spigolando dai giornali

La mazzata di de Bortoli a Renzi e quella di Renzi al mondo del lavoro, sempre di più i disoccupati

di Vincenzo Pacifici

La mazzata di de Bortoli a Renzi e quella di Renzi al mondo del lavoro, sempre di più i disoccupati

Fatto unico, straordinario, eccezionale, emblematico e sintomatico su un tema di capitale importanza: una fiducia votata da 358 dei 630 aventi diritto. Si è verificato con la terza votazione all’esecutivo in carica.

   Parliamo ancora del nostrano “roi soleil”. Il suo collega Narsultan Nzarbayev, presidente eterno del Kazakistan, è stato capace di trasformare “la steppa in oro”, il nostro aspirante, invece, nonostante i consigli, le indicazioni, gli appoggi, tutti decisivi e pesanti, è capace solo di aumentare la disoccupazione.

   Notizie, di certo giudicate negative con un’amministrazione governativa normale, saranno distorte o ignorate da quella abnorme attuale: nel mese di marzo le disoccupazione è cresciuta dello 0,2%, arrivando al 13%, mentre quella giovanile si è accresciuta dello 0,3%  (in un anno, 43,1%). Sempre nello stesso periodo si registrano 52.000 disoccupati in più e 138.000 su base annuale. I tecnici dell’Inps hanno segnalato che è troppo presto per misurare gli effetti del Jobs Act mentre sul mercato del lavoro si registra una “situazione di criticità”. 

   Segnaliamo le parole dedicategli nell’editoriale di commiato ai lettori del “Corriere della Sera” da Ferruccio de Bortoli, che lascia il posto all’ex capo dei giovani comunisti ciociari: “Del giovane caudillo [povero Franco!!!!] Renzi che dire? Un maleducato di talento. Il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese, ma ha diffidato fortemente del suo modo di intrepretare il potere. Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche. Personalmente mi auguro che Mattarella non firmi l’Italicum. Una legge sbagliata”. Le parole, pur raddolcite da inspiegabili considerazioni positive (qual è il talento? Quali sono le riforme, utili al Paese?), sono pesanti ed eloquenti.

    Passiamo alla destra. Mentre Storace sogna improbabili ed assurde “liste unitarie” in relazione alle nuove disposizioni volute dallo staff del Granduca, scopre in due occasioni l’”acqua calda”: si avvede finalmente che Forza Italia, ossia Berlusconi, lavora per Renzi e denunzia, con ritardo rispetto a modesti osservatori, il livoroso intervento di Brunetta, con cui la destra si dovrebbe alleare . La Meloni ancora deve spiegare il senso, la ragione e le motivazioni dell’alleanza sottoscritta in Liguria con l’uomo del Cavaliere, che tra l’altro la ignora, reputandola come una ruota di scorta.

   Verrebbe da riprendere in questo quadro l’appello “ai liberti e forti”, lanciato il 18 gennaio 1919 da Sturzo a nome del comitato provvisorio del Ppi. Sono parole, che mutate, in alcuni termini essenziali,  un cittadino, un elettore, sull’orlo di diventare ex, sente il dovere di rivolgere alla destra: “A tutti gli uomini [e le donne] liberi e forti [ma saranno tali o cadranno ancora una volta sotto il giogo di Berlusconi?], che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizio né preconcetto, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza “ gli ideali nazionali, sociali, della cultura, della storia e della tradizione italiana.   La destra – tanto per parlare in modo chiaro ed impegnativo – se vuole tornare onestamente e realmente ad essere presente e ad operare sulla scena, con una Costituente seria ed articolata, deve emanciparsi, senza equivoci e senza esitazioni, dall’orbita, sempre più personalizzata di Berlusconi, dando vita con lui e con la Lega a cartelli elettorali, lontana dalle improvvide “scoperte” di Storace, autonoma e proiettata nel “mare aperto”. Il 3% è una soglia assolutamente accessibile e anche facilmente superabile solo nel segno dell’unità. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 01/05/2015 18:10:15

    Bisogna dare atto a de Bortoli di non essersi "genuflesso" a Renzi. Non è poco, l'aveva fatto, in un suo editoriale del settembre dello scorso anno. Il mondo dell'informazione sembra infatti in adulazione verso Renzi e riporta i suoi "twitter". come la verità assoluta, mentre dovrebbe ignorarli e scrivere , tutti i giorni, che ci vogliono fatti e non parole. Quanto all'area di centrodestra, siamo in presenza di macerie, grazie alla presenza di partiti personali che continuano ad imperversare. Del resto in quest'area gli intellettuali vengono messi al bando e la cultura viene considerata come una specie di peste, mentre i politici di riferimento sono in confusione, per usare un eufemismo.

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