Le Ricette di Checco, L'oste della malora

III puntata... con l'oste scrittore

Stavolta si parla di Bracioline d'una volta... provarle per credere!

di  

III puntata... con l'oste scrittore

Il locale di Checco

Domenica 11 marzo 2012, h. 17,25.

Libreria Edison di via degli Orafi a Pistoia.

Folla sgomitante che cerca di entrare all’interno.

Io e un mio amico, passando da quelle parti, pensiamo al lancio di un best seller di qualche scrittore famoso, di certi personaggi della televisione o del cinema che presentano taluni libri –addirittura- neanche scritti da loro.

Mi avvicino alla libreria e chi ti vedo circondato da uno sciame di persone osannanti?

Preso, in una stretta morsa, alla ricerca del suo autografo sul libro da poco pubblicato?

Lui, l’oste della malora, Checcho per gli amici, Francesco per quelli più raffinati… da lui, però, tollerati a fatica.

Stava presentando il suo nuovo libro…

Sì nuovo,… perché pensavate, forse, fosse la sua opera prima? Niente affatto, l’ostaccio,più famoso di Pistoia e provincia, si dilettava nella presentazione di un altro “belselle” (best seller) come direbbe lui, nel suo originale argot: “Sapore di sala, secondo Checcho”.

Una nuova riproposizione del Vangelo, questa volta in salsa pistoiese? No, amici lettori; no!

In tal libro sono raccontate delle squisitezze riportate sotto il nome di ricette, ognuna delle quali restituisce alla mente la terra verdeggiante di Pistoia che caratterizza tutta la zona, un verde che gode di una certa fama in tutto il mondo.

Sono piatti definiti poveri, ma allo stesso tempo degni di un re per la passione e la cura con cui vengono ultimati.

Pistoia è ricordata per le piante e la sua storia millenaria, ma un altro motivo che la rende speciale è la sua cucina ricca di tradizione che trova il suo massimo splendore nelle ricette di quest’oste senza peli sulla lingua, che nonostante sia scevro ad ogni tipo di rappresentazione personale mette a disposizione di tutti, grazie alla nuova pubblicazione, la sua imponente cucina fatta di passato e di ingredienti assolutamente naturali.

Un’arte culinaria costituita, principalmente, come dicevamo, di piatti e dolci della più antica consuetudine popolare che mantengono, a distanza di secoli, inalterata la loro originale preparazione.

In questo libro, come nei precedenti, si apprende come a Pistoia, ma in tutta la Toscana, sia sacro il pane, con l’insegnamento di non buttarlo mai via, utilizzandolo anche quando è secco

(vedi pappa col pomodoro della precedente puntata); tutto ciò, appunto, è testimoniato da una sequela di ricette veramente invidiabile.

Quindi, che dire a Checco scrittore se non altri… 100 di questi libri?

Orbene, la ricetta suggerita questa settimana dallo chef…, ahii, che cosa diavolo dico!- intendevo dire … dall’oste più oste di tutti, è la seguente:

Le bracioline d’una volta

Tuppigli del pane toscano raffermo (vuoldiddi ieri, essettuvo’ usane un altro tipo unt’azzarda che se lo so’ vengo accasa tua etti butto tuttovia) ettummetti il pane nel mixer con du’ ‘ucchiai di parmigiano grattato e mezzo spicchio d’aglio e qualche rametto di ramerino, il zale el pepe, poi tuffrullitutto attratti, senza fa’ scaldà l’composto, e questa parte è fatta…

Ora ti dioomeffo’…

Tuppo’ usa tutte le ‘arni bianche ‘hettuvvoi, basta ‘ettu faccia delle fettine sottili: io le fo’ coll’arista e taglio delle bracioline fini, po’ le metto nel composto elle presso olle mani un po’ di à e un po’ di là elle friggo in mezzo dito d’olio bono per qualche minuto, girandole. Appena tulle senti… e untuccredi ‘he tull’abbia fatte te.

Falle piccine mi raccomando perché è ganzo mangianne parecchie, e po’ son di molto ‘omode perché tulle mangi sia ‘alde che fredde.

Essetti diho ‘he son bone, vol dicche son bone… sennò sto zitto!

Translation, per i non addetti all’idioma dell’oste Checco.

Prendete del pane toscano raffermo ( significa pane del giorno prima, ma se volete usatene un altro tipo. Non vi provate, che se lo vengo a sapere arrivo a casa vostra e butto tutto via) e mettete lo stesso nel mixer con 2 cucchiai di parmigiano grattato e ½ spicchio d’aglio con l’aggiunta di qualche rametto di ramerino; il sale e il pepe, dopodiché frullate tutto a brevi periodi, senza fare scaldare il composto. Questa parte è terminata.

Ora, vi spiego il mio metodo.

Potete usare tutte le carni bianche che volete, basta che facciate delle fettine sottili: io le faccio con l’arista e taglio delle bracioline fini, poi le metto nel composto pressandole con le mani di qua e di là e le friggo in mezzo dito di olio buono per qualche minuto, girandole. Appena le assaggerete non crederete di averle preparate voi.

Fatele piccole, mi raccomando, perché è bello mangiarne parecchie. Inoltre, sono molto pratiche in quanto le potete mangiare sia calde che fredde.

Se vi dico che sono buone, significa che lo sono davvero… altrimenti me ne stavo zitto!

Termina, con questa semplice e allo stesso tempo prelibata ricetta, la terza puntata dedicata alle istruzioni culinarie di Checco.

Già, molti di voi, si staranno domandando cosa ci consiglierà la prossima volta, e quale altra sorpresa ci riserverà l’unico, vero oste della malora di Pistoia e zone limitrofe.

“Eunrimane cheaspetta”…, per dirla alla Checco, tanto venerdì arriva in un attimo.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da ines giolli il 16/03/2012 14:23:27

    Massimo, sei un grande! credo che pochi sappiano descrivere così un cuoco vien voglia di provarlo!

  • Inserito da jollyjoker il 16/03/2012 14:17:42

    Checco, sei un mito per tutta Pistoia. Aldo

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