I libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie: Dicembre 2015

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Dicembre 2015

Alain De BenoistIl Trattato Transatlantico – L’accordo commerciale Usa-Ue che condizionerà le nostre vite (Arianna, pagg. 192, Euro 9,80)

 

Il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and InvestmentPartnership), rappresenta un pericolo senza precedenti per tutti i Paesi d’Europa e forse, proprio per questo, le trattative tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America si svolgono all’insaputa della maggioranza dell’opinione pubblica.

L’obiettivo di tale trattato è quello di dare vita a un accordo commerciale intercontinentale tra l’Europa e il Nord America, che abolisca i dazi doganali e uniformi i regolamenti dei due continenti, in modo che non vi sia più alcun ostacolo alla libera circolazione delle merci: creare insomma un grande libero mercato.

Uniformando il nostro regolamento agli standard americani - volutamente meno restrittivi - verrà meno non solo la tutela dell’ambiente, della salute, dei livelli salariali e dei consumatori, ma anche quella delle aziende europee. Per quanto riguarda l’agricoltura, infatti, negli Stati Uniti è possibile coltivare prodotti OGM e utilizzare gli ormoni nell’allevamento degli animali destinati all’alimentazione, così come non è riconosciuta alcuna denominazione di origine controllata, tanto per dirne una.

Alain de Benoist illustra con chiarezza il pericolo mortale che corrono a causa del Trattato transatlantico la giustizia sociale, la nostra libertà e la nostra autodeterminazione, invitando le persone e le comunità a ribellarsi.

Un libro di scottante attualità che spiega con chiarezza di linguaggio e di contenuti argomenti spesso ritenuti “troppo complessi” per la gente comune.

 

 

ITALIA

 

Antonio Parisi, Enti inutili. La rapina agli italiani di cui si parla e si sa troppo poco(Imprimatur, pagg. 288, Euro 17,00)

 

Sono migliaia gli enti, le aziende di Stato e le società a controllo o partecipazione pubblica. Si tratta di un groviglio di cui non esiste un elenco attendibile e aggiornato. Certamente a questa marea di strutture sono connesse moltissime poltrone spesso retribuite con stipendi addirittura superiori a quello del presidente degli Stati Uniti d'America. Questi incarichi, durante la Prima Repubblica, erano lottizzati dai partiti e dalle loro correnti secondo il cosiddetto Manuale Cencelli. L'occupazione di ogni carica serviva a drenare soldi sotto forma di tangenti destinate in parte alle casse delle forze politiche e in parte agli stessi "ladri" protagonisti dell'inchiesta Mani pulite. Con laSeconda Repubblica le cose sono peggiorate. Le tangenti rimangono e finiscono tutte intere nelle tasche dei nuovi corrotti. Appare una nuova e famelica classe di privilegiati: l'alta dirigenza pubblica. Antonio Parisi dipana nei dettagli la genesi di un sistema malato, e fornisce un elenco pazientemente ricostruito degli enti - per fortuna non tutti inutili, anzi molti preziosi e insostituibili - purtroppo farcito da innumerevoli strutture inutili e costose, come i centri regionali e nazionali di studi africani, risalenti a quando avevamo le colonie, e quelli che costano centinaia di migliaia di euro per "studiare" improbabili fenomeni sociali e naturali.

 

***

 

Autori vari,  Un nuovo modello di sviluppo per una nuova Italia protagonista in EuropaAtti 3° Convegno Nazionale (CESI, pagg. 136, s.p.)

 

Continuando nella sua opera di lettura-superamento della crisi politica, istituzionale,economia e sociale dell’Italia, il CESI (Centro Nazionale di Studi Politici e di Iniziative Culturali) ha organizzato un terzo convegno nazionale (Roma, 23 aprile 2015), sul tema “Un nuovo modello di sviluppo per una nuova Italia protagonista in Europa”, pubblicandone tempestivamente gli atti.

