Editoriale

Dalla A alla Z parole a perdere. Alibi, luoghi comuni e tradimenti. Conservatori Contrapposizione Convergenze

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

onservatori

Alcuni conservatori, a furia di conservare, hanno dimenticato il motivo per il quale hanno avuto desiderio o necessità di conservare. Le loro ragioni paiono ora mute e prive di ogni significato originario.  Ciò dimostra che non basta trovare, scegliere, custodire. L'interesse per ogni pur piccola cosa riposta, va quotidianamente rinnovato. Pena l'oblio di sé, l'estraneità dal mondo.  

- Contrapposizione

Una delle malattie più cronicizzate, endemiche e invalidanti della società italiana è la necessità - divenuta quasi un tratto antropologico comune - di contrapporre, quasi per legittimarsi, la propria un’idea ad un’altra, di avere quindi, una necessità imperante di un nemico per dividersi in netti blocchi contrapposti. C’è da chiedersi come farà l’attuale premier quando non avrà più avversari: non gli rimarrà altro che l’epurazione sistematica e progressiva di ogni membro dal suo Partito della Nazione. Fino alla solitudine di Caligola. Negli ippodromi c’è già una qualche aspettativa…

- Convergenze

Svelato l'equivoco per il quale, in politica, la destra e la sinistra erano diametralmente opposte ed alternative una all’altra, levatrici di mondi diversi e fra essi incompatibili; né destra né sinistra hanno sentito l’esigenza di smentire questo dato, riorganizzandosi e trovando le ragioni del loro essere ed essere diverse. Anzi, le differenze palpabili fra destra e sinistra, si son ora progressivamente rivelate dettagli sempre più vuoti di sostanza e ripieni solo di retorica. Solidarietà verso libertà, individuo verso società, uguaglianza verso crescita, sono alla fine parole buone per comparsate televisive: i testi dei decreti legge e dei regolamenti cantano in coro. Hai voglia a dire che questo “indistinto” è lo specchio dei tempi, che la modernità ha decretato la fine delle vecchie categorie: più netta è la sensazione che tali vecchie categorie e la cultura sulle quali esse si fondavano siano diventate nel tempo qualcosa di troppo complesso per gli interpreti che quest’epoca ci ha dato. Lo so per esperienza e conoscenza diretta: chiedete ad uno qualunque dei nuovi leader politici il titolo dell’ultimo libro che hanno letto, dell’ultimo film, o il nome dell’ultimo museo nel quale sono entrati. L’ignoranza, o forse il disinteresse per la cultura è il loro più ampio comun denominatore. Allora, in fin dei conti, destra e sinistra sembra siano finite per somigliare perché convergevano verso il terreno comune dell’ignoranza delle loro leadership. Debolezza degli uomini non delle idee.

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