Tendenze

Armani fa scendere le modelle dai tacchi e gli mette il loden

Clamorosa inversione di tendenza di "re Giorgio" sempre al passo con in tempi

di Steve Remington

Armani fa scendere le modelle dai tacchi e gli mette il loden

Non saranno "Valchirie, ma nemmeno donne "normali"!

Rocco Papaleo, spalla vincente e convincente di nonno Gianni ( Morandi)  al Festival di Sanremo,  sul loden indossato tre per due, sull’essere “tecnici”, sulla sobrietà come cifra sulla quale costruire il proprio modello di vita, ha costruito il personaggio per condurre la manifestazione canora. Ed ha avuto ragione. Anche perché non ha dovuto “caricare”, avendo un ampio materiale messo a sua  disposizione dalla cronaca.

Certo, poi ci sono state le divagazioni sul tema offerte da Belen e dalla bella statuina Ivana, ma quelli sono accessori, dettagli per le foto di rito, per l’album di famiglia del Festival. Quel che resterà nella memoria, almeno per qualche mese, dei telespettatori non saranno certo né le parole (stupide, insulse come un pomodoro senza la polpa) di Celentano, né le farfalle tatuate, ma le provocazioni di Papaleo. Che, probabilmente in modo del tutto involontario, deve aver ispirato Re Giorgio (Armani) che ha deciso di far tornare sulla terra le modelle stellari per avvicinarle alle donne terrene.

 

Senza entrare nel merito dell’aspetto tecnico, di moda se ne occupano altri meglio di noi e con grande successo, ciò che ci ha stupito è l’invito alla sobrietà, il richiamo alla quotidianità, come cifra e non come immagine, rivolto da Re Giorgio alle amanti dello stile Armani.

«Siamo tutti stufi di Valchirie, di donne aggressive, troppo sexy. Per questo, in passerella ho mandato modelle che indossano solo tacchi bassi. Si tratta di un segnale, di un invito a ritornare coi piedi per terra, a camminare in modo naturale, senza per forza dover sembrare una escort», dice Re Giorgio, a margine delle sfilate milanesi.

Un segnale di svolta legato al mercato o un richiamo  della foresta arrivato anche negli atelier, solitamente insonorizzati rispetto ai vocii della politica, mai elegante  ma  sempre, e comunque  volgare?

Difficile decifrare il messaggio armaniano a pelle, ci vorrebbe l’esperto di  lingue di Star Trek, ma impossibile da sottovalutare.

«Sbaglia chi continua a sottovalutare il Fashion Business: è uno dei settori più redditizi e importanti dell’Italia» sostiene lo stilista. Beh, sul business non abbiamo dubbi, anche se è lecito sostenere che la moda arricchisce chi la fa e non chi la subisce. 

 

Inevitabilmente qualcuno, provocatoriamente, ha chiesto ad Armani  se si riferiva a Belen Rodriguez, ma il designer, quasi offeso, ha chiarito che il suo era «un discorso generale. Trovo che sia arrivato il momento di cambiare rotta e di tornare a una certa naturalezza e calma. Nell’abito e nelle abitudini».

Ma va!!!!! Ma se fino a ieri la moda, gli stilisti  stessi, i creatori di Fashion (la fabbrica  del lusso mangia soldi), chiedevano di esagerare, anzi lo imponevano!!! Ecco, la sensazione che il loden sia arrivato anche nelle maison è qualcosa di più che una semplice sensazione. E non per il vento della crisi o per l’onda secessionista che sta spazzolando l’Italia e le tasche degli italiani, ma mero calcolo di bottega.

Re Giorgio, in fondo, è tale con o senza tacchi. Con o senza il lusso ostentato. Se nel nostro Paese c’è qualcosa di profondamente democristiano dentro,  nell’intimo, nel profondo, quello è il mondo sulfureo della moda. Dove nulla si crea e nulla si distrugge, basta tenere le cose nell’armadio è tutto torna. Come fanno i politici: stesse grisaglie, stesse cravatte, stesse parole, stesse idee. Sempre. Per tutte le stagioni. Lunga vita a Re Giorgio.  

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