I libri di totalita'

Rassegna mensile di novità librarie: Aprile 2016

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Aprile 2016


IN PRIMO PIANO

Stefano Righi, Il grande imbroglio. Come le banche si prendono i nostri risparmi (Guerini, pagg. 159, Euro 12,50)

Cos’è successo ad Arezzo, Ancona, Chieti, Ferrara, Vicenza, Treviso e in tante altre città? Perché migliaia di italiani sono scesi in piazza a protestare chiedendo di riavere i propri soldi? Il grande imbroglio ai danni dei risparmiatori italiani si è consumato nel giro di pochi mesi: un falò delle vanità finanziarie che ha bruciato milioni di euro.
A farne le spese i risparmiatori più sprovveduti, quelli che hanno creduto ciecamente ai consigli ricevuti: azioni e obbligazioni subordinate delle banche sono diventate carta straccia. Colpa di investimenti scellerati da parte degli istituti di credito e di alcuni banchieri spregiudicati che, prima di ogni altra cosa, hanno pensato al loro personale tornaconto. Ecco tutto quello che bisogna sapere per evitare che in futuro, anche i nostri risparmi, finiscano col pagare le ambizioni e gli affari altrui.

ITALIA

Fabio Finotti, Italia, l’invenzione della patria (Bompiani, pagg. 570, Euro 28,00)

In un momento storico in cui i flussi migratori invitano a ripensare il ruolo e l’identità dei paesi europei, Fabio Finotti ci conduce attraverso i diversi significati che l’idea di “patria” ha avuto nei secoli, a partire dal laboratorio in cui queste diverse concezioni si sono confrontate: l’Italia. Dall’idea di Virgilio che vedeva la patria come qualcosa da costruire (invece che un dato naturale), all’idea di impero come somma di diversità di Carlo Magno, passando per l’idea romantica di Foscolo e Manzoni e la retorica del fascismo, fino alla nostalgia degli espatriati di Little Italy, questo libro ci ricorda che l’Italia è il frutto di una straordinaria e mutevole “invenzione culturale”.

ATTUALITA’

Vincenzo Stabile, La Forestale tradita. Perché hanno soppresso il Corpo Forestale dello Stato ?(Il Cerchio, pagg. 124, Euro 12,00)

Lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato appare davvero come una scelta miope da parte del Governo, che non affronta la riforma, necessaria, di tutto il Comparto Sicurezza ma fa un provvedimento di facciata riducendo i Corpi di Polizia da cinque a quattro, smembrando il Corpo Forestale, proprio quando esso aveva raggiunto il massimo negli indici di gradimento e nell'operatività in particolare nel contrasto delle agromafie.

Il romanzo-denuncia racconta la storia dell'autore attraverso le varie importanti operazioni del Corpo e, soprattutto, di alcuni personaggi interessanti che si sono interfacciati con essa, ponendo anche drammatici interrogativi come quello costituito dal sempre più grave pericolo del dissesto idrogeologico, che con le modifiche climatiche, imporrebbe uno straordinario sforzo di prevenzione in montagna: invece si chiude il corpo forestale.

MONDO

Amael Cattaruzza, Le guerre contemporanee in 100 mappe   (Goriziana, pagg. 192, Euro 20,00)

Un vero e proprio giro del mondo geopolitico, alla ricerca delle guerre e del conflitti contemporanei, di cui vengono presentati tutti gli aspetti, dagli obiettivi strategici ed economici alle armi impiegate passando per le nuove economie di guerra. È messa in evidenza la comparsa di nuovi soggetti, oltre alle tradizionali potenze militari, con il ruolo crescente dei conflitti asimmetrici che mescolano combattenti Irregolari e brigate Internazionali, che affrontano gli eserciti regolari, e, sempre più, in mezzo a queste tragedie, le società vittime e talvolta responsabili di massacri di massa (Rwanda ieri, Repubblica Centrafricana oggi). Ogni continente è passato in rassegna, con l'obiettivo di stabilire confronti, di analizzare il passato e di mettere in evidenza le nuove tendenze: Cina, Asia orientale, continente africano, mondo arabo e turco iraniano sono alcuni degli scenari da cui partire per una visione prospettica sulle guerre di domani, passando dalle questioni della sicurezza dei trasporti marittimi a quelle delle risorse e dei cambiamenti climatici, dei nuovi strumenti tecnici (robot, droni) e delle conquiste della cibernetica.

