Opera d’Arte Totale

Eschilo tecnologico? La sfida della Pergola

L’edizione che va in scena da stasera al teatro della Pergola è una coproduzione dei Teatri Stabili di Napoli e Catania

di Domenico Del Nero

Eschilo tecnologico? La sfida della Pergola

L’Orestea di Eschilo è davvero un monumento teatrale singolare: è infatti l’unica trilogia superstite del grande repertorio della tragedia greca classica, quella del “secolo d’oro” che va dal V al IV secolo a.c. Superstite solo fino a un certo punto: non solo infatti manca il dramma satiresco che faceva da conclusione alla “giornata” drammatica, ma anche la parte musicale: perché come sapevano i Cameristi Fiorentini, la tragedia greca era per certi aspetti più simile al melodramma che non al moderno dramma in prosa.  Come avrebbe detto Wagner, che aspirava ad essere l’Eschilo dell’età sua, era una “Opera d’Arte Totale”.

Riferimenti dotti a parte (che potrebbero essere infiniti e probabilmente tediosi) non può che fare un grande piacere che questa opera  splendida e davvero unica arrivi sul palcoscenico fiorentino della Pergola, a partire da stasera, suddivisa in due parti: questa settimana ( dal 26 al 31 gennaio)  vedrà  in scena l’Agamennone, che racconta la truce e triste storia del  “nostos” (ritorno) in patria del sovrano di Micene. Il re dei re, il “superbo atride” cadrà infatti vittima delle trame della moglie Clitemnestra e dell’amante – nonché cugino del re – Egisto, i quali a loro volta avevano da vendicare antichi torti. Un altro sanguinoso anello di quella catena di vendette e di … pulizia  dinastica che è la saga degli Atridi.  La settimana prossima (dal 2 al 7 febbraio) è il turno delle altre due tragedie,  rappresentate insieme:  le Coefore, in cui  Oreste, figlio di Agamennone, insieme alla sorella Elettra vendica l’assassinio del padre uccidendo però, insieme ad Egisto, anche la madre Clitemnestra e scatenando così l’ira della Furie o Erinni;   spetterà ad Apollo ed Atena chiudere definitivamente, nel terzo dramma o Eumenidi,  la catena delle vendette attraverso l’istituzione del tribunale per i delitti di sangue,  l’Areopago, tramutando così le truci divinità della vendetta (Erinni) in benevole custodi di giustizia (Eumenidi, appunto).

L’edizione che va in scena da stasera al teatro della Pergola è una coproduzione dei Teatri Stabili di Napoli e Catania.  Diretta da Luca de Fosco, è uno spettacolo dal forte impatto che restituisce alla scena la grande opera del teatro greco sull’istituzione della legge contro la vendetta, della legalità contro l’arbitrio della violenza, tematiche e conflitti che attraversano,  purtroppo,  anche il nostro   passato più recente e il nostro stesso presente.   Nel ricchissimo cast Mariano Rigillo è Agamennone, Elisabetta Pozzi interpreta Clitemnestra, Angela Pagano è la Prima Corifea, Gaia Aprea è Cassandra e Atena, Giacinto Palmarini è Oreste. Con loro in scena anche sei danzatrici della compagnia Körper. Una tragedia classica che si avvale, come nel teatro greco, della parola, del canto, della danza: opera d’arte totale, dunque, alla maniera di Eschilo e di Sofocle e come la intendeva Wagner. Ma in che modo recuperare ciò che è perduto, la musica e le coreografie?

Per alcuni versi è uno spettacolo molto classico”, spiega il regista Luca De Fusco, “per altri è molto contemporaneo e rinnova lo stile di teatro/video già realizzato in Vestire gli ignudi (2010), Antigone (2012) e Antonio e Cleopatra (2013): uno spettacolo di teatro totale la cui partitura è curata dal compositore israeliano Ran Bagno che mescola modernità e melodia, oriente e occidente. Su questo tappeto sonoro preciso e avvolgente si muovono le sensuali e misteriose coreografie di Noa Wertheim, direttrice della Vertigo Dance Company: alle danzatrici della compagnia Körper è affidata una parte del Coro. La recitazione della mia splendida compagnia è anti retorica, asciutta, talvolta improntata al melologo, con un accorto uso dell’amplificazione diretta da quel mago del settore che è Hubert Westkemper”.

Un qualcosa di simile a quanto realizzato dalla Fura dels Baus, la celebre e straordinaria  compagnia catalana, per la tetralogia di Wagner? Staremo a vedere, in questi casi è bene non azzardare giudizi prima della visione diretta.  Simili interpretazioni  possono infatti essere molto affascinanti ma il rischio dello “stravolgimento” è sempre a un passo.  L’Orestea tecnologica di De Fusco parte  dall’archeologia per arrivare a un tempo avveniristico, e ha la sua forza visiva nella scenografia di Maurizio Balò: una grande porta metallica che si apre e chiude sul fondo nero della reggia di Argo, che diventa anche schermo per proiezioni in diretta, con campi e controcampi, di luoghi, ingrandimenti di volti e apparizioni ; il palcoscenico in pendio è ricoperto di sabbia lavica che, spazzata, oltre a rivelare resti di colonne, oggetti, e una testa di cavallo per il ritorno di Agamennone, mostra al centro un lungo schermo di volta in volta tappeto, striscia di sangue, tomba. Ed è sempre da questa rena arcaica che affiorano, da dei tombini, alcuni personaggi, tra bagliori di fiamme e luci colorate. Gli attori sono vestiti da Zaira de Vincentiis con costumi tra classicità e fantascienza.

 

ORESTEA

Agamennone (26 – 31 gennaio: feriale ore 20.45, festivo ore 15.45)

Coefore / Eumenidi (2 – 7 febbraio: feriale ore 20.45, festivo ore 15.45)

di Eschilo

traduzione Monica Centanni

con Mariano Rigillo (Agamennone), Elisabetta Pozzi (Clitemnestra), Angela Pagano (Prima Corifea), Gaia Aprea (Cassandra, Atena), Claudio Di Palma (Araldo, Apollo), Giacinto Palmarini (Oreste), Anna Teresa Rossini (Pizia), Paolo Serra (Egisto)

e con Fabio Cocifoglia (Secondo Corifeo), Paolo Cresta (Quarto Corifeo, Servo), Francesca De Nicolais (Seconda Corifea), Patrizia Di Martino (Cilissa, Nutrice), Gianluca Musiu (Terzo Corifeo, Pilade, Hermes), Federica Sandrini (Elettra), Dalal Suleiman (Terza Corifea), Enzo Turrin (Sentinella, Primo Corifeo)

e con le danzatrici della compagnia Körper Chiara Barassi, Sibilla Celesia, Elena Cocci, Sara Lupoli, Marianna Moccia, Rossella Fusco

scene Maurizio Balò

costumi Zaira de Vincentiis

coreografie Noa Wertheim

musiche Ran Bagno

luci Gigi Saccomandi

suono Hubert Westkemper

adattamento vocale Paolo Coletta

video Alessandro Papa

regia Luca De Fusco

 

 

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