I relatori hanno effettuato una analisi della delicatissima fase che attraversa in particolare la nazione italiana, ma che si inquadra nella trasformazione epocale dell’intera società mondiale a seguito di eventi mai prima verificatesi nella storia dell’umanità: la grande espansione demografica, gli accelerati e diffusi progressi scientifici e tecnici, l’intensa mobilità delle persone, delle merci e dei capitali. In particolare viene trattata la crisi strutturale del sistema politico italiano e viene proposta una radicale riforma costituzionale attraverso l’avvio di una fase costituente del tutto sganciata da dannose e parziali riforme operate nell’interesse partitocratico e non dell’intero popolo italiano.

 

 

MONDO

 

Stefano De Angelis, Isis vs Occidente - Storia, strategie e obiettivi del Califfato Presentazione di Salvatore Santangelo (Solfanelli, pagg. 184, Euro 14,00)

Dopo anni di guerra al terrorismo condotta dagli Stati Uniti e i suoi alleati principalmente contro Al Qaeda e il suo network internazionale, oggi l'Occidente si trova a fare i conti con un nemico di ben altra caratura e capacità: l'ISIS. Con un'economia solida e prospera, mezzi di comunicazione all'avanguardia, milizie ben equipaggiate e un'inedita capacità di fare proseliti tra i giovani occidentali di fede islamica e non solo, ad oggi lo Stato Islamico rappresenta la minaccia più grande per il futuro della nostra società.
Stefano De Angelis approfondisce vari aspetti che compongono l'universo ISIS, dalle origini ai personaggi chiave, dagli alleati all'economia, dai mass media ai foreign fighters, fino a decifrare i prossimi obiettivi del Califfato. Viene inoltre analizzata la guerra al terrorismo condotta dall'Occidente, non mancando di ricordare le lacune e le incertezze che hanno caratterizzato gli ultimi anni, e cercando di definire le linee guida future della lotta al fondamentalismo islamico.

 

***

Maurizio Scarpari, Ritorno a Confucio. La Cina di oggi fra tradizione e mercato (Il Mulino, pagg. 200, Euro 18,00)

 

In Cina lo straordinario sviluppo economico degli ultimi decenni ha promosso un benessere diffuso ma ha anche prodotto o lasciati irrisolti squilibri gravi a livello strutturale, sociale, culturale.Accanto a un numero crescente di ricchi e super ricchi convivono ancora milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Nel vuoto ideologico e nello spaesamento esistenziale conseguenti all'esplosione liberista, che cosa si sta delineando in quel vastissimo paese? Per rafforzare il proprio consenso interno e migliorare l'immagine della Cina sullo scacchiere internazionale, il Partito comunista guarda con rinnovato interesse alle radici del suo patrimonio culturale, riscoprendo i principi etici del confucianesimo, garanti del "buon governo" e di quella "società armoniosa" che hanno caratterizzato l'impero per oltre duemila anni.

 

 

ECONOMIA

 

Charles Robin, La sinistra del capitale e dell’alta finanza. Liberalismo culturale, mercato globalizzato, società liquida (Controcorrente, pagg. 192, Euro 20,00)

 

Charles Robin mostra la fondamentale unità del liberalismo, oggi dominante. Al di là delle distinzioni tra liberalismo economico e liberalismo libertario, c’è una comune ascendenza, prima culturale e poi economicista, con l’Illuminismo.  In questo contesto, lungi dall’essere l’effetto di un tradimento, la valorizzazione del liberalismo da parte della sinistra post-comunista, anche di quella più estrema, e la sua spettacolare sottomissione alle esigenze del Capitale e dell’Alta Finanza risultano, al contrario, da una profonda logica inscritta nella sua storia ed evidenziata dall’autore con un approccio filosofico rigoroso.

Solo tenendo conto di questi due volti del liberalismo si può cogliere il ruolo essenziale svolto dalla sinistra nel processo di dominio capitalista e mercantile. Il liberalismo è un fatto sociale totale, non riducibile alla sola sfera economica o societaria, e la risposta deve, di conseguenza, porsi alla sua stessa altezza. È la centralità del Mercato e dell’Interesse che si deve fronteggiare.

L’Alta Finanza è il superamento del capitalismo, poi anche una dittatura dei banchieri che costituisce una sorta di direzione strategica, non solo della politica, ma della trasformazione antropologica delle masse in moltitudini informi e prive di qualsiasi legame territoriale, storico e di memoria collettiva.

