Sole della notte

Ancora sul volumetto “Arte Astratta” di Julius Evola

di Piccolo da Chioggia

Ancora sul volumetto “Arte Astratta” di Julius Evola

J. Evola - Astrazione, 1920-21, olio su tavola. Collezione privata

Il quaderno “Arte Astratta” ha un valore che non si limita ad esser solo quello documentario. Si palesa infatti un valore dottrinale per la posizione teorica che dallo scritto viene esplicitata sulle possibilità inaspettate, ed extra arte, che potevano aprirsi in quel tempo d’avanguardia attraverso una coerente pratica pittorica o poetica. E vi è lo stile dello scrivere, denso, a volte aspro, a tratti balenante di immagini suggestive. Si può dire che lungo la prima parte del testo è il ragionamento filosofico a dare il tono per via della serrata consequenzialità delle deduzioni tratte dalle premesse. Queste ultime essendo quelle accettate dal movimento futurista ovvero dinamismo e volontà di rottura con la tradizione artistica passata. E’ il balenare di istanti di vera poesia a dare invece il tono alla seconda parte del testo, la quale peraltro diviene il ponte che introduce il lettore ai dieci poemi che terminano l’opera.

Questi poemi sono esempi dell’avvenuta applicazione delle possibilità di un’arte astratta nella ricomposizione verbale adombrata dai principi esposti nella posizione teorica. Possibilità cui ricondurre anche i neologismi sperimentali volutamente senza senso come eaeaeaeaea, hbougaff, krounkrounkrungann o altri ancora sparsi nei poemi. I quali hanno tuttavia entro di sé e dissimulati nel loro ritmo illogico dei versi alquanto brillanti che ricordano, nella loro concisione, il procedimento dei poemetti a poche sillabe dell’estremo Oriente. Uno studio su questi frammenti isolati potrebbe forse rivelare che essi rispettano addirittura una forma metrica:


gli immobili sogni deserti immensi lunari

alle praterie nostalgiche che cullano

ed i flessuosi lilla che avvinghiano le estasi 


un altro esempio è il seguente con gli spazi tipografici e i caratteri mutati di stilleben voluti dall’Autore


della porcellana bianca   una bottiglia di cristallo piena di

acqua sulla tovaglia candida al sole del mattino    tutte

queste stilleben


Arte Astratta è dunque un'opera da leggere proprio riguardo al proprio rilievo letterario e poetico. Dipoi lo storico delle idee se ne può servire per indagare con ampiezza di prospettive entro l’opera completa di Evola e delucidare ulteriormente il rapporto che vi è fra l’esordio avvenuto in quanto pittore e poeta ed il suo successivo evolversi verso lo studio delle tradizioni antiche. Rapporto in ogni caso ampiamente e profondamente scandagliato da Roberto Melchionda ai cui eccellenti scritti si rinvia. 


Evola è noto ai cultori dell’avanguardia artistica del secolo concluso anche se è poco nominato nei loro trattati, la qual cosa non vuole di necessità alludere ad un ostracismo politico nei suoi riguardi. Una prima causa di ciò è da ascrivere infatti alla semplice ragione quantitativa. Se dei più famosi pittori dell’arte astratta vi è una gran copia di lasciti, in disegni, dipinti, plastiche e altro, di Evola si stima un numero di sole sessanta o sessantacinque opere, in massima parte quadri, molti ormai dispersi in ubicazioni sconosciute. E un catalogo completo dell’opera pittorica Evola non è ancora apparso. È inoltre piuttosto verosimile che da parte di molti di questi cultori non sia stata posta la dovuta attenzione al quaderno “Arte Astratta” e a tutti gli altri scritti giornalistici del Romano nei quali siano sparse considerazioni su arte, musica e architettura per il fatto che di essi quasi se ne ignora l’esistenza. 

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