i libri di totalità

Rassegna mensile di novità librarie: dicembre 2016

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: dicembre 2016

Augusto Grandi, Italia allo sbando. Lavoro, commercio, cultura. Fotografia di un declino (Eclettica, pagg. 128, Euro 12,00)

Un’immagine dai toni pessimistici, quella proposta da Augusto Grandi,  ma allo stesso tempo una fotografia realistica del sistema Italia, dove, senza giri di parole, l’autore mette a fuoco i problemi più vivi del Paese, con una ripresa che esiste soltanto nelle fantasie di qualche politico; in fondo alle classifiche europee per reddito, produttività, occupazione, investimenti; alle prese con un’ insostenibile fuga dei cervelli ed una altrettanto insostenibile invasione di braccia. Un'Italia priva di fiducia e, soprattutto, priva di speranze. Incapace di valorizzare la propria storia, le proprie bellezze artistiche, ma anche le proprie eccellenze imprenditoriali sempre più ambite da investitori stranieri. Un Paese da ricostruire attraverso un radicale cambiamento che parta dalla scuola per arrivare alla totale sostituzione di una classe dirigente fallimentare. “Questo è il Sistema Italia -  scrive Grandi - e sino a quando si accetterà questa logica, il declino sarà inevitabile e diverrà sempre più rapido. D’altronde l’italiano medio sguazza in questo Sistema. Mugugna quando il Sistema non lo premia, ma è prontissimo a farsene paladino quando gli vengono gettate le briciole del banchetto. Il 6 rubato a scuola copiando, la coda saltata in autostrada circolando sulla corsia di emergenza, lo scontrino non emesso, la raccomandazione per passare davanti agli altri per un esame in ospedale o per piazzare il figlio in qualche ufficio. Le tante piccole furbate continue che contraddistinguono la vita quotidiana dell’italiano medio anti Sistema solo perché ancora in attesa di essere cooptato”.

EUROPA

Aldo Barba e Massimo Pivetti, La scomparsa della sinistra in Europa (Imprimatur, pagg. 256, Euro 16,00)

Totale liberalizzazione della circolazione internazionale dei capitali, delle merci, della manodopera; mercato del lavoro deregolamentato; banca centrale indipendente dai governi; detassazione dei redditi da capitale e fine della progressività del sistema impositivo; pareggio del bilancio; ridimensionamento della spesa pubblica; privatizzazione delle industrie di Stato e dei servizi sociali: il successo del liberismo non avrebbe potuto essere più completo.

Il libro riconduce le proporzioni di questo successo in Europa e i suoi esiti economici e sociali – cambiamento delle condizioni distributive, rallentamento del processo di accumulazione, aumento della disoccupazione e dell’esclusione sociale – al fenomeno della scomparsa della sinistra nel continente.

Si mette in luce come oggi l’ostacolo principale alla rinascita di una sinistra capace di ricollocare al centro della sua attenzione le grandi questioni economiche e di classe sia rappresentato dalla generale subalternità, radicatasi nel continente nel corso di oltre un trentennio, nei confronti della cultura economica dominante.

MONDO

Alain De Benoist   Luca Giannelli   Marcello Foa,  Il problema americano. Contro l’americanismo di maniera, contro la retorica antiamericana (Circolo Proudhon Edizioni, pagg. 47, Euro 6,00)

L’America ribelle e l’America conservatrice, l’America del popolo e l’America della power élite, l’America modello di democrazia e l’America violenta, l’America che guarda ad Ovest e l’America che guarda ad Est, l’America della rude frontiera e quella dei salotti alla moda di New York, l’America raccolta comunità e l’America sceriffo imperialista, l’America dei cow boy diventata luogo e simbolo della modernità. Un Paese nato sulla dissidenza e intimamente isolazionista assurto nel XX secolo non solo ad arbitro ma addirittura ad artefice dei destini mondiali. Un popolo “anti-intellettuale”, fisiologicamente allergico a ogni teorizzazione, pragmatico eppure profondamente idealista, da sempre capace di mostrare le sue facce più contraddittorie e di attirare su di sé i sentimenti più contrastanti, diventato per molti versi familiare per noi europei ma ancora – paradossalmente – sconosciuto. Un popolo estraneo a qualsiasi “eccezione culturale” che ha conquistato il mondo culturale negando di essere “cultura”. Perché è ancora così difficile guardare all’America con occhi americani? Qual è la portata del problema americano?

