Editoriale

FdI-An, la sfida della terza destra

Alle ultime elezioni ha stabilizzato il proprio consenso grazie anche alla credibilità sempre più diffusa di Giorgia Meloni

Mario  Bozzi Sentieri

di Mario  Bozzi Sentieri

li ultimi risultati elettorali hanno confermato, pur in un clima di forte polarizzazione  politica  (tra Pd, Lega e Movimento Cinque Stelle), la presenza delle liste di Fratelli d’Italia-An.

Il partito di Giorgia Meloni si può dire che rappresenti la “terza forza” all’interno della coalizione di centrodestra, divisa tra Lega Nord, in fortissima crescita, e Forza Italia, in oggettivo affanno, viste le fratture interne e la crisi di leadership. Una “terza forza” che dimostra di essere ben presente su tutto il territorio nazionale (con una media del 4%, con picchi significativi, oltre il 6%, nelle Marche ed in Umbria), con una leader ben “accreditata” a livello di opinione pubblica (sempre ai vertici della classifica dei leader politici che raccolgono maggiore consenso) ed una classe dirigente relativamente giovane.

Per Fdi-An ci sono, visti i “fondamentali”, ulteriori possibilità di crescita, a patto però che di più e meglio vengano specificate le ragioni fondanti del partito, nato, appena due anni fa, alla vigilia delle elezioni politiche, da una costola dell’ex PdL.

Tra i toni urlati “alla Salvini” e quelli felpati del moderatismo da “Prima Repubblica” dei vertici di Fi, c’è spazio per una “terza destra”, in grado di rappresentare, nelle idee e nei fatti, un’alternativa credibile alle stanche immaginazioni del renzismo e alle confuse suggestioni pentastellate ?

In Fratelli d’Italia al di là di qualche appello patriottico e del decisionismo barricardiero sui temi sensibili dell’immigrazione e dell’ordine pubblico,  poco è stato sviluppato  in termini programmatici e di suggestione collettiva. A  farla da padrone, all’interno del centrodestra, è sempre il “bullismo mediatico” di Salvini, semplice, immediato, ripetitivo quel tanto che serve per scalzare gli stanchi richiami alla “rivoluzione liberale” di matrice forzista.

Al di là di queste due proposte politiche, dove cercare la “terza via” per una destra che aspiri ad avere un ruolo più ampio del suo attuale bacino elettorale ?

Il primo elemento è la  “base sociale” su cui puntare. Oggi, a ben vedere, oltre  le statistiche sulla disoccupazione, c’è una prateria sterminata di giovani di cui si parla poco o niente, a cui una destra nuova ed “intelligente” potrebbe  rivolgersi, elaborando   specifiche proposte d’azione politica, sociale e culturale.

Secondo dato è quello europeo. Tra l’opzione  del  No-Euro e quella tutto sommato organica agli attuali assetti della Bce, non è velleitario riprendere l’idea di un’Europa da rifondare sulla base di profondi e condivisi valori spirituali, politici e sociali.

Terzo tema cruciale è certamente quello economico, visto in ragione della difesa dell’indipendenza nazionale, della tutela del nostro patrimonio economico e produttivo contro gli attacchi di una globalizzazione senza regole, ma anche in ragione di un’organica proposta partecipativa, programmatica, nella quale – se necessario – un ruolo non secondario potrebbe essere svolto dall’interventismo pubblico.

Quarta questione quella della riforma istituzionale, a cui una destra “alternativa” potrebbe dare un contributo non banale, a partire dalla riconsiderazione del ruolo e dello spazio delle Regioni.

Ultima, ma non meno importante questione, quella dell’azione culturale, rispetto a cui sviluppare finalmente,  “da destra”, una costante opera di organizzazione, di semina, di impegno, a partire dalle amministrazioni locali, ma nella prospettiva di un’autentica ricostruzione nazionale, che parli di identità e  di valori condivisi.

Idee e atti concreti. Visioni d’assieme ed indicazioni chiare. Immaginazione e comunicazione. C’è spazio per una destra “altra”, che voglia porsi alla testa di una nuova stagione politica e di una rinnovata coalizione.

Importante – in partenza - è esserne consapevoli ed agire di conseguenza, non accontentandosi di qualche percentuale elettorale in crescita, ma rendendo sempre più chiare le ragioni di una proposta politica, che punti ad essere determinate nella costruzione dell’Italia del domani

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