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Chi se ne frega delle olimpiadi

I problemi di Roma non sono legati ai giochi ma alla gestione della città, ma ormai sembra poco interessante e vogliono trasformare il voto in un referendum sul 2024

di Simonetta  Bartolini

Chi se ne frega delle olimpiadi

Come se non bastasse la noia delle elezioni amministrative che lasciano indifferenti anche i cittadini direttamente interessati a scegliere chi dovrebbe governarli nei prossimi cinque anni –per l’ottimo motivo che la scelta si pone in termini inaccettabili, più o meno nei termini che ponevano le vecchie le barzellette dei cannibali che chiedevano ai malcapitati come preferivano essere mangiati– ora si è aggiunta per Roma la questione ‘appassionante’ delle olimpiadi.

Non si parla più di buche o di rifiuti, di malagestione dei trasporti o di ottimizzare le risorse della Capitale, neppure l’ipotesi di ridimensionare le tasse sembra significativa di fronte alle olimpiadi.

Le olimpiadi del 2024, che ovviamente non è detto che vengano assegnate all’Italia e quindi si tratta di spendere soldi in vista delle candidature (già 10 milioni se ne sono andati in chiacchiere e pseudo-progetti) da sottoporre al comitato olimpico internazionale.

La Raggi (M5S) ritiene che Roma abbia altre priorità nelle quali investire soldi e risorse, Giachetti (Pd) in  nome di decisioni squinternate prese da chi si preoccupa soprattutto di fare affari (la torta in ogni caso è ricca, ma per i soliti noti) parla di 170.000 posti di lavoro, e di una città che potrà evolvere verso la modernità ecc ecc.

È molto più probabile che chi abita a Roma, al solo pensiero di trascorrere i prossimi anni fino al 2024 in un immenso cantiere dopo aver provato la costanza di disagi insostenibili per la costruzione della metro C, sia colto da un moto di repulsione anche nei confronti dell’incolpevole barone de Coubertin, repulsione estensibile a cascata su tutti quelli che con le olimpiadi hanno a che fare. Ma a parte questo non trascurabile argomento, ci chiediamo: in una città più simile ad una megalopoli del terzo mondo piuttosto che ad una metropoli europea, dove i romani combattono quotidianamente con disservizi e disastri vari (per non parlare dell’Irpef ovvero le tasse locali, più altro d’Italia) qualcuno pensa veramente che i romani al ballottaggio sceglieranno in base alle olimpiadi trasformando il voto in un referendum sui giochi del 2024?

Ci sembra difficile, ma questo è quanto leggiamo e ascoltiamo dai media (dibattiti, talk ecc), i futuribili giochi hanno scatenato gli opinionisti di ogni genere (dai calciatori ai filosofi) e i romani? Al solito non contano, ai ballottaggi andranno a votare in pochi rassegnati ad un futuro non esaltante, la città continuerà ad essere invivibile, forse peggiorerà anche un poco e i cittadini dell’urbe continueranno a subire e a cercare di sopravvivere. Come il resto degli italiani.

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