L’OPERA PIÙ SCONCERTANTE DI DOSTOEVSKIJ

Il sogno di un uomo ridicolo chiude la stagione della Pergola

«Oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione»

di Niccolò Andreotti

Il sogno di un uomo ridicolo chiude la stagione della Pergola

Gabriele Lavia

A partire da martedì 5 maggio Gabriele Lavia dirige e interpreta per il teatro della Pergola Il sogno di un uomo ridicolo di Fëdor Dostoevskij con Massimiliano Aceti.

Lo spettacolo, che chiude la stagione del teatro fiorentino, è il vero e proprio cavallo di battaglia del Maestro Lavia che racconta di essersi trovato a confrontarsi con questo testoin più momenti della sua carriera: «La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore», ricorda: «Oggi è passata una vita e il Sogno è quasi un’ossessione. Voglio farne un dono alla città di Firenze per festeggiare la nascita del Teatro nazionale diToscana,riconosciuto Teatro Nazionale».

 

Il sogno di un uomo ridicolo di Fëdor Dostoevskij è un breve racconto che fu pubblicato nelDiario di uno scrittore, nell’ambito di una collaborazione con una rivista. L’anno di pubblicazione è il 1877, dunque nel pieno dell’elaborazione di quello che sarà poi il capolavoro finale dello scrittore russo, cioè I fratelli Karamazov. È la storia di un uomo che ripercorre la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società. Deciso a uccidersi, invece si addormenta davanti alla pistola carica e inizia un sogno straordinario che lo porta alla scoperta della verità. Approda in un altro pianeta, dove gli abitanti sono puri e innocenti, e in quella purezza lui per la prima volta non viene additato come ridicolo. Il suo arrivo però contamina la popolazione che in poco tempo acquista tutti i difetti “umani”.

 

Naturalmente il testo si rivolge, dietro la finzione letteraria, alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano dalla felicità fondata semplicemente sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che solo teorizza le leggi della felicità. E questa idea di felicità ci riporta al messaggio evangelico di puro amore di Cristo, al di là di ogni religione e prima di ogni potere. L’opera risulta dunque una drammatica rappresentazione di quell’ «inferno dei viventi» che descrive Italo Calvino in Le città invisibili (1972): esso«non è qualcosa che sarà: se ce n'è uno, è quello che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme».

 

Un testo potente e dunque attualissimo poiché i sogncontinuano essere «mossi non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore» come scrive proprio Dostoevskij e l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione ancora oggi spesso sono le condizioni di vita della nostra società.

 

Uno spettacolo da conoscere anche attraverso l’incontro filosofico A proposito de Il Sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij con Sergio Givone e lo stesso Gabriele Lavia, fissato per martedì 5 maggio alle 17.30.

 

 

 

 

CAST:

di Fëdor Dostoevskij

con Massimiliano Aceti

allestimento a cura di Laboratorio di costumi e scene del Teatro della Pergola

regia Gabriele Lavia

 

DATE:

martedì 5 maggio, ore 20.45

mercoledì 6 maggio, ore 18.45

giovedì 7 maggio, ore 20.45

venerdì 8 maggio, ore 20.45


Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.

TotaliDizionario

cerca la parola...