ECONOMIA

Francesco Forte, Einaudi versus Keynes (Ibl, pagg. 336, Euro 20,00)

Cos’hanno da dirci, oggi, Luigi Einaudi e John Maynard Keynes? Come spiegherebbero la crisi del debito pubblico? In che maniera immaginerebbero il futuro del nostro Paese?
Economista, opinionista e uomo politico, Einaudi aveva ben chiaro che quella fra crescita e rigore è una falsa dicotomia. Contro l’inflazione keynesiana egli proponeva una politica di stabilità monetaria. Desiderava un pareggio di bilancio attuato attraverso il taglio delle spese improduttive, l'eliminazione delle bardature all’economia e il freno all'aumento di imposte, di ostacolo a risparmio e produttività. Per la capacità produttiva inutilizzata Einaudi proponeva investimenti, non una generica espansione dei consumi. Al contrario, l’idea di raggiungere il bilancio in pareggio con elevati aumenti fiscali, come accaduto in Grecia, è essa stessa un tributo al pensiero di Keynes: lo

Stato ha sempre la priorità sui singoli.
Questo libro di Francesco Forte non si limita a confrontare le tesi economiche di Einaudi e di Keynes, ma esplora le loro diverse concezioni del mondo. Da una parte, infatti, vi è l’uomo intero di Einaudi, il suo liberalismo delle regole, quel buon senso per cui – come diceva Adam Smith – “ciò che è saggezza nella gestione di ogni famiglia, difficilmente può risultare follia nel governo di un grande regno”. Dall’altra parte l’umanità idealizzata e astratta di Keynes, il primato della macro sulla microeconomia, il suo neomercantilismo.

TEMPI MODERNI

Chiara Bille, Giovanni Tagliaferro e Marco Volante, I nuovi adolescenti e la fuga nel virtuale(EdB, pagg. 213, Euro 20.00).

I nuovi media, in particolare Internet e il cellulare, svolgono un ruolo importante nella vita dei giovani e aprono a un mondo di relazioni che offre opportunità di crescita senza precedenti. Un territorio affascinante, sconfinato e facilmente accessibile dove, tuttavia, possono trovare spazio anche contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi. Se da un lato la rete dà spazio allo scambio, dall’altro rischia di divenire luogo della solitudine che relega in secondo piano la dimensione fisica, il dialogo verbale e non verbale, la trasmissione delle emozioni tipica dei veri rapporti interpersonali.

Nascono al contempo nuovi fenomeni come il cyber bullismo, le molestie, le «droghe sonore», che sono frequenze scaricabili da Internet a basso costo capaci di agire sul cervello sollecitando l’attività cerebrale in modo simile alle sostanze stupefacenti. Oppure la diffusione di siti, blog e forum di persone accomunate dalla stessa ossessione per il cibo e colpite da anoressia o bulimia.

Siamo di fronte a nuovi modi di apprendere: più per immagini che per concetti, più attenti al concreto che a ciò che sembra astratto, più per logiche binarie che razionali.

