Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sebastano Lo Monaco - ph. Tommaso Le Pera
Due romanzi per un grande mito. Valerio Massimo Manfredi, con Il mio nome è nessuno, saga “in due tempi” ( i romanzi Il giuramento – il ritorno) ha ripercorso da par suo uno dei personaggi più affascinanti della cultura antica. Un percorso a dire il vero iniziato molti anni fa, con il bellissimo e stupefacente romanzo l’Oracolo (1992) in cui Manfredi, archeologo e topografo di fama pari a quella di narratore, porta alle estreme conseguenze la profezia di Tiresia narrata nel XI libro dell’Odissea, dopo che Ulisse giunge alle soglie degli inferi: l’eroe avrebbe dovuto compiere uno stranissimo viaggio per la definitiva riconciliazione con Poseidone, poi dopo anni di felice vecchiaia “morte ti verrà dolce dal mare”. E dato che questo non sembra mai essere accaduto, questo significa che Odisseo è ancora tra noi …
A questa sconvolgente conclusione si è ricollegato Manfredi con il finale di Il mio nome è Nessuno, che ora ci viene proposto però in una veste davvero inedita: quella del testo teatrale. Il mio nome è nessuno – L’Ulisse, adattamento e drammaturgia di Francesco Niccolini per Sicilia Teatro, approda al palcoscenico fiorentino della Pergola con Sebastiano Lo Monaco nei panni dell’ eroe dal multiforme ingegno e con la regia di Alessio Pizzech. Sul palcoscenico con il protagonista Maria Rosaria Carli, nei ruoli del pastore, di Athena, Penelope a vent’anni, Elena, voce di Patroclo, Penelope a quarant’anni ; Turi Moricca in quelli di Laerte, Achille, Telemaco e infine Carlo Calderone impersonerà Aiace, Menelao, Antinoo. Una banda musicale, 12 sassofonisti e 2 percussionisti dell’orchestra Sax in Progress dal Conservatorio Perosi di Campobasso, accompagnerà il pubblico durante questo inedito itinerario odissiaco.Rappresentazioni da martedì 3 a domenica 8 maggio.
" Io metto in scena l’Ulisse descritto da Valerio Massimo Manfredi - spiega Lo Monaco - che si presenta con una caratteristica ben precisa: rispetto a tutti gli eroi greci impostati in genere sulla muscolarità e sulla prestanza fisica, che esaltano il valore della vittoria e della guerra a tutti i costi, il nostro Ulisse è un uomo di pensiero, un essere umano moderno. Oggi Ulisse potrebbe essere un ambasciatore dell’ONU o un diplomatico, un individuo che guarda alla geografia politica del mondo attraverso degli accordi e non mettendo in moto dei conflitti”.
Diplomatico dell’Onu forse è un po’ troppo: Polifemo e i Proci potrebbero non essere del tutto d’accordo. Certo che è Ulisse rappresenta un valore nuovo rispetto agli altri personaggi omerici: il desiderio di conoscenza e soprattutto la consapevolezza che la forza fisica non è sufficiente a risolvere tante situazioni, a partire dalla guerra di Troia alle tante che si presentano, come trappole o prove predisposte dal destino, sulla tormentata strada del suo nostos, del suo ritorno in patria.
“Ulisse racconta molto della guerra di Troia - prosegue Sebastiano Lo Monaco - ma allo stesso tempo interagisce con gli altri personaggi che si configurano come delle sue personali proiezioni, come delle memorie e dei ricordi della sua giovinezza. Una delle invenzioni della regia è la creazione fatta con un’orchestra in scena: sono 14 elementi, tra cui 12 sassofonisti e 2 percussionisti, che impersonano la voce del coro e interagiscono con gli attori”. Il coro come nell’antica tragedia, che vede Ulisse tra i personaggi soprattutto – ma non solo – di Sofocle, il grande drammaturgo che si interroga sull’azione umana e sulla influenza divina senza più avere dietro di sé le granitiche certezze eschilee, ma neppure la crisi del dubbio di Euripide almeno sino al suo “ritorno a Dioniso”.
Una vicenda dunque con pochi attori ma molti personaggi. Una lunga narrazione che ruota intorno alla voce principe, quella di Ulisse: e intorno a lui divinità, mostri, nemici, eroi, compagni d’arme che Odisseo ha spesso visto cadere e che lo hanno accompagnato nel suo “diverso esiglio” come lo definiva Foscolo, descrivendone il destino immortale. Un teatro fatto anche di teatro di pupi e armature che scendono dall’alto di una graticcia teatrale posata sulla spiaggia e prendono forma con un carattere quasi da rappresentazione popolare, antica, ancestrale (le scene sono di Antonio Panzuto, i costumi di Cristina Da Rold, il disegno luci di Nevio Cavina, le musiche originali di Dario Arcidiacono – Davide Summaria).
“Ulisse tenta di andare oltre le possibilità umane. Lui è un viaggiatore - riflette Lo Monaco - alla continua ricerca di mondi sconosciuti. Semplicemente si tratta di un uomo alla ricerca di se stesso. Ulisse non si ferma davanti ai limiti dati dalla natura fisica, ma anzi con il pensiero cerca di superare i confini della natura”.
Così lo hanno sentito, ciascuno a suo modo, tutti i grandi che ne hanno reinterpretato la vicenda, da Dante a Foscolo a lord Tennyson; e così lo ha sentito anche Manfredi, che della immortalità dell’eroe omerico ha dato una chiave di lettura avvincente e originale. Sarà interessante vedere se questa interpretazione teatrale è capace di renderne in pieno il fascino e la freschezza.
Martedì 3 – domenica 8 maggio
(feriale ore 20.45, festivo ore 15.45)
Sicilia Teatro
Sebastiano Lo Monaco
IL MIO NOME È NESSUNO – L’ULISSE
di Valerio Massimo Manfredi
adattamento e drammaturgia testo di Francesco Niccolini
con
Maria Rosaria Carli, pastore, Athena, Penelope a vent’anni, Elena, voce di Patroclo, Penelope a quarant’anni
Turi Moricca, Laerte, Achille, Telemaco
Carlo Calderone, Aiace, Menelao, Antinoo
e l’orchestra Sax in Progress dal Conservatorio Perosi di Campobasso
scene Antonio Panzuto
costumi Cristina Da Rold
disegno luci Nevio Cavina
musiche originali Dario Arcidiacono – Davide Summaria
foto di scena Tommaso Le Pera
regia Alessio Pizzech
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