Editoriale

Così la nuova maturità impoverirà i nostri studenti.

L'ultima picconata della nuova scuola.

Graziano Davoli

di Graziano Davoli

sia per malafede, che sia per ingenuità o per ignoranza, quello che sarà l’esame di maturità a partire dal 2018 non sarà una prova snellita al fine di facilitare la vita ai nostri studenti, esso sembra più un tentativo di portare la scuola a quel trionfo di asineria che si sta cercando di costruire dal 1968.

Che la “buona scuola” targata Renzi-Giannini lasciasse non poche perplessità sull’aggettivo era chiaro, ma il suddetto passaggio dà il colpo di grazia a quello che dovrebbe essere uno dei momenti fondamentali per la formazione di uno studente.

Il primo sbaglio consiste nell’attribuzione dei crediti che andranno a concorrere alla composizione della votazione finale dello studente, infatti diminuirà l’incidenza della media dei voti scolastici e aumenterà quella dell’alternanza tra scuola e tirocinio lavorativo. Se, infatti, far prendere confidenza allo studente con quello che sarà il mondo del lavoro, questo provvedimento farà venir meno la ragione stessa per la quale ci si reca a scuola: lo studio e l’apprendimento. Nei fatti, gli studenti che dedicheranno impegno, passione e dedizione nello studio delle materie proposte, ottenendone votazioni notevoli e corrispondenti alla loro determinazione saranno alla stregua di poveri fessi, in quanto solo facendo al meglio l’attività extrascolastica potrebbero trovarsi ad avere gli stessi crediti di un loro compagno di classe con la media del 6, che usufruisce della scuola come si usufruirebbe di un parcheggio.

Un altro aspetto quanto mai deleterio, oltre al fatto che alle medie ed alle elementari sarà impossibile bocciare salvo casi eccezionali, consiste nel criterio di ammissione all’esame di stato. Se infatti fino alla maturità del 2017 è indispensabile avere, almeno, la sufficienza in ogni materia, dal 2018 basterà avere la media complessiva del 6. In pratica: “ragazzi non provateci nemmeno ad essere, almeno, minimamente decenti”!

La cosa si fa ancora più tragica in sede di esame.

Per quanto riguarda lo scritto, si avranno solamente le prime due prove. Tra queste la prima prova consisterà, con ogni probabilità poiché in merito si attende ancora un decreto definitivo, nella stesura di un testo argomentativo a carattere artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico o tecnologico. Per uno studente, soprattutto lo studente di un liceo classico, conoscere la differenza tra un’analisi del testo, un saggio breve, un articolo di giornale, un testo espositivo a carattere storico o un testo espositivo di attualità, sarà soltanto un surplus. La terza prova sarà, appunto eliminata, vi sarà una prova invalsi al quarto anno (di dubbia utilità per la tempistica) che testerà la preparazione dello studente in Italiano, Matematica ed Inglese.

Infine, la tesi sarà sostituita da una relazione concernente l’esperienza extrascolastica di tirocinio.

In pratica si toglierà allo studente l’unica possibilità di dimostrare di aver acquisito senso critico lungo il suo percorso da liceale, senso critico che distingue una persona di forte comprensione da una solamente capace di assorbire nozioni.

Il “nuovo esame di maturità” impoverisce gli studenti sotto tre differenti aspetti.

Lo studio potrebbe essere concepito come qualcosa di meramente opzionale e le buone valutazioni conseguenti potrebbero essere reputate inutili, cosa servirà applicarsi nello studio, ottenere buoni voti se poi un bravo studente con la media del 9 sarà considerato alla stregua di un lazzarone con la media del 6? E soprattutto quale sarà il prossimo passo? Basterà essere ammessi con il 6 politico per classe? Sembra di sentirlo Mario Capanna ridere sotto i baffi.

Inoltre, lo studente verrà privato della possibilità di dimostrare di aver acquisito senso critico e di aver capacità di rielaborare le informazioni e le nozioni ottenute nel corso dei cinque anni. Il rischio è di renderlo schiavo della sua erudizione e di impoverirlo nella comprensione e della capacità di astrazione nello studio di un dato fenomeno. Il suo bagaglio culturale potrebbe ridursi ad un insieme male organizzato di conoscenze su una determinata questione, ma ad esse sarà totalmente incapace di conferire una logica ed una cornice interpretativa.

Potrebbe ridursi ad un cittadino de potenziato ed indebolito e più cittadini indeboliti danno vita ad una collettività indebolita, una collettività indebolita dà origine a sua volta ad una democrazia indebolita.

 

 

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