Come le guerre sannitiche

Raffaele e Amanda «NON HANNO COMMESSO IL REATO». Questo il verdetto della Suprema Corte

Una giustizia che in primis avalla ogni prova (o espediente) esposta dal Pubblico Ministero, poi, ma proprio in fondo in fondo a tutte le innumerevoli situazioni che dimostrano l’innocenza degli indagati, fa il suo microscopico passo indietro e...

di  

Raffaele e Amanda «NON HANNO COMMESSO IL REATO». Questo il verdetto della Suprema Corte

Raffaele e Amanda

Questa è la legge italiana, signori miei!

Una giustizia che in primis avalla ogni prova (o espediente) esposta dal Pubblico Ministero, poi, ma proprio in fondo in fondo a tutte le innumerevoli situazioni che dimostrano l’innocenza degli indagati, fa il suo microscopico passo indietro e ritrae la vischiosa ragnatela della superbia giurisprudenziale.

Raffaele Sollecito e Amanda Knox non hanno ucciso Meredith Kercher, la ragazza trovata senza vita la mattina del 2 novembre 2007 in una villetta di via della Pergola a Perugia.

Il giudice di legittimità di ultima istanza dei verdetti emessi dalla magistratura ordinaria(Corte Suprema di Cassazione) ha infatti cancellato definitivamente e senza possibilità di rinvio la condanna in appello rispettivamente a 25 anni e 28 anni e sei mesi di reclusione.

Per la Suprema Corte i due “non hanno commesso il fatto”.

Giustamente confermata anche la sentenza a tre anni per calunnia, nei confronti dell’americana per aver accusato infondatamente Patrick Lumumba, poi rivelatosi totalmente estraneo alla vicenda. La pena è stata però già scontata durante i quattro anni di detenzione preventiva a cui sono stati sottoposti entrambi.

Quindi Meredith dovrà aspettare daccapo per conoscere il/i nome/i dei suoi assassini e i suoi genitori dovranno soffrire ancora non poco, dopo l’illusione della condanna d’appello.

Perfetto! Ma i due accusati che da ben 8anni sono sotto le forche caudine dell’italica legge? Non c’è da preoccuparsi, nonostante il nuovo, abnorme abbaglio, paragonabile a una delle sconfitte dell’Impero Romano contro i sanniti.

Questo in sintesi il racconto dello storico Livio (Storie, IX, 5): «E venne l’ora fatale dell’ignominia; (...) prima i consoli, quasi nudi, furono fatti passare sotto il giogo; poi gli altri in ordine e grado furono sottoposti alla stessa ignominia; infine a una ad una tutte le legioni».

No, cari lettori, i giudici che hanno distrutto otto anni di vita di Amanda e Raffaele non saranno perseguiti, perché loro possono distruggere le famiglie, possono sbagliare, possono tacciare di assassini o puttane i processati e, sempre, ne usciranno indenni.

E non c’è solo la storia dei due studenti che nonostante la loro estraneità ai fatti addebitati sono stati ospitati nel Grand Hotel Carceri d’Italia, luogo paragonabile a una bolgia dantesca; esistono oltre 50mila casi di malagiustizia, di persone denunciate da persone oscure che, assolutamente ignare dei fatti addebitatili, hanno preferito patteggiare per veder concludersi un periodo spaventoso della loro vita che combattere per veder trionfare la giustizia, situazione questa sempre meno verificabile nello Stivale.

Ho sentito, nei pressi dell’edicola che solitamente frequento, persone maledire la sentenza di assoluzione, parole come “quei due dovevano marcire in galera” e via dicendo.

Noi di Totalità, invece, facciamo gli auguri ad Amanda e Raffaele; che ora possano riappropriarsi a testa alta delle loro vite, ricominciando da dove erano stati fermati.

Alla famiglia di Meredith auspichiamo solo una giustizia giusta, senza che emerga l’ego smisurato di certi paladini della legge in cerca di scranni in Parlamento. 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.