TEMPI MODERNI

Stefano Zecchi, Paradiso Occidente. La nostra decadenza e la seduzione della notte (Mondadori, pagg. 248   Euro 19,00)

Occasum, «terra della sera», è questa la radice del termine «Occidente», il suo senso profondo, nel quale sembra compiersi un destino ineluttabile. La grande filosofia del Novecento ha evocato questo destino come un inesorabile tramonto della nostra civiltà, un tramonto che, però, non ha mai conosciuto la notte, divenendo una lunga, interminabile decadenza. E tuttavia, questo Occidente in declino ha diffuso nel mondo i suoi modelli di vita, ha colonizzato senza essere colonizzatore: migliaia di persone, oggi, fuggono dalle proprie terre per venire a vivere da noi. Perché l'Occidente è visto come un paradiso: sarà anche mediocre, senza quelle tensioni utopiche e quelle energie progettuali che un tempo ha conosciuto, ma chi si guarda intorno non trova di meglio di questo pur modesto paradiso. Ha senso salvarlo dalla notte in cui può definitivamente sprofondare la sua cultura? Come proteggerlo dall'attacco dei fondamentalismi? C'è ancora una bellezza che sia testimonianza della nostra umanità? Può l'altra notte – quella d'Oriente, le «mille e una notte» dimenticate nei secoli, dove risuona l'eco dei versi del poeta, dove tutto ritorna all'origine, al mistero, simbolo d'incontro meraviglioso tra civiltà – comunicare un senso ancora valido e fondante per noi? Sono domande a cui Stefano Zecchi risponde ripercorrendo in particolare i temi che hanno segnato la cultura europea del XIX e del XX secolo e sui quali è opportuno ricominciare a interrogarsi. In dialogo con Nietzsche, attraverso le tesi di Oswald Spengler sulla decadenza delle civiltà, le riflessioni di René Guénon sull'Oriente, gli scritti di Martin Heidegger sul dominio della tecnica nell'epoca del nichilismo, nonché la rilettura di alcune tra le opere fondamentali della letteratura occidentale, Paradiso Occidenteaffronta le grandi questioni della contemporaneità: la globalizzazione economica che cancella ogni diversità, il multiculturalismo che impone l'accettazione acritica di valori estranei alla nostra tradizione, il decadimento della bellezza ridotta a mero gusto personale, il venir meno di principi trascendenti che dà all'uomo l'illusione di oltrepassare i limiti della propria condizione, il potere assoluto conferito alla ricerca scientifica. E ristabilisce un dialogo originale e fruttuoso con un'epoca oggi forse inattuale: il Romanticismo, la sua arte e la sua filosofia, un'idea di civiltà densa di energia progettuale e di tensione utopica che presto la nascente società di massa avrebbe spazzato via, aprendo così le porte a una lunga, interminabile decadenza.

Saggio filosofico ma anche pamphlet irriguardoso nei confronti del «politicamente corretto», Paradiso Occidente ci invita a una riflessione sul destino della nostra civiltà e dei suoi valori, per superare le paure e restituirci uno sguardo finalmente aperto alla speranza.

SOCIOLOGIA

Stefano Ricci, Il Genio Invisibile. Le teorie del potere nel Novecento (Circolo Proudhon, pagg. 180, Euro 13,00Inizio modulo

Una lettura del xx secolo attraverso il concetto di “potere” e di quanti hanno tentato di analizzarlo. Una digressione storica su una delle nozioni più controverse della filosofia politica. Questo saggio è una radiografia sui rapporti di potere tra l’uomo e la comunità, l’uomo e lo Stato, l’uomo e l’ideologia, le élites e le masse. A partire da Max Weber per arrivare fino a Foucault, passando per gli studi di Mosca, Ferrero, De Jouvenel, Russell, Ferrarotti e la scuola pluralista americana, l’autore scava nelle profondità concettuali di questa chimera relegata ai margini della storia delle idee eppure antica quanto l’umanità stessa.

