Editoriale

Strane casualità il Papa incontra per caso Sanders a Santa Marta, poi si arrabbia se qualcuno lo giudica troppo politicizzato

Sconcertante la durezza del linguaggio papale, il quale se da un lato ostenta umiltà e misericordia ad ogni passo, dall’altro tratta con una arroganza degna di miglior causa chiunque non la pensi come lui

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

lass="Normal">Rimane comunque un dubbio; avrebbe salutato Donald Trump? Papa Bergoglio sarà anche buono e misericordioso (con chi gli pare a lui) ma quanto a stile non si può certo dire che brilli.  E i viaggi in aereo –sarà forse perché si sente più vicino al suo Principale?– sembrano fatti apposta per le peggiori cadute. Così, rispondendo a una domanda sul suo incontro con il candidato democratico Bernie Sanders, sfidante di Hillary Clinton, che non può definirsi proprio una gran tempra di cattolico o semplicemente di cristiano, Francesco si cela dietro il comodo paravento della casualità: “Alloggiava a Santa Marta e quando sono sceso lo ho salutato, niente di più (…) Questa si chiama educazione, da non mischiare con altro. Se qualcuno pensa che fare un saluto sia immischiarsi in politica, beh, farebbe meglio a trovare uno psichiatra"

Certo, è normalissimo che Sanders alloggiasse proprio a Santa Marta, guarda caso la residenza di Francesco. Ed è sicuramente casuale che Sanders rappresenti – ma non certo per motivi di ordine religioso – l’esatta antitesi di quel Trump contro cui Bergoglio, che pure a suo dire non si immischia in politica, ebbe quell’uscita del tutto inopportuna nel febbraio scorso, tornando dal Messico. Ed è sicuramente ancora pura casualità  che Sanders sia il più “a sinistra” di tutti i candidati americani …

Ma quello che più colpisce e irrita è la durezza del linguaggio papale, il quale se da un lato  ostenta umiltà e misericordia ad ogni passo, dall’altro tratta con una arroganza  degna di miglior causa – o meglio, indegna del ruolo che ricopre – chiunque non la pensi come lui, prendendolo oltre a tutto, evidentemente, per fesso.  L’incontro con Sanders un caso, come certo è stato una “fatalità” mettersi al collo il medaglione falce e martello offertogli dal presidente colombiano Morales;  come è stata una combinazione  che abbia ricevuto  e “benedetto” in Vaticano i rappresentati dei centri sociali, leoncavallini compresi.  Chissà perché, con  Francesco il caso è sempre rosso, rosè o rosa-shocking   (non dimentichiamoci di Scalfari o della “santa“ dama degli aborti Emma Bonino); chissà se “per caso” saluterebbe anche Salvini o darebbe le sue benedizioni pure a Casapound (è vero che, dato che questi ultimi tutto sono fuorché cattolici, forse potrebbe farci un pensierino). In compenso, sarebbe già molto se si decidesse a ricevere i familiari di Asia Bibi, la donna cattolica pakistana condannata a morte con l’accusa di avere oltraggiato Maometto, la cui famiglia si trovava a Roma pochi giorni fa. Ma per loro, nessuna udienza e nessun appello: solo un saluto frettoloso e quasi imbarazzato dietro la transenne, dopo l’udienza generale in san Pietro, al marito e alla figlia che con tutta probabilità si aspettavano, giustamente,  qualcosina di più.  Ma Asia è cattolica e perdipiù innocente, del resto i martiri cristiani sono già tanti, una in più o in meno poco cambia, forse, per le considerazioni vaticane.

Ma a proposito di “fessi”, il culmine Francesco lo ha toccato forse proprio nel suo viaggio a Lesbo, replica in salsa  ellenica di quello a Lampedusa. Anche qui, si sprecano le iperboli e l’ignoranza in materia storica: si tratterebbe della “catastrofe umanitaria più grande dopo la seconda guerra mondiale”. Beh ….

Catastrofe umanitaria, con circa 27 mila morti dal 2000 ad oggi, lo è sicuramente e in questi casi fare le “graduatorie” può apparire di pessimo gusto. Ma lo è altrettanto ignorare le altre, sin troppo numerose: nella “sua” Argentina, ad esempio, la dittatura militare tra il 1976 e il 1983 pare abbia fatto circa 40000 vittime. Ma come ricordava Antonio Socci,  vogliamo parlare di tutta una serie di genocidi africani come quello del Sudan per l’imposizione della Sharia (1983, quasi due milioni di vittime) per non parlare poi di quelli dei regimi comunisti? In Corea, ad esempio, dove tutt’ora il regime funziona, dal 1950 ad oggi si parla di circa tre milioni di vittime. Ma come è ben noto, per Bergoglio integralismo musulmano e comunismo sono parole bandite dal suo vocabolario …. sembra quasi non esistano.

Questo non vuol dire, ovviamente, che il problema profughi non vada risolto. Ma sembra che il papa non veda – e non voglia vedere – altra soluzione al di fuori di riversare migliaia e migliaia di persone in Europa, mentre l’Isis continua, tanto per dirne una, a seminare terrore e morte indisturbata. E sempre parlando di gesti sconcertanti, che dire della sua decisione di portare da  Lesbo 12 profughi, soltanto ed esclusivamente musulmani? I cristiani non avevano i documenti in regola, dice sua santità. Certo, problema insormontabile per il romano pontefice e per la diplomazia vaticana … a proposito - si diceva - di prendere per fessi; ma forse anche queste considerazioni sono “da psichiatra”….

Si può anche convenire che un’opera buona possa non guardare in faccia a nessuno. Non si capisce però, allora, perché debba ostentatamente rifiutarsi di guardare soltanto ed esclusivamente in una determinata direzione, quella che oltre a tutto sarebbe più logica e naturale.  E sono tante le cose che sconcertano di un Papa che sarà popolarissimo tra i non credenti (ma verrebbe da dire; è riuscito a convertirne qualcuno,? Ah già, ma la cosa non gli interessa!) ma in compenso suscita sempre più  sconcerto tra i credenti, soprattutto quelli che vorrebbero rimanere tali malgrado lui ….

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