Spigolando dai giornali

Renzi voleva fare l’assistente di volo, perché gliel’hanno impedito?

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Renzi voleva fare l’assistente di volo, perché gliel’hanno impedito?

Le ambizioni puerili del “premier” fanno ridere per un momento ed irritano per l’ intera giornata.

   Come si può accettare il discorsetto preparatogli e recitato, al solito gongolando,  nel corso della presentazione della nuova livrea (si noti l’importanza della circostanza) Alitalia: “Vorrei fare quello che ho sempre sognato di fare, lo steward, e chiedervi di fare la cosa che io mi dimentico sempre di fare quando su un aereo. Vorrei chiedervi di allacciare le cinture perché qui stiamo decollando davvero. Piaccia o non piaccia  […] Alitalia decolla. Il decollo di Alitalia è il decollo dell’Italia e viceversa. Se vola Alitalia viva Italia”. Ma se appena si riguarda la situazione della defunta linea nazionale, si comprende perché il “premier” sia stato invitato per la presentazione della livrea: l’Alitalia inizia il 1° gennaio 2015, rilevando il marchio e le attività dell’ ex compagnia di bandiera, chiusa (sottolineo chiusa) per permettere l’ingresso di Etihad Airways nel capitale. La compagnia fa parte dell’alleanza Sky Team e del network Etihad Airways Partner, degli Emirati Arabi Uniti.

   In un paese, in cui si incaricano gli Avvocati dello Stato di “avvertire” i giudici della Corte costituzionale dell’onerosità (35 miliardi) dell’eventuale annullamento del blocco degli stipendi pubblici, il festante e tonitruante “presidente del Consiglio”, dopo gli annunzi di una timida ripresa economica, dai limiti già abbondantemente individuati dagli osservatori più attenti ed esperti, è stato richiamato dal presidente della Confindustria Giorgio Squinzi alla presentazione della XXI Triennale International Exhibition 2016.  Il capo degli industriali, e non solo di quelli, ha notato che la crescita dello 0,3%  è semplicemente statistica e non reale, dal momento dal momento che il Paese continua a soffrire la crisi economica, calano i consumi , aumentano la sfiducia degli italiani e la disoccupazione, soprattutto giovanile.

  Arrivando al punctum dolens Squinzi rileva che gli “zero virgola” positivi emersi dagli ultimi bollettini sul Pil  “non bastano perché bisogna crescere” e dal momento che “sarebbe una buona cosa cercare di ricostruire i rapporti con la Russia perché i nostri imprenditori stanno soffrendo” le folli limitazioni dell’Ue, avallate da Renzi.

   Le considerazioni positive sull’intervento del patron del “Sassuolo” si attenuano e non di poco per l’infondato  e incredibile credito attribuito alle riforme. Il capo degli industriali si dice “convinto che parlare di crescita e ripresa sia un po’ prematuro”  e non convinto che “se non facciamo i lavori in casa e non andiamo avanti sulle riforme politiche, istituzionali e amministrative , sapremo agganciare davvero la ripresa”.

   E’ esploso lo scandalo romano, che opportunamente “Il Tempo”, quotidiano a corrente fissa e non alternata antigovernativa, titola “Mafia Capitale atto secondo: 44 arresti, trema il Campidoglio. Sedici pagine di intercettazioni tra politici e “Mondo di mezzo”. La presentazione sarà probabilmente sgradita a FI, che, pur la sua vocazione “garantista”, dopo aver consentito il successo a De Luca con l’impolitico linciaggio della Bindi, farà di tutto per non provocare le conclusioni nel fango delle esperienze Zingaretti e Marino. Lo scandalo è di dimensioni colossali, è del tutto trasversale, e conta ramificazioni incredibili, tali da rendere la richiesta di organizzare le Olimpiadi,  oggi solo una pretesa degna di “Megalò”. Il Pd e FI sono coinvolti e se risultano di agghiacciante superficialità e banalità le dichiarazioni del capogruppo del Pd alla Regione, Marco Vincenzi, è anche necessario chiarire le figure dei due esponenti del raggruppamento centrista di Berlusconi, due campioni del professionismo amministrativo, arrestati. Il primo, Luca Gramazio, figlio dell’ex senatore Domenico, ha fatto le ossa nel “piccolo mondo” della romana piazza Tuscolo, di un MSI quasi per nulla politico e del tutto clientelare, tanto da radicarsi saldamente poi in FI. L’altro Giordano Tredicine, sempre di FI, è definito da “Il Tempo” “la gallina dalle uova d’oro nata tra camion bar e banchetti di vestiti” con immaginabili basi ideali. 

   Da segnalare l’insana, incredibile lotta fratricida in corso sul litorale pontino: prima a Terracina e poi a Latina, le due amministrazioni comunali, guidate da FdI, sono state sabotate e costrette alle dimissioni da un’assurda alleanza FI – PD.

   Non possono essere passate sotto silenzio le osservazioni di Paolo Franchi, partendo da due riserve preventive quanto categoriche: l’etichettatura di destra per la Lega è abusiva e offensiva per la NCD, e la considerazione da fare sulla società “liquida”, in cui non possono emergere tre leaders di incredibile impreparazione, di spaventosa superficialità, dal linguaggio banale, in due non di rado volgare, quali Renzi, Salvini e Grillo. Va segnalata poi un’assurda discriminazione operata nei confronti di FdI, che ha riportato percentuali sempre superiori al minigruppo di Alfano. Il discorso si può facilmente concludere sul passaggio di Franchi: “negli orientamenti politici e negli stessi comportamenti di voto c’è ancora qualcosa di più profondo e radicato di quanto immaginino tanti strateghi da farmacia travestiti da grandi comunicatori”, a cominciare proprio dallo stesso Franchi, che non attende, non sa attendere e non si degna di attendere la riorganizzazione (cara Meloni, non più procrastinabile) della destra autentica, responsabile e titolare del nome.

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