CLASSICI

Charles Maurras,  L’avvenire dell’intelligenza (Oaks Editrice, pagg. 111, Euro 12,00)

Autore di grande importanza nella storia delle idee del Novecento, Charles Maurras è, ciononostante, un autore, oggi, pressoché sconosciuto. Antiromantico e realista, Maurras fu un deciso fautore di un ritorno alla perfezione classica, influenzando molti intellettuali francesi e non solo, come il poeta T.S. Eliot. Fondamentale è per Maurras, nella critica del sistema, la progressiva rinuncia dell'Intelligenza alla propria autonomia a favore di quell’Opinione Pubblica in balìa di mode e interessi spesso subordinati al potere dei soldi,  rinuncia che ha per conseguenza inevitabile di lasciare l'opinione pubblica in balia di manipolatori coscienti o ignari. E di questa rinuncia all'indipendenza della Intelligenza e di questo tradimento dell'opinione pubblica fa Maurras la storia in questo libro: storia dell'ascesa professionale dell'Intelligenza francese, del suo periodo aureo, della sua decadenza romantica, della progressiva sua sottomissione al denaro.

STORIA

Marco Valerio Solia, Mattei, obiettivo Egitto. L'ENI, Il Cairo, Le Sette Sorelle (Armando, pagg. 170, Euro 17,00)

La creazione dell'Eni e l'epopea del celebre fondatore Enrico Mattei rappresentano uno degli snodi principali della storia politico-economica dell'Italia repubblicana. Tra gli aspetti che maggiormente hanno catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica un posto centrale e' sempre stato occupato dall'approccio della compagnia italiana, in grado di sviluppare una fitta rete di relazioni con i paesi nati dalla decolonizzazione, fornendo loro le chiavi del proprio sviluppo e difendendo la sovranita' energetica del paese. Il libro di Marco Valerio Solia Mattei, obiettivo Egitto. L'Eni, Il Cairo, Le Sette Sorelle analizza in maniera precisa e scorrevole il pilastro della strategia matteiana nel mondo arabo: il felice sodalizio, mai venuto meno, tra l'ente petrolifero italiano e l'Egitto rivoluzionario di Gamal Nasser. Sono gli anni cruciali della ricostruzione postbellica e del collasso degli imperi coloniali, anni in cui si assiste al sorgere di nuovi equilibri nel Mediterraneo, grazie anche ad una nuova politica estera italiana, attenta alla difesa degli interessi nazionali e capace di cogliere le occasioni propizie per riaffermare una propria presenza significativa nel Levante. E' un Mattei rivoluzionario quello che si proietta in Medio Oriente per contrastare l'egemonia delle grandi compagnie occidentali ed affermare il lavoro e le conoscenze italiane, messe al servizio degli stessi paesi produttori. Il presidente dell'ENI, cui l'amicizia con il Rais egiziano permise una forte penetrazione nell'area, scompiglio' il mondo degli idrocarburi chiudendo accordi di primaria importanza con gli Stati di recente indipendenza, oltre ad iniziare sodalizi politici con i leader piu' invisi all'Occidente. La ricostruzione dell'autore e' quindi indirizzata a ripercorrere a 360 gradi la politica estera di Mattei, nonche' il ruolo internazionale che riusci' a ritagliare per il nostro paese. Un libro che getta luce su un passaggio decisivo della nostra storia: la difesa della sovranita' energetica italiana. Questione strategica. Ieri come oggi.

                                                                         ***

Piero Craveri, L'arte del non governo. L'inesorabile declino della Repubblica italiana (Marsilio, pagg. 592, Euro 25,00)
Questo libro è una storia dell’Italia repubblicana in cui si ricostruiscono sincronicamente gli aspetti istituzionali, politici ed economici del processo che ha portato all’attuale situazione del paese. Al volgere di un ciclo storico, Piero Craveri ripercorre, partendo dalla Costituente, il cammino di rapida ascesa economica dell’Italia per cogliere i fattori del suo mancato consolidamento e del suo lento e inesorabile declino. Le responsabilità di una classe dirigente rimasta troppo arretrata per guidare un paese industriale, il sovrapporsi dei partiti all’attività dell’esecutivo e del Parlamento, un malinteso primato della politica sull’economia di mercato, sono solo alcune delle cause che emergono dall’analisi delle vicende repubblicane. Dalla sconfitta di De Gasperi alla difficile congiuntura del 1963-64, dalla crisi degli anni settanta alle occasioni mancate del decennio successivo, con Craxi, al superamento della seconda Repubblica, Craveri fa notare come, ben lungi dall’essere solo una questione economica, la posta in gioco di questa mancata «evoluzione» è la stabilità della democrazia. I principi che furono messi a fondamento dello Stato unitario sembrano venir meno e, al di là delle celebrazioni ufficiali, la Repubblica non ha saputo rinnovarli. Anche l’idea di Europa, che nel secondo dopoguerra ne è stata idealmente una prosecuzione, sembra dileguarsi. In questo scenario, dove sono le stesse istituzioni democratiche a essere messe in discussione in Occidente, le riflessioni di Craveri gettano luce sugli avvenimenti della nostra storia recente per individuare le ragioni profonde del declino e provare a porvi rimedio. 

