvincente la lettura del testo, specie quando i grandi protagonisti della storia vengono analizzati nei loro umanissimi pregi e difetti spesso alla base di scelte coraggiose e lungimiranti o pavide e sconsiderate che hanno comunque indirizzato il corso degli eventi.

 

                                                                         ***

 

Attilio Brilli Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per i viaggiatori di oggi (il Mulino, pagg. 451, Euro 48,00)

 

Nei secoli passati l'Italia è stata meta di un incessante pellegrinaggio culturale. Il Grand Tour, consuetudine delle classi colte europee, trovava infatti il suo culmine nel Bel Paese, in omaggio al quale diventava il Viaggio in Italia. Come in concreto si svolgeva ce lo racconta la messe di diari, memorie, guide, epistolari a cui il libro attinge, restituendoci, grazie ad annotazioni ora sapide ora struggenti, l'esperienza viva di uomini e donne d'ingegno, di nobili, di artisti, di poeti, di studenti e di quanti si dettero con entusiasmo alla scoperta della penisola. Ripercorriamo così gli itinerari più battuti, sperimentiamo l'equipaggiamento e i mezzi di trasporto, riviviamo gli incidenti e le avventure, ma anche i sogni e a volte lo scoramento di quei primi turisti. Ma c'è dell'altro, perché attraverso lo sguardo degli stranieri, la letteratura di viaggio può insegnarci un modo diverso di guardare all'Italia. Potremo così fare l'unica, autentica esperienza di viaggio ancora possibile oggi: tornando sui passi di quegli antichi visitatori, in loro compagnia, fare nostre le loro mete favolose.

 

                                                                          ***

 

Roberto de Mattei: Il ralliement di Leone XIII. Il fallimento di un progetto pastorale (Le Lettere, pagg. 366, Euro 35)

 

Il pontificato di Leone XIII, che si estese dal 1878 al 1903, rappresenta un momento ancora non esaurientemente indagato nella storia della Chiesa moderna. L’autore di questo volume, basandosi su documenti inediti e su una vasta padronanza della letteratura edita, ci offre la ricostruzione storica di un aspetto cruciale del pontificato: il ralliement con la Terza Repubblica francese. Leone XIII si propose infatti di riaffermare il Primato della Sede Apostolica attraverso una ridefinizione dei suoi rapporti con gli Stati europei, e la riconciliazione della Chiesa con la modernità. La politica di ralliement costituì il cardine di questa politica e ci offre una chiave d’interpretazione non solo del pontificato leonino, ma anche della storia della Chiesa nell’epoca contemporanea. Con il ralliement entrò nella Chiesa un atteggiamento dello spirito e un modo di governo che segnarono in profondità la politica ecclesiastica del secolo successivo. Il progetto politico e pastorale di Leone XIII non ebbe successo. Roberto de Mattei ci mostra le ragioni e le conseguenze di questo fallimento  
Leone XIII non ottenne né la cessazione dell’anticlericalismo, né la costituzione di una larga intesa tra i cattolici aderenti alla Repubblica. Il ralliement inflisse invece un colpo mortale a quella stretta alleanza tra il Trono e l’Altare che, per un secolo, aveva costituito un poderoso baluardo contro il processo rivoluzionario che mirava a estirpare le radici cristiane dalla società. Fino al ralliement, i monarchici fondavano le loro ragioni sulla metafisica e i cattolici abbracciavano la monarchia come conseguenza dei loro principi religiosi. Leone XIII spinse i francesi monarchici e cattolici ad abbandonare la posizione metafisica contro-rivoluzionaria.

 

                                                                        ***

 

Matteo Millan, Squadrismo e squadristi nella dittatura fascista (Viella, pagg. 305, Euro 26,00)

Roma, 1° novembre 1922. Sono passate solo poche ore dalla marcia su Roma, e il neo-presidente del Consiglio Benito Mussolini promette l'immediata smobilitazione di tutte le squadre in nome del ripristino più rigoroso dell'ordine pubblico. In realtà, la conquista del potere non segna affatto la fine dello squadrismo. Sia che vengano arruolati nelle unità della nuova Milizia Volontaria oppure che agiscano sotto le spoglie dei circoli rionali o dei gruppi sportivi, gli squadristi continuano a giocare un ruolo decisivo nella scena politica italiana. E quando il regime, anche per merito delle sue camicie nere, sarà abbastanza forte da imporre una dittatura a viso aperto, lo squadrismo non verràmai meno. Attraverso il ricorso a nuove fonti, questo libro propone una visione innovativa del ruolo dalla violenza squadrista negli anni centrali della dittatura mussoliniana. Le vicissitudini dei protagonisti dello squadrismo sono indagate a tutto tondo: dalle camicie nere condannate al confino di polizia, al pari dei tanto odiati antifascisti, a coloro che sulla pratica della violenza e sul mito dello squadrismo hanno scommesso tutta la loro vita.

