Racconto Horror?

Lettera ad uno psichiatra

di Il Raccontafavole

Lettera ad uno psichiatra

Stimato dottore, sono ancora sorpreso dalla sua relazione e ancor di più dalla sua testimonianza davanti alla giuria.
Quelle sue parole, mi hanno condannato a questo luogo freddo e incolore.

Ho pensato che ci fossimo capiti, in fondo eravamo diventati amici e complici per avere le stesse idee, credevo fortemente che Lei avesse capito la motivazione del mio gesto, che avesse capito perché ho fatto quel che ho fatto.

Eppure, anche in questa condizione, sarà la mia capacità di perdonare, continuerò a seguire i suoi consigli: pensare prima di agire, tenere in conto che le persone sono molto più che sacchi di carne; ma non riesco ancora a guardarli negli occhi, la sensazione che qualcuno sia dietro le mie spalle mi gela il sangue.
Quando ho compiuto quell'azione irresponsabile ero tra il sonno e la realtà effimera.
Ogni sera prima mi danno il solito cocktail di sonniferi e tranquillanti che mi rilassa, mi fa dormire e talvolta sognare.

Il tempo è scappato via in un batter di ciglia e non ho mai potuto finire di raccontarle tutti i miei incubi, in modo tale che nessuno saprà mai la verità sino in fondo, men che Lei.

Quest’ultimo incubo è davvero speciale.

I sogni che a volte facciamo, quelli in cui sentiamo la nostra coscienza attiva e funzionale ma il nostro corpo è paralizzato, e non siamo capaci di muoverci, bene in essi siamo ancora svegli, i nostri sensi sono sì assopiti, ma sappiamo chi c'è intorno a noi; riconosciamo la nostra stanza tra le ombre, la tessitura del letto e gli odori che ci circondano; questo è quello che lei dice “ succede a tutti”. Nel mio incubo, mi sento così, disperato e agitato; intrappolato nel mio stesso corpo e gli occhi che si muovono da una parte all'altra; lotto duramente per sbarazzarmi di quella forza che mi sottomette, e all'improvviso sento qualcosa.

Il cigolio della porta che si apre lentamente, molto lentamente, e gioca subdolamente con me chiudendosi e riaprendosi; e improvvisamente il rumore cambia e odo dei passi che s’indirizzano verso di me. Il sudore della mia fronte gocciola sulla faccia, mi sforzo di vedere chi emette questi suoni, e noto un'ombra che cammina verso il letto, ma è inutile.

Poi, diventa ancora più percepibile, lo sento molto vicino, capto la presenza di qualcuno, a pochi metri da me; respira nel mio orecchio, sul collo.

Senza successo ho provato a urlare, mentre la sagoma è su di me, di fronte al mio volto, e guardo la sua figura illuminata da un tenue raggio di luce proveniente dall'esterno. Vedo il suo volto scheletrico, e il sorriso che ha fatto tremare le mie ossa; quel sorriso che... non dimenticherò mai.

I suoi grandi occhi mi fanno capire che gode del mio orrore, dilettandosi nella paura che pervade il mio corpo e la mia anima. Progressivamente si nutre della mia profonda angoscia, e mi guarda fissamente, mentre ascolto la sua respirazione accelerata, eccitata.

Ora si muove e “sento” il suo sguardo che mi analizza.

Nonostante il mio disperato tentativo di muovermi, ho i muscoli bloccati, e ferisco la mia speranza con il solo desiderio che tutto finisca subito.

Nuovamente si avvicina a pochi centimetri da me, lo sento ancora respirare e questa volta sussurra il mio nome una volta, ed un'altra volta, ed altre ancora.

Avverto il malato piacere che prova nel torturarmi, nel giocare con me.

Ed improvvisamente sento, l'affilato bordo di qualcosa che sembra essere non più di un grossolano attrezzo di cucina, lo stesso che usano per ammazzare i polli.

Sento il coltello al mio fianco come un ago sulla pelle, un taglio piccolo all’inizio, ma lentamente affonda senza esitazione, glaciale.

Si muove lateralmente tra le costole, mi castiga per i miei peccati, già più non resisto ma rimango fermo come un pezzo di marmo, mentre il mio corpo prova un dolore indescrivibile.
Anche le persone che ho ammazzato avranno sofferto così prima di morire?

Sono nelle mani di quel pazzo che mi somiglia.

E io che mi dico che me lo merito… 
Si sposta e mi lascia…poi ritorna, e questa volta pronuncia il mio nome al mio orecchio con la voce più orribile che abbia mai sentito: Frank!

Il suo grido mi ha riportato alla realtà, e subito ho notato il mio torace coperto di sudore, la respirazione rapida mentre sto singhiozzando lentamente ...

E’ stato tutto un sogno. Uno dei più orrendi avuti.

Quest'incubo, caro Dott.Parker, continua da giorni, ogni sera scorgo quell'ombra che mi assomiglia, percepisco quel dolore lancinante al fianco e lui che urla il mio nome in maniera orribile. 
Poi mi sveglio, vado in bagno e immergo la faccia nell'acqua fredda cercando di lasciare che quel diabolico momento passi. 
Respiro lentamente, poi mi guardo allo specchio e di fronte a me ci sono, quegli enormi occhi che mi fissano, il suo volto sempre sorridente, lui che gode del piacere del mio dolore.

Lui che mi assomiglia tanto!

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    5 commenti per questo articolo

  • Inserito da angela il 29/05/2015 14:21:02

    solo una sofferenza tanto profonda e vicina alla morte reale può esprimere questo orrore misto di torti subiti, vendette non realizzate,speranza , anzi certezza di non poter ricambiare. il sentirsi un assassino è più che altro consapevolezza di non aver potuto realizzarsi, non per colpe proprie ma altrui.

  • Inserito da Silvana il 29/05/2015 13:55:33

    il suo incubo gli sarà servito per capire l'entità del male fatto e si pentira'?

  • Inserito da Alessia il 29/05/2015 12:15:27

    Il nostro Stephen King è tornato

  • Inserito da Franca il 29/05/2015 12:02:23

    Vero Bea, ma perché questi racconti non vengono pubblicati?

  • Inserito da bea il 29/05/2015 11:59:17

    Finalmente è tornato Raccontafavole, quanto aspettato! E con quale orror, e con quale tua abiltà particolare metterti nell'annima, nei pensieri di un assassino, descrivere l'incubo, i sogni di Frank che sembrano vissuti. Esso, vedendo e sognando se stesso assassino come guardare nello specchio, è già un passo verso la guarigione? Mi veniva la pelle d'o(r)ca leggendo, ed è proprio questo tuo potere a farci tremare! Complimenti!

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