Nel rapporto con i poteri forti, economici e finanziari, la sinistra assume una posizione sempre più servile. Sono mosche cocchiere di una megamacchina che stritola l’individuo nella mercificazione globale e che produce ansia di ricchezza, egoismo, utilitarismo, alienazione, nichilismo, aumento delle disuguaglianze sociali e dell’insicurezza personale. La disgregazione è un continuo e lento annegare negli abissi della società liquida.

Per costruire una vera alternativa, bisogna uscire dal campo liberale e dal vicolo cieco dell’economia. Secondo Charles Robin occorre creare gli spazi per una geopolitica del dissenso e della ribellione.

 

TEMPI MODERNI

 

Fabrice HadjadjMa che cos’è una famiglia ? (Ares, pagg. 184, Euro 16,00)

 

Che cos’è una famiglia? Fino a qualche tempo fa la risposta era talmente ovvia che la domanda non meritava neppure di essere posta. Ma oggi, con la propaganda del «matrimonio per tutti», la diffusione delle teorie del gender, e l’invasione della tecnologia per produrre individui preselezionati e performanti, niente va dato per scontato. Per Fabrice Hadjadj, la famiglia «è il luogo nel quale si articolano la differenza dei sessi e la differenza delle generazioni, e anche la differenza tra queste due differenze»; fondata su un desiderio, prima che da una decisione, la famiglia «è il luogo del dono e della ricezione incalcolabile di una vita che si dispiega con noi ma anche nostro malgrado, e ci spinge sempre più avanti nel mistero dell’esistere». Per questo, Hadjadjpuò affermare che «la famiglia è lo zoccolo carnale dell’apertura alla trascendenza»: infatti,«proprio perché la trascendenza è la sorgente di tutto ciò che appare, è nascosta come la luce. Il suo spirito è nel tessuto stesso della nostra carne». «Che cosa dice l’inizio del libro della Genesi? Dio creò l’uomo a sua immagine. Maschio e femmina li creò (Gn 1, 27). In altri termini, l’immagine di Dio si trova nella differenza dei sessi». Non è dunque una provocazione il titolo del secondo saggio di questo volume, La trascendenza nelle mutande.

 

 

SOCIOLOGIA

 

Gaetano Maria Santoro, La fabbrica del carisma. Leader, follower, comunicazione (Guerrinie Associati, pagg. 272, Euro 24,50)

 

Più di un secolo dopo Weber e due millenni dopo San Paolo, i media nostrani hanno riesumato il termine "Carisma", dandogli un significato adeguato a politici mediocri e a imprenditori protezionisti. Il libro chiarisce perché e come la parola abbia cambiato identità negli ultimi anni e descrive le strategie, i sistemi e gli apparati di comunicazione usati per manipolare il consenso e conquistare il potere. Racconta oltre venti casi di capi "carismatici", esemplari di contesti politici, economici e sociali diversi e li colloca in tre età crossmediali, centrate sulla figura del leader, sulla tecnica e la gerarchia, sulle reti e la tecnologia. L'agire comunicativo dei protagonisti, da Pericle ad Augusto, al Re Sole, da Rockefeller a Ford, ai robber baron, da Jobs a Page, a Zuckerberg, ai ragazzi del Web, commentato e sistematizzato, dà spunti operativi che, senza scadere nelle ricette sicure e nelle teorizzazioni astratte, portano il lettore a definire opportunità di miglioramento e modi d'azione.

 

FILOSOFIA

Alberto Caturelli , Esame critico del liberalismo come concezione del mondo (D'Ettoris, pagg. 185, Euro 18,90)

Esame critico del liberalismo come concezione del mondo è il frutto delle riflessioni che lo storico della filosofia Alberto Caturelli ha svolto sul fenomeno del liberalismo moderno. Caturelli svela il vero problema che la dottrina liberale "fa" per il cattolico e per chi intende rimanere fedele al pensiero classico-metafisico. Rifacendosi abbondantemente proprio agl'insegnamenti pontifici, svolge una serrata critica al liberalismo radicale, al liberalismo moderato e al "clerico-liberalismo" o liberalismo cattolico, i quali proclamano l'autosufficienza dell'ordine umano, contrapponendosi in questo a gran parte dell'insegnamento sociale della Chiesa. Al saggio segue il testo di un documento dei vescovi dell'Ecuador della fine del secolo XIX che, per molti aspetti, è un valido esempio dell'atteggiamento delle gerarchie ecclesiali dell'epoca nei confronti dell'ideologia dei liberali.

