Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Tuttavia il matrimonio si fece, stante la maggiore età della ragazza, e sembrava la coppia perfetta: compositore lui, pianista affermata lei e ben otto figli di cui sette viventi, una media affatto disprezzabile per la mortalità infantile dell'epoca. Dietro le apparenze, però, una realtà assai più difficile. Schumann, la cui fama, almeno presso il vasto pubblico, stentava a decollare non accettava del tutto serenamente l'indiscusso successo della moglie. Capita a molti uomini che approvano il successo della compagna solo a patto che sia inferiore al loro. Invece Clara era invitata a suonare nei teatri più prestigiosi, era ricevuta nei salotti più esclusivi, guadagnava molto; Robert, al contrario, era semisconosciuto e, pur essendo un pianista più che dignitoso, non aveva certo le doti della moglie, fra l'altro alcuni dissennati marchingegni di sua invenzione, sperimentati per ottenere maggiore forza e agilità delle dita, gli avevano seriamente danneggiato le mani, togliendogli, dunque, la speranza di poter mai raggiungere un livello egregio.
La rivalità serpeggiava fra di loro e ne fa fede un aneddoto: pare che ad un ricevimento importante il Kaiser, incantato all'arte di Clara, avesse domandato a Robert quale strumento suonasse e che questi, piccato, gli rispondesse: io suono mia moglie, mettendo in imbarazzo l'ospite con la sua scortesia e soprattutto mancando di rispetto alla moglie.
In questa situazione, forse non di conflitto, ma certo di tensione si inserirono in modo deflagrante alcuni avvenimenti, in primo luogo il peggioramento delle condizioni psichiche di Schumann, già sconvolto dal suicidio di una sorella amatissima e poi dalla morte, per malaria fulminante, di un fratello, della cognata a cui era molto legato, e di un nipotino e la comparsa, nella loro vita, di Johannes Brahms, allora giovanissimo compositore. Brahms si presentò a Schumann e ne ottenne l'immediato apprezzamento, divenne così, a poco a poco, intimo della famiglia sempre più legato a Clara man mano che la salute mentale di Robert andava declinando; scenate sempre più frequenti e violente, finché nel 1854, in pieno inverno, una sera Robert uscì di casa in vestaglia e pantofole e andò a gettarsi nel Reno, fu salvato a stento da due barcaioli, che lo riportarono a casa.
Ormai era chiaro che doveva essere internato in manicomio e lui stesso ne era convinto. Fu quindi ricoverato a Endenich, sotto le cure di uno psichiatra allora famoso: il Dott. Richarz. La casa di cura, adesso trasformata in un museo della musica a lui dedicato, non era certo un lager, Robert aveva a disposizione un appartamentino ricavato dalle camere delle infermiere, poteva passeggiare nei giardini, aveva un suo pianoforte e riceveva visite di amici; mai tuttavia, nei due anni che vi rimase fino alla morte, quelle della moglie, per espresso divieto dei medici che temevano una recrudescenza della malattia per il forte impatto psichico di un tale incontro.
Brahms e altri amici, tuttavia, non lo avevano dimenticato e sovente lo venivano a incontrare, anche se non sempre le sue condizioni gli consentivano di essere presente a se stesso, alternava infatti momenti di lucidità a periodi di completo offuscamento mentale, momenti via via più lunghi. Allora rifiutava il cibo, che per altro aveva invece amato sempre, fin troppo e doveva essere nutrito con un sondino. Finalmente, dopo due anni di questa vita sospesa, morì.
Intanto, però, le cure erano state assai costose e la famiglia numerosa, Clara aveva dunque dovuto riprendere, dopo un iniziale momento di comprensibile smarrimento, a pieno ritmo la sua vita girovaga per concerti, riscuotendo ovunque grandi successi. Le era sempre amorevolmente accanto Brahms, che per un periodo addirittura si prese cura dei suoi figli e di molte incombenze domestiche; su questo loro legame, che si protrarrà fino alla morte di Clara, molto si è scritto. Certo fu amore, anche se Johannes era più giovane di quattordici anni, ma ci sono molti modi di amare: la stima professionale, l’affetto, la comunanza di intenti, la solidarietà, l’ammirazione possono essere, talvolta, per certi individui, legami ancora più forti dell’attrazione sessuale.
Fu questo il caso dei due musicisti? Non è dato saperlo e forse anche importa poco: di qualunque tipo fosse il loro amore certo è che fu un legame fortissimo e unico che li sostenne per tutta la vita anche quando le loro esistenze materialmente presero strade diverse, portati ambedue in luoghi lontani dai loro reciproci impegni professionali. E il legame resistette anche di fronte ad amori, anche intensi, che Brahms ebbe, mentre nella vita di Clara non si affacciò alcuna altra figura maschile e il suo impegno fu sempre devotamente teso a mettere in giusta luce e a dare fama all’opera compositiva del marito.
La sua vita continuò così fra le cure della famiglia e le intense tournée, che le esigenze economiche le imponevano; i suoi impegni erano così fitti che spesso soffriva di forti dolori alle braccia, tanto che per un certo periodo dovette sospendere i concerti, ma soprattutto fu colpita dal dolore insopportabile del ricovero del figlio Ludwig in manicomio, dove trascorrerà gran parte della sua vita e dove la madre, forse proprio per la sofferenza terribile che il destino le aveva riservato per la seconda volta, non andrà mai a trovarlo.
Infine nel 1896 morirà per un ictus e pochi mesi dopo la seguirà Brahms, colto dal cancro, Brahms che aveva invano cercato di raggiungere in tempo il suo funerale, ma che sconvolto aveva sbagliato treni e coincidenze ed era riuscito solo a vedere il carro funebre che si allontanava. Metafora questa, forse, della loro vita e del loro legame: per tanti gli anni, dopo la morte di Robert, si erano inseguiti, ma mai definitivamente raggiunti.
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