Dirigenza nerazzurra da smantellare

C'era una volta l'Inter di Mourinho e, ahinoi, ora c'è l'Inter di Thohir e del gatto e la volpe

Mancini ha le sue colpe e non piccole, ma si è trovato innanzi una squadra di zombie alla riscossa, con una difesa da presentare solo durante la trasmissione Ballando con le Stelle, nella sezione vai col liscio

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C'era una volta l'Inter di Mourinho e, ahinoi, ora c'è l'Inter di Thohir e del gatto e la volpe

Il goal di Caligiuri

Sarebbe troppo facile rivolgersi al baraccone Inter con frasi tipo “ Andate a lavorare” o “ Cambiate sport, datevi al flipper” o ancora “Non siete degni dell’Inter; anzi non siete degni …e basta!”

Invece, l’unica cosa che possiamo fare, è chiederci “E’ tutto reale, non è un incubo devastante dopo aver ingurgitato due abbondanti razioni di ribollita?”

Cosa resta da oggi alla fine del campionato?

Solo una tribolante e disumana tortura interna che, per l’ennesima volta, ci farà dire “ma proprio io dovevo innamorarmi della Beneamata?!”.

E l’agonia diventa ancora più devastante pensando alla prossima stagione. Siamo già fuori da tutto, con il ricordo, orrorifico, di un periodo nerissimo, quasi mai azzurro.

Ieri sera speravamo, sebben con molti dubbi, a un’altra storica rimonta; che contro il Wolfsburg gli atti eroici del passato potessero servire come monito per uscire da San Siro tra gli applausi e gli occhi lucidi.

Poi, l'aggiuntivo, ma preveduto, scivolone che ci ha riportato a una realtà troppo amara, dopo aver assaporato l’Inter di Mourinho e del Triplete.

Da queste pagine non abbiamo mai troppo sperato a un’Inter vincente con tali giocatori, nemmeno con i rinforzi di gennaio.

Quindi, l’ennesimo tonfo non ci ha particolarmente scosso.

La colpa? A chi addossarla?

Alla dirigenza, a Thoir e al gatto e alla volpe interisti, Fassone e Ausilio, che hanno acquistato giocatori che nemmeno il torneo dilettanti vorrebbe tra le sue fila. E parlo di M’Vila, voluto a ogni costo nella campagna estiva; Vidic, definito il salva patria e apparso sin da subito un ex calciatore; e poi via alla lista degli inguardabili Krhin, Alborno , Obi , Mbaye , Berni; e a quella dei mediocri Dodò, Medel e al pazzoide Osvaldo.

Nel mercato di riparazione è stata la volta del lentissimo Podolsky, strappato a forza all’Arsenal e risultato trasparente; Shaqiri, l’unico passabile e il rattrappito Santon, cavallo stanco di ritorno.

Insomma, una dirigenza che ha lavorato per mettere in piedi una squadra da settimo ottavo posto che, giustamente, occupiamo al momento.

Mancini ha le sue colpe e non piccole, ma si è trovato innanzi una squadra di zombie alla riscossa, con una difesa da presentare solo durante la trasmissione Ballando con le Stelle, nella sezione vai col liscio. Un centrocampo logoro, con il modesto Medel che corre per tutti e gli altri che giocano a briscola.

Un attacco con il solo Icardi a buttarla dentro e Palacio tornato a buoni livelli solo in quest’ultime partite. Shaqiri, Brozovic, Santon e Podlosky non potevano migliorare più di tanto la falla del traballante vascello Inter.

Mancini è reo solo di non avere sfruttato a dovere il giovane più forte d’Europa, Kovacic, facendolo giocare col contagocce e in ruoli non appropriati.

Il tecnico di Jesi ha detto che l’anno prossimo l’Inter lotterà per lo scudetto?

Per mantenere la sua parola, allora, telefoni subito a Thohir, il Presidente più incompetente del mondo pedatorio, e lo obblighi a metter mano al portafogli: forse con Yaya Touré, con due difensori a livello mondiale, con Stefan Jovetic, due centrocampisti, tra cui un regista puro, e due attaccanti validi da affiancare a Icardi, qualcosa di meglio potrà combinare e, probabilmente, rispettare la promessa.

In molti rimpiangono il non gioco di Mazzarri, e questo la dice lunga sullo stato attuale dei nerazzurri.

Comunque, forza, c’è tempo ancora per non arrivare al quinto posto.

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