                                                                        ***

 

Santo Peli, Storie di Gap. Terrorismo urbano e Resistenza (Einaudi, pagg. 279, Euro 30,00)

 

I Gap, componente esigua ma rilevante del movimento di Resistenza, occupano un posto marginale nella memoria collettiva e nella storiografia resistenziale. Due ragioni spiegano tale marginalità: da un lato i Gap combattono secondo le modalità classiche del terrorismo, cioè con uccisioni mirate di singoli individui e con attentati dinamitardi; dall'altro sono organizzati e diretti dal Partito comunista, e dunque restano, durante e dopo la Resistenza, connotati politicamente in modo molto più marcato delle altre formazioni partigiane. Quella dei Gap viene dunque in prevalenza percepita come "un'altra storia", su cui si sono esercitati anatemi con più virulenza che sulla Resistenza in generale. Nell'immaginario collettivo, alcuni dei più intricati nodi politici ed etici della lotta resistenziale messi in evidenza dalla pratica del terrorismo urbano continuano, ancor oggi, ad essere schiacciati tra deprecazioni calunniose e acritiche esaltazioni, che prescindono da una reale conoscenza dei fatti. In questo libro, origini, sviluppo, difficoltà, successi e fallimenti dei Gap vengono analizzati nell'unico contesto che li rende comprensibili, nella storia della Resistenza. Le condizioni esistenziali e materiali nelle quali i Gap agiscono, le risorse di cui dispongono, la difficile decisione di uccidere a sangue freddo, e i diversi modi in cui si pongono il problema delle rappresaglie, della tortura, della morte, escono dal mito e dalla demonizzazione liquidatoria.

 

STORIA DELLE DESTRE

 

Julius Evola, Il rientro in Italia 1948-1951  (a cura di Marco  Iacona),  (Mimesis,  pagg.  256, Euro 20,00)

 

10 agosto 1948. Giulio (Julius) Evola rientra in Italia dopo quattro anni di esilio forzato. Disagiato e morto "per metà" a causa della paralisi agli arti inferiori, riprende alcuni vecchi contatti spinto da motivi pratici, ma anche dalla volontà di dar vita a un sodalizio "spirituale" come ai tempi del Diorama filosofico. Non si fa illusioni, la "legittima unione" tra il mito romano e quello nordico-ario è acqua passata. Tuttavia in Europa qualcosa si muove, in Italia ci sono alcuni giovani che si ergono, parole sue, in piedi "tra le rovine". Dopo l’ampia introduzione del curatore, Marco Iacona,

nella parte antologica sono raccolti e pubblicati, in alcuni casi per la prima volta, le recensioni e gli articoli scritti da Evola tra il 1949 e il 1954, più l'importante documentazione relativa al Processo contro i FAR, compresi i verbali di interrogatorio e la sentenza, che alla fine vide il reato di apologia del fascismo «estinto a seguito di amnistia».

 

                                                                        ***

 

Matteo Luca Andriola, La nuova destra in Europa. Il populismo e il pensiero di Alain de Benoist (Paginauno, pagg. 336, Euro 19,50)

 

L'ascesa elettorale della Nuova destra alle ultime elezioni europee non si spiega solamente con il regime di austerity imposto dall'Unione o accusando la crisi economica e il malcontento popolare. Le ragioni che hanno portato la Lega Nord di Matteo Salvini a guadagnare il 6% dei consensi, premiato il Fpö di Heinz-Christian Strache in Austria, il Vlaams Belang in Belgio e il Front national di Marine Le Pen in Francia sono più profonde, e rintracciabili in una rivoluzione ideologica di destra iniziata quarant'anni fa. Come nasce questo rinnovamento ideologico, come siano stati abbandonati i vecchi miti totalitari per attingere a una parte del pensiero che un tempo apparteneva alla sinistra e come questo percorso abbia condotto la Nuova destra al successo, trovano una risposta in questo libro inchiesta.

