Editoriale

Quando la tolleranza non è uguale per tutti la democrazia è a rischio

 

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n  occasione della giornata contro l’omofobia il Presidente della Repubblica interviene e dichiara  "La non accettazione della diversità genera violenza". Per il presidente della Camera Laura Boldrini: "Le discriminazioni sono inaccettabili". Rimarca Sergio Mattarella:  “Sulla capacità di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società. L'intolleranza affonda le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l'informazione, la conoscenza, il dialogo e il rispetto".

Si parla di omosessualità e ci si scandalizza giustamente per le discriminazioni ancora sparse per il mondo, con ottantasei Paesi che condannano le relazioni tra persone dello stesso sesso, con pene che comprendono il carcere, la fustigazione e la pena di morte.

Nelle stesse ore in cui dai massimi vertici istituzionali ci si appella all’art. 3 della Costituzione, barriera invalicabile contro le “distinzioni di sesso”, ma anche – non dimentichiamolo – “di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche”, a Matteo Salvini, leader della Lega Nord, è stata riservata, a Battipaglia, l’ennesima contestazione a colpi di slogan, di fischi e di escrementi lasciati durante la notte sul palco che doveva essere utilizzato per il suo comizio. Non è una novità, d’accordo. Ma la concomitanza tra la giornata contro l’omofobia e l’ormai quotidiana canea antisalviniana non può non dare da pensare. Siamo all’ipocrisia fatta sistema, all’orwelliana fattoria dove “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, con il risultato che la pari dignità vale evidentemente per alcuni e per altri no.

In quest’Italia dei paradossi se Salvini fosse omosessuale avrebbe più diritto al rispetto e alla solidarietà contro gli attacchi dei  soliti, intolleranti  “antagonisti” ? E se Casa Pound innalzasse la bandiera arcobaleno affianco a quella della tartaruga otterrebbe maggiore solidarietà ?

Qualche giorno fa, a Roma, una cinquantina di aderenti dei Centri Sociali, armati di caschi e bastoni, hanno preso d’assalto un banchetto elettorale di Casa Pound. A farne le spese sei militanti di Cpi.  Ad uno di essi è stata sfondata la mandibola. La sua sfortuna di essere solamente … “disabile”. Fosse stato omosessuale qualcuno avrebbe gridato all’intolleranza “di genere”. Ed invece silenzio stampa e nessuna solidarietà istituzionale, nessuna campagna contro gli intolleranti, mascherati da autentici democratici.  “Non sono d’accordo con quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo” non può essere uno slogan a senso unico. Deve valere per tutti, Salvini e militanti di Casa Pound compresi.

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