Editoriale

Padre Pio sconcerta la sinistra e forse un po' anche papa Bergoglio

Superstizione popolare atteggiamente da prodondo medio evo, e addirittura similitudini con il fondamentalismo islamico dei tagliagole, lo stupidario di questi giorni su santo di Pietrelcina

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

he ci fa Padre Pio in giro per l’Italia? La salma del santo di Pietrelcina, taumaturgo mistico per alcuni e abile mistificatore per altri, proclamato santo dalla Chiesa Cattolica (quando almeno poteva ancora dirsi tale) ha creato un polverone che di sicuro il diretto interessato avrebbe preferito evitare. E a dir la verità, ci vorrebbero la matita e la penna di un Guareschi per descrivere  la situazione, veramente buffa per certi aspetti, che si è venuta a creare.

Qualsiasi carisma particolare abbia avuto o meno padre Pio, è certo che ne conserva  tutt’ora uno potentissimo: quello di far venire travasi di bile a sinistri e sinistrati.  E’ tutto un ragliare, in questi giorni, contro il rigurgito di “superstizione popolare”: un ragliare però imbarazzato, a tratti quasi sommesso, perché dietro questa operazione non ci sono fantomatiche e reazionarie brigate ratzingheriane,  ma l’idolo dei salotti scalfariani e il beniamino dei salotti liberal - progressisti: papa  Bergoglio, che forse per farsi perdonare questa scivolata verso lande pericolosamente devozionali e cattoliche,  ha ben pensato di riabilitare Giuda e Ponzio Pilato: la tentazione di dire (a battuta, naturalmente)  di sentirsi particolarmente affine a questi bei personaggi è forte! Proprio così: il traditore per eccellenza e (almeno secondo alcuni illustri dantisti, con cui chi scrive è perfettamente d’accordo) il grande ignavo che “fece per viltade il gran rifiuto” potrebbero non stare all’inferno, che poi non è nemmeno detto che esista, ma non si sa mai …” Sempre mescolando, come di consueto, discorsi ineccepibili con considerazioni che creano confusione: perché se certo è verissimo che “Dio non vuole la condanna di nessuno” ,  è quantomeno discutibile che la salvezza sia “per tutti”;  perché Dio  sarebbe, oltre che buono, anche giusto; sempre in teoria, ovviamente e sempre prima del vangelo secondo Bergoglio.  Ma naturalmente, come sempre, saranno i giornali che hanno travisato …

Tornando al punto: c’è da morire da ridere a leggere certe “convulsioni” e certe sparate dei più noti banditori del pensiero politicamente corretto. Così, sul Fatto quotidiano del 5 febbraio  Daniela Ranieri  non esita a tirare in ballo l’Isis e naturalmente il medioevo. Così infatti concluderebbe il pezzo: “Ce ne andiamo felici più dell’impresa che dello spettacolo, consapevoli di aver dato con la nostra presenza, insieme a quella di molte troupe televisive, un forte contributo alla crescita intellettuale e civile di un popolo libero da pregiudizi e superstizioni, non come gli islamici che premono alle nostre porte col loro Medioevo.”[1] Verrebbe da suggerire sommessamente alla signora in questione che la folla in attesa di rendere omaggio al frate non taglia gole, non va in giro a decapitare il prossimo o a piazzare bombe, e non minaccia nessuno; non le farebbe poi male cercare di capire cosa sia stato veramente il medio evo, prima di fare risibili affermazioni.  Certo tutto questo può forse apparire oscuro  agli “ultraprogressisti”  come questa signora che tra l’altro  fa anche una citazione, veloce e di passaggio, sulla mummia di Lenin.