STORIA DELLE DESTRE

Autori Vari, Adriano Romualdi: conservatore rivoluzionario. Gli atti del Convegno di Forlì, 1983, dieci anni dopo la sua scomparsa, prefazione di Gennaro Malgieri (Eclettica, pagg. 100, Euro 15,00)

Queste testimonianze ripropongono le idee di Adriano  Romualdi, intellettuale anticonformista scomparso nell’agosto  1973, in un incidente stradale vicino Roma,  come se fossero contributi pensati oggi non soltanto per la reinvenzione di una possibile destra, ma come offerta culturale a tutti coloro che, indipendentemente dalle appartenenze politiche, avvertono lo smarrimento spirituale ed esistenziale a fronte di minacce incombenti sulla Civiltà europea.

Come scrive Gennaro Malgieri nella sua prefazione, parlando del  convegno, che, nel novembre 1983 si tenne a Forlì,  a dieci anni dalla  scomparsa di Romualdi  “furono due giorni di appassionate considerazioni che il padre, Pino Romualdi, volle raccogliere in un fascicolo speciale della sua rivista l’italiano sotto il titolo “Tradizione e rivoluzione nella destra politica europea”, come omaggio a quel figlio che se n’era andato troppo presto e al quale la congiunzione, eccentrica per molti, della “rivoluzione con la tradizione” pareva prossimo all’approdo di una navigazione culturale e politica imprescindibile per quel “mondo dei vinti” che doveva necessariamente riscattarsi dalla subordinazione psicologica innanzitutto alla quale era stato condannato dai “vincitori”. Sotto l’egida della rivista diretta da Pino, sulla quale molti di noi, a cominciare da Adriano stesso, avevano mosso i primi passi, il convegno di Forlì offrì un dibattito i cui Atti vennero presto dimenticati. Adesso rivedono la luce e rileggendoli comprendiamo meglio non solo il valore di un intellettuale straordinario, ma anche la sua capacità di guardare più lontano di altri”.

TRADIZIONI

Vincent Samson, I Berserkir.  I guerrieri-belve nella Scandinavia antica, dall'Età di Vendel ai Vichinghi. VI-XI secolo (Settimo Sigillo, pagg. 496, Euro 34,50)

Sulla base di un’ampia documentazione archeologica, storiografica e letteraria, l’autore ricostruisce la figura del berserkir“guerriero belva”, associato ad una confraternita militare, dal carattere sacro, collegata alla funzione regale. L’esistenza di questi guerrieri è storicamente provata fin dal VI secolo fino all’epopea dei Vichinghi, con radici probabilmente molto più antiche. L’idea della metamorfosi corporea e del cambiamento di stato psichico, è associata ai berserkir da un linguaggio condiviso con le pratiche magiche e le credenze religiose, in particolare ad Odino. Agli uomini della sua schiera il Re degli Dèi nordici accordava una speciale protezione, una frenesia ed un furore che risultavano terrificanti per i nemici. Al di là degli aspetti mitici e leggendari il fenomeno del berserksgangrè legato alle tradizioni marziali della Scandinavia pagana, con un rimando certo al mondo indoeuropeo, fino alle medievali “società di uomini” (Mannerbunde) germaniche. Con la fine del paganesimo i guerrieri di Odino, con la loro cultura dell’onore e della fedeltà al Re, non trovarono più posto accanto ai sovrani scandinavi convertiti al cristianesimo.