 

CLASSICI

 

Giovanni Papini, Il crepuscolo dei filosofi  (Circolo Proudhon, pagg. 171, Euro 14,00)

 

Scritto nel 1906, Il crepuscolo dei filosofi è un processo alla filosofia e alle maggiori figure del pensiero ottocentesco: Papini traccia i profili di KantHegel, Schopenhauer, Comte, Spencer e Nietzsche e tratta in chiave parodistica le loro “tre o quattro idee”. Accusati di irrigidire in schemi e categorie astratte la realtà e la natura, i filosofi dell’Assoluto “sono da gettare via come carogne”. Il primo libro di Papini non è solo un saggio “pragmatista” contro la Verità con la V maiuscola, la speculazione astratta, il dogmatismo, l’irrazionalità della ragione, ma un invito ad accettare la profonda contraddittorietà dell’esistente. “Licenziare la filosofia” vuol dire perciò agire, entrarespavaldamente nella vita, nella moltitudine, nel divenire, nel paradosso, mentre il mondo dell’unità assoluta, disegnato dai filosofi, non è che “il regno della calma, del riposo, dell’immobilità, della morte”.

 

MASSMEDIA

 

Erica Negri, La rivoluzione transmediale. Dal testo audiovisivo alla progettazione crossmediale di mondi narrativi (Lindau, pagg. 408, Euro 29,00)

 

L’industria dei media si trova oggi a vivere una rivoluzione epocale. L’affermazione dei new media, la digitalizzazione e la convergenza dei mercati ne stanno mettendo in discussione le basi tradizionali, e i mezzi che hanno dominato il XX secolo − cinema e televisione − devono lottare per sopravvivere. 
Questo rapido cambiamento costituisce un fenomeno non solo tecnologico ma anche culturale, che sta avendo importanti ricadute tanto a livello socio-economico quanto a livello narratologico; fra queste la ridefinizione dei concetti di «audience» e di «autorialita», l’emergere di forme narrative fluide e semi-aperte, e la creazione di «ecosistemi narrativi» in cui media e linguaggi diversi partecipano alla costruzione di ambienti narrativi transmediali
La rivoluzione transmediale si propone di indagare l’influsso delle nuove tecnologie e della cultura della convergenza sulle forme narrative, sia attraverso un’approfondita analisi teorica sia attraverso lo studio di diversi prodotti audiovisivi, e in particolare di due casi esemplari: Collider eHeroes.

 

 

STORIA

Ron Field,  Il Generale Robert E. Lee (Libreria Goriziana, pagg. 107, Euro 18,00)

Robert E. Lee è uno dei comandanti più ammirati della storia. All'inizio del 1861, il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln lo invitò ad assumere il comando di tutto l'esercito dell'Unione, ma Lee declinò l'offerta per rimanere fedele allo Stato natio della Virginia, che si stava separando dall'Unione. Egli passò quindi a condurre l'armata della Virginia settentrionale verso una serie di audaci vittorie contro il Nord, dando prova della sua genialità di stratega e di tattico. Oggi Robert E. Lee è per unanime consenso ricordato e celebrato come un generale di talento che si batté per difendere la propria terra natale. Questo libro, abbracciando il vasto ambito della ricerca riguardante il generale Lee, e accompagnandolo con numerose fotografie, piani di battaglia, e illustrazioni espressamente eseguite, offre una dettagliata analisi dei successi, delle motivazioni, e della personalità del condottiero confederato.