PENSIERO FORTE

Giovanni Turco,  Costituzione e Tradizione (Edizioni Scientifiche, pagg. 264, Euro 28,00)

Il libro, problematizzando l'esperienza e "recuperando" un filone metafisico, oggi minoritario, considera alcuni temi nodali della politica, intesa non come potere ma come sapere filosofico che, in quanto tale, è costretto ad abbandonare quello "scientifico". La questione del bene comune spesso (soprattutto oggi) frainteso diventa questione centrale per legittimare l'esercizio del potere politico, direttamente o attraverso l'istituto della rappresentanza.
 Dall’analisi si profila un particolare modo di intendere la conformità tra costituzione storica e tradizione giuridico-politica. La «lettura» della costituzione, che l’autore propone come fondativa, e quella della tradizione come diffusa consuetudo razionale, consente di individuare il criterio di giuridicità, non riducibile né all’effettività né alla storicità del diritto pubblico. Il libro aiuta a riflettere sugli elementi «prepositivi» del diritto pubblico che rappresentano il criterio della sua legittimità e danno la ragione della sua esistenza.

FILOSOFIA

Giovanni Gentile, Discorsi di religione, a cura di Paolo Bettineschi, postfazione di Carmelo Vigna(Orthotes, pagg. 178, Euro 16,00)

Viene qui ripubblicata in forma editoriale rivista e migliorata una delle più belle e significative opere gentiliane, in cui messo a tema è il problema, sempre urgente ed attuale, del senso filosofico della religione. Quale significato può attribuire il sapere speculativo a quella forma mai davvero oltrepassabile dello spirito umano che è la religione? Se, per l’attualismo, «il pensiero non può esistere a nessun patto senza assumere un atteggiamento religioso», allora, «prescindere da questo è lo stesso che proporsi di fare a meno del pensiero». Così, non solo la politica e la morale non riescono ad esistere veramente al di là di un rapporto concreto con la religione e con il divino, ma anche la teoria dell’atto spirituale impone al soggetto quell’«auto-obiettivazione», tipica del momento religioso e dell’idea di Dio, senza della quale «lo spirito sarebbe solo una semplice presunzione, non una realtà che si prova reale».

STORIA

Jonathan Israel, La rivoluzione francese - Una storia intellettuale dai Diritti dell'uomo a Robespierre (Einaudi, pagg. 958, Euro 42,00)

Per molto tempo gli storici hanno dato per scontato ciò che era evidente ai testimoni dell'epoca: che la rivoluzione francese fu causata dalle idee radicali dell'Illuminismo. Negli ultimi decenni gli studiosi hanno invece cominciato a sostenere che la rivoluzione venne portata avanti dalle forze sociali, dalla politica, dall'economia o dalla cultura; da quasi tutto insomma, escludendo però i concetti astratti di libertà e uguaglianza. In questo libro, uno dei maggiori storici dell'età dell'Illuminismo restituisce alla storia intellettuale della Rivoluzione la sua legittima centralità. Attingendo copiosamente a fonti di prima mano, Jonathan Israel ricostruisce il gigantesco dibattito intellettuale che produsse e accompagnò le varie fasi della Rivoluzione francese, dimostrando come tali idee divisero i capi rivoluzionari in blocchi ideologici violentemente opposti, e come questi conflitti sfociarono infine nel terrore. Nella rivoluzione culminarono gli ideali di emancipazione e di democrazia dell'Illuminismo, se si concluse diversamente è solo perché tali idee vennero tradite.

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Paolo Gulisano, Per l’onore d’Irlanda. L’insurrezione irlandese del 1916 (Il Cerchio, pagg. 112, Euro 18,00)

Cento anni fa, nella Pasqua del 1916, una piccola, antica nazione europea insorse per rivendicare, davanti a Dio e davanti agli uomini, il proprio diritto alla libertà. Si trattava dell'Irlanda: una terra antica, magica, affascinante, diventata negli ultimi anni oggetto di sogno e desiderio per tutti coloro che, visitandola o semplicemente, sentendone parlare, ascoltando la sua musica, leggendo i suoi miti, e le sue tragiche vicende storiche, vi hanno riconosciuto una patria dell'anima, legando in vario modo ad essa il proprio affetto.

Il testo descrive le complesse vicende che coinvolsero l'Irlanda nella guerra d'indipendenza scoppiata nel 1916 e dopo la firma del Trattato del 1921. Questo Trattato, che molti, seguendo lo "spirito del '16" non condividevano, portò il paese alla guerra civile.

