Editoriale

Tsipras asfaltato dalla Ue, è la dittatura, bellezza!

Costretto a firmare un accordo che toglie completamente la sovranità al popolo. Il vero volto dell'unione a trazione tedesca

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

he government needs to consult and agree with the Institutions on all draft legislation in relevant areas with adequate time before submitting it for public consultation or to Parliament.

In questo passaggio del documento di accordo fra la Grecia e l’Europa firmato nella nottata il senso della fine della democrazia e delle sovranità nazionali a beneficio della dittatura della Ue a guida tedesca.

Non è un’esagerazione e neppure una interpretazione ideologica di segno antieuropeista, è semplicemente la cruda realtà.

A fronte del “salvataggio” (ma è un eufemismo degno della peggiore ipocrisia politica) della Grecia, Atene accetta di chiedere il permesso alle istituzioni europee prima di indire un referendum o comunque una pubblica consultazione o addirittura si sottoporre un qualunque progetto riguardante le materie economiche (ma non solo, poiché tutto può essere ricondotto all’economia e dunque rientrare nell’ambito del controllo e relativo placet europeo) al proprio parlamento.

Di fatto dunque Tsipras ha accettato di diventare un semplice esecutore di quanto la troika vuole e desidera. I cittadini greci non potranno più avere voce in capitolo, e neppure il parlamento fino ad ora liberamente eletto. E così pagano il prezzo del referendum che ha visto la vittoria dei no, subiscono la vendetta della Ue che non aveva visto di buon occhio la consultazione popolare, e al contempo si ritrovano con un leader azzoppato

Dunque, fine della democrazia, inizio dichiarato della dittatura su base economica.

Certo non è cosa che possa stupire, da tempo sapevamo che la sovranità dei popoli era andata in soffitta fra le vecchie cose di pessimo gusto. Già l’Italia aveva subito lo stesso trattamento nel 2011, ma allora almeno erano state salvaguardate le apparenze, e si era fatto passare l’affossamento del governo Berlusconi come il necessario risultato di una congiuntura economico finanziaria che richiedeva un cambio di passo (leggi di governo) e il cavaliere aveva fatto buon viso a cattivo gioco dimettendosi e lasciando spazio a Monti e poi a quanto ci narra la cronaca recente. Anche da noi sospensione della democrazia, ma mascherata.

Adesso lo scenario è più esplicito, il commissariamento dichiarato.

Il sistema della dittatura dei tecnocrati si è rivelato in tutta la sua forza che non ammette dissidenti.

A chi si chiedesse cosa avverrà da ora in poi possiamo rispondere, con un buon margine di approssimazione al vero: niente.

Non succederà proprio niente, continueremo, così, saremo i portatori d’acqua al progetto della grande Germania, questo ci costerà ancora sacrifici e impoverimento, diventeremo sempre più schiavi del debito pubblico che essendo inemendabile (poiché non ci può essere crescita con le condizioni imposteci da Bruxelles) ci schiaccerà sempre di più sui desiderata europei.

Grillo ha scritto in un post: punirne uno (la Grecia) per educarne 19, in effetti è così. E non illudetevi di poter cambiare le cose alle prossime elezioni, seppure un Salvini, o chi per lui, riuscisse a conquistare il potere, i mercati, governati dalla troika, scatenerebbero la loro potenza distruttrice, dallo spread alle borse sarebbe un disastro che, come è appena accaduto in Grecia, porterebbe ad una normalizzazione forzata.

Insomma rassegniamoci, siamo fregati. È la dittatura, bellezza!

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Albatros il 14/07/2015 06:46:40

    Ma per favore, ma almeno prendete un libro di storia prima di sparare queste sentenze. per capire come nella storia sono sempre avvenuto delle rivoluzioni ... il commissariamento ha funzionato per il semplice e banale motivo che Tsipras si è rivelato per quello che era: un quisling di regime che continuando a mentire non ha mai messo in discussione né l'euro né tutto il resto (per non parlare della NATO), ma non c'è alcuna dittatura estera che tenga se al potere c'è un governo rivoluzionario ... L'unica cosa che può fermare una reale rivoluzione è un colpo di stato o un invasione diretta di tipo militare, ma l'impero non avrebbe avuto l'ardore di farlo di fronte agli occhi di tutto il mondo ...

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