Ecco una situazione veramente “da Guareschi”: la sinistra italiana, che per anni, anzi decenni, ha venerato come sacre icone emeriti assassini come Stalin (come dimenticare i titoli deliranti di servile adulazione dell’Unità in occasione della morte di un tizio che ha sulla coscienza qualche milione di persone, ma sul quale, a differenza di altri, si glissa che è un piacere); che fino a una trentina di anni fa contribuiva alla fila nella piazza rossa per venerare il cadavere del fondatore di una delle più sanguinose  dittature mai esistite, adesso si permette di arricciare il naso davanti a un fenomeno che potrà anche essere discutibile, piacere o non piacere, ma che dà fastidio perché sa di devozione e fede. Mescolata a superstizione, esagerazione etc? Può darsi, ma vogliamo allora parlare di certe “icone” moderne? Della gente in coda per l’ultimo modello di telefonino? Per i patiti dell’ultimo divo del pallone o cover girl  da strapazzo? Per non parlare poi di un Oliviero Toscani che non solo definisce padre Pio” Un uomo marketing della religione …una mummia che fa esteticamente schifo” ma tanto per cambiare tra in ballo il nazismo. E il rispetto per le credenze e opinioni altrui, sempre in ballo quando ci sono di mezzo “altri”, in questo caso dove si va a cacciare?

Non ci sono dubbi che la Fede debba essere altra cosa, ma non si può neppure ignorare un insopprimibile bisogno dell’uomo ad avere dei simboli, dei punti di riferimento, delle persone che possano costituire un esempio. Ai civilissimi e razionalissimi armigeri del politicamente corretto non fa certo ribrezzo se questo è ad esempio, un personaggio brutale e sporco di sangue come Che Guevara, che inconsapevoli ragazzini esibiscono su certe magliette di dubbio gusto: ma se è un santo allora il discorso cambia e diventa superstizione, ottusità etc. Detto da gente che prima ha creduto ai “paradisi sovietici” per poi convertirsi in buona parte più modestamente alle panzane di Renzi o giù di lì è veramente il colmo ….

E questo lo ha capito sicuramente anche Bergoglio, il quale comincia forse a comprendere che la sua politica di rincorsa al mondo rischia di fargli perdere le non particolarmente apprezzate “pecore” cattoliche, che nei giorni scorsi si sono rivelate tutt’altro che “pecorecce” e hanno sfilato a centinaia di migliaia malgrado il silenzio del loro pastore e sembrano anche avere ormai smesso di apprezzare, almeno in massa, le sue sortite.

Anche il tanto reclamizzato “giubileo della Misericordia” rischierebbe di rivelarsi un flop. Interessante allora la tesi di Antonio Socci, per cui in sostanza  Padre Pio dovrebbe essere il rimedio per tappezzare di folla i trionfi mondani di papa Francesco: idea che sarebbe venuta allo zelante monsignor Fisichella: visto che il cuore del popolo batte per i santi della tradizione, portiamo a Roma le reliquie del più popolare ed amato. [2]

Ma – continua Socci “ padre Pio e Bergoglio sono all’opposto perché padre Pio rappresenta quella chiesa fedele alla sua dottrina e alla tradizione che Bergoglio vuole rottamare.”

Certo, almeno all’apparenza qualche risultato sembra esserci: l’edizione online di Repubblica del 6 febbraio parlando dell’udienza ai gruppi di preghiera del santo di Pietrelcina, parla di ottantamila persone “E' in effetti uno dei bagni di folla più imponenti del Giubileo iniziato a Roma l'8 dicembre scorso” [3]  Si tratta però di un successo del frate e non del papa argentino che sembra volerne monopolizzare l’immagine: anche perché la “misericordia”, in padre Pio, non era certo disgiunta dal senso di giustizia e non  era un banale e “piacione” volemmose bene.

Tra l’altro, gira anche la voce che Francesco starebbe meditando di trattenere definitivamente a Roma la salma del frate, con grande preoccupazione e sconcerto degli abitanti di san Giovanni Rotondo e soprattutto dei frati, che il papa vorrebbe “punire”  per alcune “cattive condotte”.[4] L’unica cosa auspicabile è che quella povera salma torni presto a riposare in pace. Altrimenti padre Pio potrebbe alla fine arrabbiarsi e magari fare qualche “miracolo” poco gradito ai progressisti, mettendo poi in grave imbarazzo Bergoglio …



[1] http://sciamau.blogspot.it/2016/02/fede-e-superstizione.html  L’articolo è citato da una trascrizione “indiretta” per cui ho preferito usare il condizionale.

[3] http://www.repubblica.it/vaticano/2016/02/06/news/giubileo_l_omaggio_di_papa_francesco_a_padre_pio-132829678/

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