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Manlio Triggiani, La rivoluzione conservatrice alle origini del fascismo - Papini, Prezzolini, Soffici e la Rivolta dello Spirito (Pagine, pagg. 230, Euro 17,00)

Antologia di scritti di autori che hanno avuto una notevole importanza per la cultura italiana: hanno rivoluzionato il panorama culturale nazionale contribuendo a cambiare la percezione che i giovani avevano della realtà del loro tempo. Lasciarono un segno che solamente una cultura senza punti di riferimento tende oggi a non considerare, a non conoscere, a far dimenticare. Ma l'opera di questi intellettuali resta una delle imprese maggiori della storia del giornalismo e della cultura letteraria e politica d’Italia.

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Arturo Marzano, Onde fasciste - La propaganda araba di Radio Bari (1934-43) (Carocci, pagg. 446, Euro 39,00)

Il volume ricostruisce l'esperienza di Radio Bari (1934-43), la prima stazione europea a trasmettere in arabo. Grazie ad una ricerca condotta in numerosi archivi in Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Marocco, emergono da queste pagine i protagonisti di Radio Bari, dai responsabili politici agli autori, agli ospiti, agli speaker, nonché i programmi che la radio ospitò. Le trasmissioni culturali (conversazioni, canzoni, pièce teatrali) furono apprezzate dal pubblico arabo, mentre quelle politiche (i notiziari) non ebbero successo perché scontavano una contraddizione insuperabile della propaganda e, più in generale, della politica estera fascista: Roma corteggiava i nazionalismi arabi e attaccava Londra e Parigi con l'obiettivo di sostituirvisi come potenza egemone nel Mediterraneo e in Medio Oriente, senza considerare che quei nazionalismi si sarebbero opposti con uguale forza al dominio coloniale italiano. Proprio attraverso Radio Bari e la sua "guerra delle onde" con Radio Londra, Radio Paris Mondial e Radio Berlino, il libro, al confine tra storia delle relazioni internazionali, storia transnazionale e storia dei media, mette in luce come la politica araba dell'Italia fascista fosse, nonostante le ambizioni imperiali, destinata al fallimento.

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Ivano Granata, L'"Omnibus" di Leo Longanesi. Politica e cultura (aprile 1937-gennaio 1939) (Franco Angeli, pagg. 282, Euro 30,00)

Il settimanale “Omnibus”, uscito nell’aprile 1937 e diretto da Leo Longanesi, segnò una tappa nel giornalismo. Ispirato a modelli internazionali, esso viene ritenuto, per l’importanza data alla fotografia, il prototipo del rotocalco moderno che avrebbe trovato la propria consacrazione negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale. Oltre a contribuire a sprovincializzare, sotto certi punti di vista, la stampa, “Omnibus” si distinse, negli anni del regime fascista, per originalità, vitalità, spregiudicatezza e anticonformismo. Queste peculiarità gli procurarono tuttavia, nonostante la fede mussoliniana di Longanesi, l’ostilità di una parte del mondo fascista, finché il duce, nel gennaio 1939, decise la soppressione della rivista (non certo per motivazioni “politiche, ma per l’intervento del podestà di Napoli, che aveva manifestato il disappunto dei partenopei per un articolo di Alberto Savino, che aveva addebitato la morte di Giacomo Leopardi a una indigestione – “cacarella” – per alcuni sorbetti consumati a Napoli). L’atteggiamento del settimanale e la sua sbrigativa fine hanno contribuito a collocare “Omnibus” nell’ambito della cosiddetta “fronda” fascista, la corrente schierata su posizioni critiche, e addirittura a far ritenere che in esso ci sia stato spazio anche per lo sviluppo dell’antifascismo. Ad anni di distanza una rilettura critica di “Omnibus” consente di verificare, senza pregiudizi, la veridicità delle tesi in merito all’atteggiamento assunto nei confronti della fronda e dell’antifascismo e di definire meglio la posizione della rivista verso il regime.

