Spigolando dai giornali

Tutti contro tutti e Renzi se la ride. Berlusconi assolto, Tosi cacciato

di Vincenzo Pacifici

Tutti contro tutti e Renzi se la ride. Berlusconi assolto, Tosi cacciato

Finalmente! Dopo la sentenza di assoluzione definitiva, emessa dalla Cassazione, su accuse grottesche, Berlusconi la finirà di condizionare la vita italiana.  E’ possibile  tornare a ragionare su un quadro politico sempre più sfilacciato, sempre più democraticamente inesistente con una opposizione viva e vivace solo nelle sue intestine diatribe, sempre più debole, incerto e monocorde. Lo facciamo attraverso una selezione di titoli giornalistici, apparsi martedì e mercoledì.

  Sul social press “Leggo”: “Prima sentenza in 608. Non è un processo … civile. Giustizia lumaca, Italia sempre peggio: ultima in Europa. Responsabilità civile, Mattarella frena: “Valutare gli effetti””. L’ex ministro della Giustizia Flick: “Inutili le leggi – spot, ora riforme di lunga durata”.  “Scuola, c’è un altro rinvio resta il nodo assunzioni. Studenti e prof. in piazza”.

   Mentre la produzione industriale a gennaio diminuisce su base mensile dello 0, 7/% e su base annua del 2,2 % e la Confindustria (sì, incredibile!) ritiene “devastante” il meccanismo di reverse charge, introdotto dalla legge di stabilità del 2015, che sposta gli obblighi fiscali relativi all’Iva dal cedente al cessionario, i giornali non si soffermati con la dovuta attenzione sul parere della Commissione Ue, che, secondo le parole del commissario agli affari economici Moscovici,  ha deciso di non aprire una procedura nei confronti dell’Italia per “una valutazione politica” [non “tecnica”], che “poggia sull’impegno di portare avanti le riforme”, una fiducia quindi “a termine” e condizionata esplicitamente.

   “Libero” poi segnala nell’”Italia di Renzi” “le riforme della scuola. Extracomunitari in cattedra. Il supplente parla straniero” e “Progetto della Serracchiani: ora di pornografia all’asilo”. Ora  questa notizia, abbinata all’assicurazione del dott. Renzi del prossimo avvio della discussione in Parlamento sulle unioni civili, va segnalata ad “Avvenire”, oggi entusiasta del decollo delle riforme, per dirla con Giacalone “un obbrobrio che pagheremo caro” e dimentico di queste altre iniziative del boy scout e delle sue gregarie, di sconvolgente incidenza morale.   

   Intanto veniamo informati che ha compiuto un altro passo “la Costituzione secondo Renzi. Ma ora parte la faida”, perché “grazie a una maggioranza incostituzionale, Matteo festeggia il voto per un sistema “più semplice e giusto” [ennesima banalità dello statista assiso a palazzo Chigi]. Ma la realtà è quella di un esecutivo impantanato su giustizia, Rai e Italicum”. 

   All’inizio si è parlato di quadro politico sempre più sfilacciato, ora vediamo nei particolari. Nel Pd le minacce di Bersani e di Civati si affiancano ai giudizi critici di Boccia (“Non si cambia l’Italia con i tweet o gli accordicchi e le minacce”) e le manovre con gli ex grillini non fanno altro che rendere la Camera un Parlamento da sesto mondo.

   In Fi il dissidio è finalmente esploso e viene francamente da restare perplessi, esaminando i nomi dei “verdiniani”, filorenziani: Ignazio Abrignani, responsabile della fallimentare gestione nel 2010 della campagna elettorale del Pdl nel Lazio, conclusa con l’eliminazione della lista per la provincia di Roma, Marco Martinelli, protagonista per lunghi anni di gladiatorie imprese nel vecchio Msi, e soprattutto l’ex pasionaria Daniela Garnero, detta Santanchè.

   Papa Matteo (il lombardo) ha scomunicato l’eretico sindaco di Verona con una affermazione blasfema: “In Veneto si vince, candidando anche Gesù Bambino”.

   A destra, mentre la Meloni si gode il meritato successo riportato a Venezia, assente con giustificazioni puerili, per dire ridicole Salvini, non mostra o meglio non si cura di quanto si muove nell’area, di cui dovrebbe far parte. Storace osserva fondatamente che un Senato non eletto ed una Camera costituita in grandissima parte da deputati nominati, ci si prepara a seppellire “ogni traccia di democrazia in Italia”. E’ annunziato poi per sabato 28 marzo un convegno dal titolo “Una destra per la terza Repubblica. Radici storiche, valori fondanti e scelte politiche per una nuova proposta”, senza la Meloni e, speriamo, con spazio non riservato esclusivamente ai “soliti noti”. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 11/03/2015 13:22:22

    Che nel centrodestra ci sia confusione è una costante, almeno da quasi un lustro. Tutti si considerano strateghi, il riferimento è ai vari politici, e poi alla fine sono divisi non solo da programmi e idee, ma anche dai rapporti personali. Dovrebbero salvare quest'area i cosiddetti intellettuali, la stampa si riferimento, ma anche qui siamo nella confusione più totale, salvo qualche eccezione. E' chiaro che, come scrive Pacifici, Renzi e compagni se la ridono.

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