***

George Macaulay TrevelyanScene della guerra d’Italia (Edizioni di Storia e Letteratura, pagg. 178, Euro 24,00)

 

Giunto in Italia nel 1915 a capo della prima sezione della Croce Rossa Britannica, GeorgeMacaulay Trevelyan trascorse ben tre anni al fronte nell’area tra l’Isonzo e Gorizia. Le 27 autoambulanze del contingente da lui diretto prestarono soccorso ad oltre 170.000 soldati italiani. Osservatore acuto delle nostre debolezze, quanto ammirato delle nostre virtù, Trevelyan era un profondo conoscitore del Risorgimento italiano, ciò che fin da subito gli consentì di collocare in genuina ottica storica i fatti cui andava assistendo. Ma le Scene sono anche la storia del nascere di una fitta rete di amicizie tra i soldati e gli ufficiali italiani e i loro alleati inglesi, e uno dei resoconti più belli e più sinceri del primo conflitto mondiale sul fronte austro-italiano da parte di un autore certo simpatetico nei nostri confronti, ma sempre sorretto da un’asciuttezza di stile e un senso dell’ironia tutti inglesi. “E’ possibile – ha scritto Sergio Romano -  che il pregiudizio filoitaliano diTrevelyan abbia colorato le sue pagine e lasciato nell’ombra altri aspetti meno positivi della parte avuta dall’Italia nel conflitto. Ma credo che la lettura del suo libro abbia il merito di raddrizzare la nostra visione della guerra e di correggere il compiaciuto pessimismo con cui gli avvenimenti del fronte italiano sono stati frequentemente raccontati negli ultimi decenni”.

 

***

 

Stefano Muroni, introduzione di Giuseppe Parlato, Tresigallo, città di fondazione - EdmondoRossoni e la storia di un sogno (Pendragon, pagg. 342, Euro 2015).

Tresigallo, borgo di misere case situato nella provincia di Ferrara, viene totalmente trasformato, tra il 1933 e il 1939, in una vera città corporativa, andando a realizzare il sogno di Edmondo Rossoni,tresigallese e ministro del governo fascista: eliminare la miseria nella propria terra, all’epoca la zona con il più alto tasso di disoccupazione a livello nazionale. Il libro racconta la grande rivoluzione antropologica (sociale, economica, culturale, linguistica, industriale, lavorativa, teatrale, musicale, culinaria) che hanno vissuto i 700 abitanti di quel povero borgo. In soli 5 anni arrivano in loco oltre 5.000 persone da tutt’Italia – chiamate dai tresigallesi “stranieri” o “forestieri” – tra operai, carpentieri, intonacatori, muratori, capi d’industria, ecc. Dove c’era l’erba si innalzano moderne opere pubbliche; dove regnava il fango si tracciano nuove strade piastrellate. E itresigallesi si “civilizzano”, iniziando ad apprendere la lingua italiana; venendo a contatto con nuovi costumi e tradizioni di altre regioni; partecipando alle prime grandi feste che avessero mai visto, come grandi concerti, imponenti carnevali e prestigiose opere liriche-teatrali. Dal punto di vista lavorativo, invece, i braccianti indebitati si evolvono in operai stipendiati addetti alle nuove industrie di trasformazione accanto a tecnici specializzati che Rossoni portò dalla Francia. Arrivano così i primi stipendi, la prima casa nuova con bagno interno e nuove speranze per una vita migliore.

 

***

Ettore Cinnella, Ucraina: il genocidio dimenticato, 1932-1933 (Della Porta Editori, pagg. 304, Euro 18,00)

 

Tra l'autunno 1932 e la primavera 1933 sei milioni di contadini nell'URSS furono condannati a morire di fame: quasi i due terzi delle vittime erano ucraini. Quella carestia di proporzioni inaudite non fu dovuta ai capricci della natura, ma venne orchestrata da Stalin per punire i ribelli delle campagne che, in tutta l'URSS, si opponevano alla collettivizzazione imposta dall'alto. In Ucraina lo sterminio dei contadini, il cosiddetto bolodomor, s'intrecciò con la persecuzione dell'intellighenzia e con la guerra al sentimento patriottico di un popolo. Sulla base della documentazione emersa dopo il crollo dell'URSS, il libro ricostruisce quei drammatici avvenimenti e spiega le motivazioni che spinsero Stalin a prendere decisioni così spietate. Il punto di partenza dell’analisi di Cinnella, è che lo sterminio per fame non fu solo una conseguenza secondaria della politica staliniana. È vero che la collettivizzazione integrale dell’agricoltura e in particolare la lotta ai piccoli proprietari (con conseguenti deportazioni di massa da un angolo all’altro dell’impero sovietico), oltre che un fallimento economico si rivelarono un disastro umanitario. Ma nel caso degli ucraini, come già scrisse Vasilii Grossman nel romanzo “Tutto scorre”, fu un castigo intenzionale. Le squadre di militanti comunisti arrivati nei centri agricoli dalle città requisirono prima il grano, poi tutti i generi alimentari e quando le madri dei bambini affamati cominciarono a chiedere aiuto si sentirono rispondere che “bisognava lavorare, non fare i pigri”.

