La parola di Gadda e la forza del teatro di Fabrizio Gifuni

ARRIVA ALLA PERGOLA 'L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA'

«Ci può essere molto teatro anche in una scrittura non dedicata al teatro»

di Niccolò Andreotti

ARRIVA ALLA PERGOLA 'L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA'

Da martedì Fabrizio Gifuni riprende per il Teatro della Pergola L’ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro, secondo capitolo, dopo ‘Na specie de cadavere lunghissimo” dedicato a Pasolini, di quella “antibiografia di una nazione” scritta dallo stesso Gifuni e diretta da Giuseppe Bertolucci.

Da convinto interventista qual era, allo scoppio della prima guerra mondiale Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi scrittori del ‘900, partì come volontario nei reparti territoriali delle truppe alpine. Dall’entusiasmo alla disperazione, alla morte in vita. Dall'esperienza della guerra e della prigionia, dopo la rotta di Caporetto, uscirà il Giornale di guerra e di prigionia, pubblicato solamente nel 1955. Scritto come un diario e senza un preciso impianto letterario, l'opera è una denuncia forte e amara dell'incompetenza con cui era stata condotta la guerra e del degrado della vita dei prigionieri. L'opera gaddiana riporta in differenti occasioni alcuni dei temi che diventeranno il fondamento delle opere maggiori: il disordine oggettivo del reale, l'affetto dell'autore nei confronti del fratello, l'orrore della guerra, il disprezzo delle gerarchie.

Da qui e dall’esilarante Eros e Priapo, scritto-referto sulla psicopatologia erotica del ventennale flagello fascista, nasce il fortunato spettacolo già vincitore Premio Ubu 2010 miglior spettacolo e migliore attore. Non è la prima volta che Gifuni viene folgorato dalla brillante idea di rendere drammaturgico ciò che l’autore creò solo per la lettura: «ci può essere molto teatro anche in una scrittura non dedicata al teatro» garantisce l’attore; una scommessa interessante.

La parola di Gadda, sempre ritmica e creativa, si incontra all’interno dello spettacolo con un’ “ossatura amletica” perché Gonzalo Pirobutirro, vero protagonista de La cognizione del dolore nonché alter ego trasfigurato di Gadda, è davvero un Amleto novecentesco, nemico di una società che gli è nemica, lucidamente consapevole della propria estraneità. Racconta lo stesso Gifuni: «Nell’annata del mio diploma (1992-1993) sono rimasto come tutti profondamente segnato dal lavoro analitico, di grande studio e approfondimento, fatto sull’Amleto. È stato un vero imprinting, mi sono impossessato del testo, una sorta di grande paradigma nella vita dell’uomo e di un attore: lo stesso Costa mi disse che l’avrei ritrovato più volte nel mio cammino.». Ecco giustificato allora il sottotitolo “Della tragica storia di Amleto Pirobutirro”.

L’idea centrale di questo lavoro di drammaturgia è che Gadda abbia trovato nella sua tragedia più cupa la ricca miniera della sua arte futura: l’unico modo per sopravvivere alla morte in vita è scatenare la lingua inventando nuovi mondi. Si scopre dunque un Gadda come non te lo aspetti, teatro al cento per cento, capace di far ricredere chi parlava di lui solo come autore di sperimentazione linguistica, di pastiche letterario.

«Questo nuovo capitolo si presenta al pubblico come un atto cognitivo sacrale», ha scritto Gifuni, «rituale laico di un consorzio civile che si vorrebbe migliore, utile forse a chiunque, oggi, voglia provare a riannodare i fili di una tela in brandelli. La tela di un paese chiamato Italia.».

 

CAST:

un’idea di Fabrizio Gifuni

(da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare)

con Fabrizio Gifuni

regia Giuseppe Bertolucci

disegno luci Cesare Accetta

produzione Fabrizio Gifuni in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

 

DATE:

Martedì 24 marzo, ore 20.45

Mercoledì 25 marzo, ore 20.45

Giovedì 26 marzo, ore 20.45

Venerdì 27 marzo, ore 20.45

Sabato 28 marzo, ore 20.45

Domenica 29 marzo, ore 15.45

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