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Giorgio Galli con  Paolo A. Dossena,   Intervista sul nazismo magico (Lindau, pagg. 280, Euro 22,00)

Esiste una tradizione esoterica occidentale? Sotto quali forme si manifesta? Qual è il rapporto tra questa cultura «altra» e le diverse forme politiche di matrice razionalistica dell’Occidente? E tra esoterismo e nazismo? Hitler e i vertici del partito erano in possesso di una dottrina segreta? Che cosa è invece possibile dire riguardo alle altre dittature del XX secolo? E in che modo, oggi, la democrazia rappresentativa si rapporta a questa cultura alternativa? 

Questo libro è molto più di un tentativo di rispondere alle domande su una tradizione occidentale occulta, dai contorni ancora incerti: è un viaggio appassionato e appassionante dalle origini del sapere umano fino ai giorni nostri che, affacciandosi sul futuro prossimo, disegna un suggestivo panorama del mondo attuale.

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Lorenzo Salimbeni, Sul ciglio della Foiba. Storie e vicende dell’italianità  (Pagine, pagg. 220, Euro 18,00).

Il  volume raccoglie saggi, articoli e contributi che l’autore ha dedicato a quella che la legge istitutiva del Giorno del Ricordo ha definito “la complessa vicenda del confine orientale”. La tragica pagina delle Foibe e dell’Esodo di oltre 300.000 nostri connazionali viene contestualizzata come culmine di un percorso in cui gli opposti nazionalismi sono stati fomentati in epoca asburgica per poi scontrarsi e giungere al tragico epilogo. A partire dalle lotte risorgimentali, fino al disperato gesto di Maria Pasquinelli, passando per gli italiani irredenti morti durante la Prima Guerra Mondiale, in queste pagine si sviluppa un percorso di italianità, di appartenenza culturale e di patriottismo. Si tratta di termini oggi desueti, ma che hanno contraddistinto la formazione di una consapevolezza nazionale per decine di migliaia di istriani, fiumani e dalmati, anche di fronte al sacrificio nelle foibe o alla tragica scelta dell’esilio.

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Ugo Finetti, Botteghe oscure. Il Pci di Berlinguer & Napolitano (Ares, pagg. 320, Euro 15,00)

Nel Pci, in cui erano vietate le correnti e il gruppo dirigente doveva sempre apparire unito, il dibattito interno e le divisioni in seno alla Direzione che aveva sede a Roma in via delle Botteghe Oscure rimanevano segreti. Sulla base dei verbali finora inediti delle riunioni della Direzione il libro ricostruisce i mutamenti della politica del Pci e nel gruppo dirigente seguendo le «vite parallele» di Enrico Berlinguer e di Giorgio Napolitano che sin da giovanissimi aderirono al Pci di Togliatti avendo presto incarichi rilevanti. Napolitano, cresciuto all’ombra del leader della «destra» comunista, Giorgio Amendola, appare ora il principale collaboratore ora il principale antagonista di Berlinguer, erede del «centro» togliattiano. Vediamo così come l’accordo e il dissenso tra i due leader comunisti animano le principali scelte del Partito dal «compromesso storico» all’«eurocomunismo», dal periodo in cui il Pci è stato nella maggioranza di governo (culminato con l’assassinio di Moro) al ritorno all’opposizione in contrasto soprattutto con il Psi di Craxi.
Dai verbali emergono la coralità del vertice comunista (con aspetti e interventi finora sconosciuti dei suoi protagonisti, da Nilde Iotti a Pietro Ingrao, da Luciano Lama ad Achille Occhetto) e il modo nuovo in cui la sinistra italiana cominciò ad affrontare temi oggi attuali come le riforme istituzionali, il sistema elettorale maggioritario e il finanziamento dei partiti.

PERSONAGGI

Nicola Mirenzi, Pasolini contro Pasolini (Lindau, pagg. 160, Euro 14,00)

Da quel novembre del 1975 in cui fu ucciso, Pier Paolo Pasolini si è trasformato in un fantasma che si aggira per l’Italia. Da morto, lo scrittore friulano è stato usato da tutti: la destra, la sinistra, i cattolici, gli estremisti, i giustizialisti, i complottisti e i militanti della decrescita felice. Ognuno prende la parte che più gli fa comodo e butta via il resto.