***

Giulio Alfano, Falangismo e fascismo. Una lettura filosofico-politica (Solfanelli, pagg. 72, Euro 8,00) 

Quando si parla della Spagna si omette, nella stessa terra iberica, di parlare scientemente dell'esperienza politica e istituzionale del falangismo di Francisco Franco (1892-1975) che ha rappresentato una versione particolare del pensiero politico europeo del XX secolo, ma è stato spesso erroneamente interpretato come una variante locale del fascismo italiano.
 In questo breve studio vengono  invece affrontati l'analisi dei fondamenti politici e delle condizioni storiche che hanno condotto al falangismo, confrontandolo con il fascismo all'apice del suo potere e poi di fronte al colpo di stato del 25 luglio 1943 che ne segnò la traumatica fine.

***

Giampaolo PansaL’italiaccia senza pace. Misteri, amori e delitti del dopoguerra (Rizzoli, pagg. 352, Euro 20,00)

Delitti politici rimasti senza colpevoli. Pugno di ferro sui fascisti sconfitti. Reduci di Salò che si vendicano. Fanatismi barbarici. Partiti divisi dall’odio. Il potere crescente delle donne, imposto anche nelle storie di sesso. Misteri ed enigmi che diventano incubi. Il primo dopoguerra italiano è stato tutto questo. Un inferno durato tre anni, sino alle elezioni del 18 aprile 1948 e all’attentato a Palmiro Togliatti subito dopo il trionfo di Alcide De Gasperi sul Fronte popolare rosso. Da allora sono trascorsi tanti anni e quasi nessuno rammenta quel tempo feroce. Ma Giampaolo Pansa l’ha vissuto con lo sguardo attento di un ragazzino curioso. E non l’ha dimenticato. Lui ha una tesi: l’Italia di questo 2015 è ancora figlia del primo dopoguerra, dei vizi e delle faziosità che lo inquinavano. Gli italiani di oggi sono più in frantumi degli italiani di allora. I partiti soffrono di un discredito che nel dopoguerra affiorava già, ma non li paralizzava. Siamo vittime di paure più cattive di quelle che fra il 1945 e il 1948 devastavano i sonni di un paese che aveva ben poco da perdere. Mentre oggi abbiamo il terrore di perdere tutto e di ricadere nella povertà. È questa convinzione che ha spinto Pansa a creare un affresco dal titolo ruvido: L’Italiaccia senza pace. Perché Italiaccia? Perché nel primo dopoguerra eravamo una nazione sottosopra, incapace di ritrovare una condizione di normalità e rapporti umani non inquinati dalla violenza.

***

Francesco Rossi, Il muro di Berlino. Simbolo del comunismo. La storia del muro di Berlino dalla edificazione alla caduta (Pagine, pagg. 162, Euro 16,00)

 

Il 1989 è stato un anno fondamentale che ha visto uno degli eventi più importanti della storia del

ventesimo secolo: la caduta del muro di Berlino e, a seguire, delle dittature comuniste dei paesi dell'Europa orientale. Un fenomeno che è culminato, due anni dopo, con la disintegrazione dell'Unione Sovietica. Nonostante la vicinanza con quegli avvenimenti, la miseria materiale e morale di quei regimi sembrano quasi dimenticate, insieme ai suoi orrori, il suo numero gigantesco di morti, la compressione totale dei mezzi di espressione individuale. L'anniversario della caduta del muro di Berlino è stato vissuto come un fugace fine settimana, in cui si è ricordato questo fatto storico come fosse l'inizio di un periodo di rinnovamento urbanistico, non come il punto di arrivo naturale della fine della vita di un regime "innaturale", inconcepibile e retrogrado. Questo volume rappresenta un tentativo per cercare di sopperire a questa gravissima mancanza, conoscere per sommi capi la realtà di quei regimi e di quelle figure politiche che, dalle diverse spondedell'.Atlantico, hanno determinato l'implosione dell'"impero comunista".