 

 

ICONE

 

Massimo Arcangeli, Biografia di una chiocciola. Storia confidenziale di @ (Castelvecchi, pagg. 116, Euro 16,50)

 

A metà strada tra il personal essay e l'esposizione accademica, il volume racconta le diverse e curiose storie di dispositivi e macchinari, telegrafi e tastiere, simboli e caratteri che hanno in qualche modo contribuito alla creazione della posta elettronica. Su tutto svetta lei, la chiocciola informatica, con una vicenda che inizia dal Medioevo, per poi intrecciarsi con una singolare testimonianza leonardesca: quella del precocissimo esempio, inventato a fini giocosi, di una A inscritta in una O. La storia che segue è una sorprendente epopea di tastiere e sequenze di caratteri: episodi di una "guerra", combattuta a colpi di prototipi e brevetti, che avrebbe portato all'affermazione planetaria della tastiera QWERTY, all'invenzione della carta carbone e a quella di un rudimentale modello di macchina da scrivere, dietro cui si cela un tenero gesto d'amore. I diversi filoni narrativi convergono verso quell'unico segno, timbrato a fuoco sulla nostra seconda pelle: tutto, è il caso di dirlo, ruota attorno ad @.

 

 

LUOGHI

 

Gianluca Padovan, Milano Celta: le tre fortezze (Lo Scarabeo, pagg. 213, Euro 25,00)

 

La città celta Mediolanodunon esiste ancora ed è riconoscibile nell'odierno tessuto metropolitano milanese. Il lavoro propone i risultati dell'analisi che individua le tre fortificazioni celte di Milano. Si portano a confronto studi di archeologia, archeoastronomia e architettura fortificata condotti in Europa, con l'esame di cartografie storiche, moderne, foto aeree, ricostruzioni grafiche e immagini di monumenti. Milano possedeva un'architettura militare articolata e con essa erano fortificati anche gli odierni quartieri Baggio e Niguarda. Si parla inoltre di fortificazioni campali d'epoca romana e dell'individuazione di un castrum, oggi ai margini del centro storico di Milano.

 

                                                                       

ARTE

 

Riccardo Rosati, Museologia e Tradizione (Solfanelli, pagg. 128, Euro 11,00)

 

Museologia e Tradizione, due termini complessi, considerati, specialmente il secondo, quasi «ostili» da una società massificata e restia alle definizioni come quella in cui viviamo. L’autore, attraverso i contributi apparsi negli anni nella sua rubrica tematica sulle pagine de "il Borghese", ci mostra invece come non possa esistere una vera conoscenza museale, se privata della comprensione della tradizione universale dell’essere umano. Articolo dopo articolo, Rosati affronta la modernità, criticandone le ipocrisie e, cosa ancor più grave, la mancanza di vero afflato per la cultura.
Un testo che ci fa scoprire tanti tesori nascosti del panorama museale italiano, il quale non ha rivali al mondo, ma che è purtroppo assolutamente negletto, spesso a causa della cecità degli addetti ai lavori

                                                                                                            ***

 

Tristan Tzara, Manifesti del dadaismo (Ghibli, pagg. 134, Euro 12,00)

Il dadaismo è il movimento artistico che ha svelato il segreto dell'arte. Il linguaggio, i suoi strumenti si possono usare in mille modi perché è solo nel lavoro continuo di combinazione che diventano arte. Dada non vuol dire nulla. Oppure vuol dire tutto: il nome di un animale sacro per alcune popolazioni africane, il verso senza senso di un bambino, che racchiude il mondo dell'eterna scoperta. Dada ha svelato o distrutto l'arte? In questo testo originale, gli elementi per capire e per ricreare l'esperienza del dadismo.

 

 

CINEMA

 

Massimiliano Studer, Olympia (Mimesis, pagg. 187, Euro 19,90)

 

I caratteri di modernità del documentario trovano una loro importante fonte di origine nell'opera realizzata da Leni Riefenstahl, e in particolare in "Olympia" (1938), sontuoso e imponente lavoro nel quale sono rintracciabili tutti quei tratti della rappresentazione contemporanea delle Olimpiadi che il cinema e la televisione hanno inglobato nel loro modus operandi. Infatti le ricerche formali, la sperimentazione e le tecniche di riprese e di montaggio che Riefenstahl sviluppa, risultano di tale innovazione da riuscire a trasformare un documentario di registro sportivo in un'opera di grande e sempre rinnovato fascino, fino a farlo divenire un punto di riferimento stabile dell'arte non solo documentaristica. Ma l'interesse che Olympia continua a sprigionare è dovuto anche alla capacità della Riefenstahl di trasferire in immagine una precisa visione del mondo la quale costituirà uno dei pilastri dell'ideologia nazista; anche questa caratteristica insita nell'opera della Riefenstahl corrobora ancora di più il valore di "documento" proprio di "Olympia", come dimostra Massimiliano Studer nel suo studio, proponendo un'analisi articolata dell'arte filmica della regista tedesca; analisi che viene arricchita dal dialogo dell'autore con Leonardo Quaresima e con il film in DVD allegato al volume.

 

                                                                       

 

 

 

 

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