CINEMA

Riccardo Rosati, Lo schermo immaginario. Scritti cinematografici fuori dal coro (Tabula Fati, pagg. 184, Euro 14,00)

Quattordici anni di scritti, tra recensioni e saggi, sul cinema fantastico. Questo libro fa il punto su di un percorso di maturazione, stilistico e intellettuale, di chi la Settima Arte non l’ha vissuta nel cicaleccio dei circoli festivalieri, né dietro cattedre che propongono perlopiù film a uso e consumo degli studiosi, tradendo, in tal modo, l’essenza stessa di questo popolare medium artistico. Non è certo un mistero che l’ambiente cinematografico sia quasi completamente avvolto dal manto del Pensiero Unico, pregiudicando sia una critica adatta a comunicare col pubblico, che a incoraggiare una ricerca indipendente.
In queste pagine, il lettore vedrà come si siano sempre sostenute determinate idee, persino quando scomode e impopolari, il che porta inesorabilmente a essere controcorrente. Poco ci interessa del riscontro che queste riflessioni potranno avere tra i “colleghi” critici cinematografici, i quali spesso considerano il genere come qualcosa di deteriore, ancor di più se poi si tratta di storie “non mimetiche” (fantascienza, fantasy e horror). L’intento principale di questo viaggio all’interno di film così diversi è quello di sollecitare nello spettatore una visione più cosciente del cinema e, al contempo, proporre determinate teorie analitiche al di fuori del ristretto ambito settoriale, nonché una metodologia talora più vicina agli studi letterari che a quelli cinematografici                                        

SPORT

Antonio Donadio, Calcio d’autore. Da Umberto Saba a Gianni Brera: il football  degli scrittori (La Scuola, pagg. 153, Euro 11,00)

Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio. Esso ha tutte le caratteristiche fondamentali del linguaggio per eccellenza, quello che noi ci poniamo subito come termine di confronto, ossia il linguaggio scritto-parlato (Pier Paolo Pasolini). Il gioco del calcio nelle parole dei poeti, degli scrittori, dei giornalisti, dei cantautori e dei tifosi. Dalle liriche, edite e no, di autori del passato (Saba, Sanguineti, Pasolini, Luzi, Sereni, Giudici, Gatto…) e contemporanei (De Angelis, Damiani, Ramat, Cucchi, Lamarque, Rossani...) agli scritti di Arpino, Pratolini, Brera, Viola, Tortora, Carosio, Gramellini, Fazio… fino ai testi dei cantautori (Vecchioni, Rino Gaetano, De Gregori, Dalla, Jannacci, Ligabue…) e ai vessilli dei tifosi.

RIVISTERIA

Una nuova rivista,  differente dalle altre: DIONYSÒS. I suoi temi sono quelli delle Arti, ovvero dell’Arte, della Musica, della Letteratura ma anche le “altre arti” tradizionali, dall’Architettura alla Cucina, alla Scrima. Il tutto è sempre guidato da un fil rouge che è rigorosamente anticontemporaneo, antipostmoderno, antiecumenico, assolutamente contrario ad ogni forma di politically correct.

DIONYSÒS si occupa dunque della Bellezza e del Bello, intesi come Principi ispiratori e formatori inamovibili in una società desacralizzata come questa nella quale viviamo, non avendo timore d’essere scomoda e invisa al borghesume ipocrita e benpensante ovunque diffuso.

Trimestrale, edita dall’Editore Tabula Fati di Chieti ( al quale può essere richiesta anche per abbonamento ), DIONYSÒS si presenta mercuriale e alchemicamente indefinibile, sulfurea e aurea al tempo stesso, nella sua varietà di simboli e simbologie sottolineate da una grafica volutamente retrò e antica che si rifà alle riviste del secondo Ottocento. Ogni numero ha un suo tema portante che viene sviluppato secondo varie declinazioni: la Bellezza, la Guerra e l’Amore riguardano i primi tre numeri editi, il prossimo concluderà il primo ciclo con il tema della Morte. Alcune delle più interessanti firme dell’attuale panorama letterario artistico e giornalistico di posizione “non conforme”  prestano la loro penna su DIONYSÒS in maniera assolutamente libera da qualsiasi posizione ideologica e partitica perché l’Arte è sempre sinonimo di Libertà e fiera indipendenza.

DIONYSÒS, Pag 64, Copertina a colori Trimestrale, Ed. Tabula Fati – Chieti, euro 6

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