 

STORIA DELLE DESTRE

Cesare Ferri, San Babila – La nostra trincea (Settimo Sigillo, pagg. 288, Euro 25,00)

Ancora oggi capita di trovare ragazzi che chiedono: «Cos’era San Babila?» mentre nelle loro mentipassano gli stereotipi dei “fascio-bar” con occhiali Ray-Ban e scarpe Barrow’s, oppure dei truci e annoiati picchiatori da diporto.
La risposta la dà questo lavoro di Cesare Ferri, che non è un mero saggio analitico. Le sue sono pagine di un memoriale che offre la ricostruzione talvolta dolorosa, mai autocelebrativa, di una giovinezza ribelle, nutrita di sogni e di ideali, ma ancor più di azioni e di battaglie. La scelta di scrivere un’autobiografia, di certo, non deve essere stata facile per l’Autore, avendo egli messo in conto il rischio di esporsi alle critiche e ai giudizi malevoli di molti.
Ma soltanto un’autobiografia autorevole poteva spazzare via tanti sentito dire, tante millanterie, supposizioni e leggende metropolitane di cui il “mito” di San Babila si è nutrito per quasi quarant’anni e restituire onore e dignità ai numerosi camerati altrimenti ridotti dalla vulgatasanbabilina al rango di elementi folkloristici o, peggio, a derivati malavitosi.

 

PERSONAGGI

Henry Scott Stokes, Vita e morte di Yukio Mishima (Lindau, pagg. 440, Euro 28,00)

 

25 novembre 1970, Quartier generale della base militare di Ichigaya, a Tokyo. Yukio Mishima – uno dei pi. importanti scrittori e intellettuali giapponesi del ’900 – si uccide facendo seppuku, il tradizionale suicidio per sventramento. Pochi minuti prima, con l’aiuto di quattro membri delTatenokai (l’associazione paramilitare da lui fondata nel 1968), aveva preso in ostaggio il generale a capo della guarnigione, e aveva incitato inutilmente i soldati dello Jietai (le Forze armate di autodifesa) alla ribellione contro la progressiva «occidentalizzazione» della nazione nipponica, una ribellione che aveva come scopo la restaurazione dell’autoritò imperiale e della potenza militare giapponese.
Henry Scott Stokes, inviato del «Times» a Tokyo e amico intimo di Mishima, fu l’unico occidentale a poter assistere alle varie fasi del processo che ne seguì, ed è da questo avvenimento che il giornalista prende spunto per narrarci la vita di un personaggio straordinario. Romanziere, saggista, autore teatrale, attore e regista, cultore di arti marziali e di body building, Mishima è stato un artista affascinante e discusso (anche a causa della sua malcelata omosessualità), nonché lo scrittore giapponese più conosciuto e tradotto in Occidente. Scott Stokes lo racconta amalgamando sapientemente le numerose esperienze vissute con lui (le interviste, le cene e i party, le vacanze aShimoda, e, soprattutto, l’addestramento del Tatenokai sulle pendici innevate del monte Fuji), le testimonianze raccolte direttamente da familiari, colleghi e amici, e la disamina, lucida e puntuale, delle opere più importanti (dall’autobiografico Confessioni di una maschera a Il Padiglione d’oro, considerato da molti il suo capolavoro, dal premonitorio Sole e acciaio alla tetralogia di Il mare della fertilità, l’ambiziosa opera che chiude il percorso artistico ed esistenziale dello scrittore). Ne emerge la figura di un uomo brillante, inquieto, contraddittorio ed estremamente complesso, un artista di levatura tale da indurre il premio Nobel Yasunari Kawabata, suo amico e mentore, a dichiarare: «Mishima ha un talento straordinario, e non è solo un talento giapponese, è un talento su scala mondiale. Uno scrittore del suo calibro nasce soltanto ogni due o tre secoli.»

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.