È stato detto che Pasolini ha previsto ogni cosa e oggi le sue analisi sono vissute come profezie, ma le sue parole scivolano sulla superficie delle nostre coscienze come balsami. Nessuna abrasione, nessuno scuotimento. Gli schiaffi che dava (e riceveva) sono diventati morbide carezze. Pasolini si è fatto specchio delle nostre brame, ognuno vi si vede più bello e pulito.

Nicola Mirenzi appartiene alla generazione di chi non c’era nell’Italia di Pasolini, ma ha «vissuto con lui» perché Pasolini è onnipresente ancora oggi, sotto forma di spettro, icona pop, mito, oggetto di un’operazione di «beatificazione» che nasconde in realtà un atteggiamento superficiale e sostanzialmente indifferente verso la sua opera e le sue battaglie. Nel quarantennale della morte appare quindi impossibile parlare di Pasolini se prima non si distingue l’autore dal racconto edulcorato (e tossico) che ne è fatto. Perché un conto è Pasolini, un altro è il pasolinismo. Una cosa è lo scrittore, un’altra la sua leggenda. E solo il ritorno alla sua opera può riscattare il chiacchiericcio intorno alla sua immagine. Mettendo il testo contro il pretesto. L’opera contro il mito. Pasolini contro Pasolini.

VITA VISSUTA

Pierre Drieu La Rochelle, Stato civile. Un’autobiografia (Bietti, pagg. 146, Euro 14,00)

Come il Mishima delle "Confessioni di una maschera", prima di accedere alla maturità, Pierre Drieu La Rochelle avverte l'urgenza di chiudere i conti con il suo passato. Il giovane biografo non annota i suoi ricordi per esorcizzare i demoni dell'infanzia, ma per conservarne tutta la freschezza dirompente. Un Drieu prima di Drieu, né rosso né nero, cantore di una fase della vita carica di magia e crudeltà, un Robinson Crusoe in pieno Novecento che avrebbe ripetuto, in una vertigine di disperazione, il gesto dell'Europa intera. Nella giovinezza raccontata dal ventottenne Drieu troviamo tutti gli elementi di quella che sarà la sua personalità più matura: la mistica del rischio e dell'autenticità, la lealtà e l'ebbrezza della prima volta, quel disprezzo delle convenzioni e delle leggi, l'invisibile solidarietà che lega criminali e avventurieri, poeti e profeti.

EPISTOLARI

Louis-Ferdinand Céline, Lettere alle amiche (Adelphi, pagg. 272, Euro 15,00, A cura di Colin W. Nettelbeck)

A sei donne incontrate fra il 1932 e il 1935, quasi tutte sue amanti occasionali, sono indirizzate queste lettere di Céline, dove sempre risuona la petite musique del suo stile. Sei donne che Céline continua a seguire e proteggere: e, se si guarda bene dal parlare d’amore, non lesina consigli su come usare gli uomini nel modo migliore, cioè «per il piacere e per i soldi». Ma soprattutto, lettera dopo lettera, con una generosità che rende lacerante la violenza autodenigratoria (“Già vecchio, depravato, non ricco, malmesso insomma. Tutt’altro che un buon partito. Battona e malfido”), non cessa di illuminare per barbagli, a loro beneficio, il mondo. In fondo, scrive a Évelyne Pollet, “Crepare dopo essersi liberato, è almeno questa l'impresa d'un Uomo! Aver sputato ogni finzione...”.

CATALOGO

Autori Vari, Il simbolismo - Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra (Il Sole 24 Ore Cultura, pagg. 320, Euro 34,00)

Il catalogo approfondisce il rapporto tra simbolisti italiani e simbolisti europei attraverso oltre 130 opere tra dipinti, sculture e grafica, tra le più originali della produzione artistica simbolista. Nei saggi introduttivi, Michael Draguet introduce il lettore nell’universo molteplice del simbolismo, per poi mostrare in Baudelaire: un “faro” solitario alla svolta del secolo come l’opera baudelairiana costituisca il punto di partenza della fioritura del movimento simbolista. I saggi di Fernando Mazzocca e di Roland Van der Hoeven indagano invece rispettivamente la produzione simbolista in Italia e i rapporti tra simbolismo e musica. Segue il catalogo, diviso in sezioni che ripercorrono i temi del movimento simbolista europeo. Esso si presenta dunque come uno studio accurato e completo di uno dei momenti più affascinanti della storia della cultura europea, che ancora oggi continua ad affascinare e a stupire.                                                                     

RIVISTERIA

Numero doppio (168-169) della storica rivista «Vie della Tradizione», che raccoglie gli Atti del Convegno tenutosi a Napoli il 21 giugno del 2014 per commemorare il quarantennale della morte di Julius Evola (per ordini: annacan@inwind.it, 347/6603062, euro 32,00). All’evento, organizzato dalle associazioni Il Cervo bianco ed EreticaMente, con il patrocinio della stessa rivista, della Fondazione Evola, delle Edizioni all’Insegna del Veltro e della rivista Fenix,  presero parte noti esegeti del pensatore tradizionalista. Vie della Tradizione è punto di riferimento per  la cultura libera del nostro paese fin dal 1971, quando vide la luce grazie alla generosa disponibilità del suo fondatore-direttore Gaspare Cannizzo. Ad essa hanno collaborato, oltre lo stesso Evola, gli studiosi più illustri del tradizionalismo integrale. Oggi è diretta da Anna Cannizzo, figlia del fondatore, che si è assunta l’onere, coadiuvata da Manlio Triggiani, di proseguire sulla strada indicatale dal padre. Il numero segnalato si apre con lo scritto di Claudio Mutti, Le missioni di Evola all’Est. In esso vengano analizzati i rapporti che il filosofo intrattenne in Austria con gli esponenti della Scuola organicista di Vienna e con il principe K. A. Rohan, mentre a proposito della Romania, l’autore ricorda gli incontri con Lovinescu e Vâlsan, guénoniani, ma soprattutto quello con il fondatore della Guardia di Ferro, Codreanu. Andrea Scarabelli nel suo contributo Lungo la via del cinabro: storia di un’equazione personale, sostiene che Evola si pose “nella fase ultima dei processi moderni per favorirne il trapasso in domini altri”. Giandomenico Casalino nel saggio, J. Evola. La scienza del sé e la via sapienziale al sacro, sostanzialmente individua l’ubi consistam della proposta evoliana nell’aver colto le ragioni per le quali il complesso della Tradizione ermetica sia in fieri presente nella stessa sofia classica. Estremamente articolato ed organico risulta lo scritto di Stefano Arcella, Il rapporto tra Evola e Colazza, mirato a cogliere risonanze antroposofiche nell’opera del tradizionalista a partire dalla esegesi del Mithraismo. Roberto Incardona affronta il tema della misteriosofia antica e della Tradizione romana, soffermandosi, in particolare, a rilevare la differenza essenziale che distingue i Piccoli Misteri, di origine ctonia, dai Grandi misteri uranici. Daniele Laganà coglie invece le corrispondenze che tengono insieme l’idealismo magico di Evola alla metafisica del sesso. Luca Valentini si intrattiene sull’influenza esercitata, in termini iniziatici, da Giuliano Kremmerz su Evola. Chiude il volume, l’interessante intervista di Triggiani a Gianfranco de Turris, Segretario della Fondazione Evola. Questi, oltre a far il punto sulla centralità del tradizionalista nel dibattito culturale contemporaneo, risponde alle critiche più diverse che all’evolismo sono state rivolte nel corso degli anni, mostrando l’imprescindibile attualità ed originalità delle tesi del pensatore romano.

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