i libri di totalità

Rassegna mensile di novità librarie: febbraio 2017

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: febbraio 2017

Giuseppe Parlato, La Fiamma dimezzata. Almirante e la scissione di Democrazia Nazionale  (Luni, pagg. 320, Euro 24,00)

È vero, come si è detto per quarant’anni, che la Democrazia cristiana provocò e finanziò la scissione del 1976 nella quale più di metà dei parlamentari missini passarono a Democrazia Nazionale, il nuovo partito moderato di destra? Quanto influì il dissenso dei moderati verso la linea politica di Almirante in quella scissione, che in proporzione fu la più rilevante a livello parlamentare nella storia della Repubblica? Quanto fu determinante il discorso culturale che contrappose la scelta della democrazia perseguita dai moderati alle suggestioni aristocratiche e rivoluzionarie dei seguaci di Evola? Di tutto questo si parla in questo libro. Per la prima volta Parlato apre gli archivi del Msi alla ricerca delle vere ragioni della scissione ma in realtà scrive la storia della destra italiana degli anni Settanta con tutte le illusioni e con le occasioni mancate che pesarono sulla successiva storia d’Italia.

Tom Wolfe, Il regno della parola (Giunti, pagg. 192, Euro 18,00)

Prima di essere uno dei più importanti scrittori americani contemporanei, Tom Wolfe è stato un eccezionale giornalista. Adesso, da vero maestro della narrazione, ha deciso di occuparsi del suo straordinario strumento di lavoro: il linguaggio. Con sprezzo del pericolo e irriverente euforia, Wolfe si avventura verso i territori più sacri del sapere contemporaneo per sovvertirne i paradigmi, sostenendo che non è l'evoluzione della specie ad aver condotto l'umanità alle sue prodigiose conquiste, bensì il linguaggio.

Da Alfred Russel Wallace - l'autodidatta che arrivò a elaborare la teoria della selezione della specie prima di Charles Darwin ma poi la abbandonò proprio perché non riusciva ad applicarla al linguaggio umano - ai neodarwinisti, che per anni hanno sostenuto che nella nostra mente esiste una ''grammatica universale'' pronta a evolversi, Wolfe ripercorre il cammino degli scienziati che hanno più volte fallito nel tentativo di spiegare il miracolo delle parole. Fino ad arrivare al presente e alla figura di un altro ''outsider'', l'antropologo Daniel Everett, che ha vissuto per anni nella giungla amazzonica per studiare la lingua pirahã, le cui rarissime caratteristiche dimostrerebbero l'infondatezza delle tesi di uno dei più carismatici linguisti e pensatori contemporanei: Noam Chomsky. Un fondamentale paradigma del pensiero contemporaneo viene, sotto i nostri occhi, messo in discussione con l'eleganza, l'intelligenza, la brillantezza proprie di un grande scrittore. Il regno della parolaè un saggio che si fa appassionante racconto - ed è al tempo stesso una dimostrazione tangibile, pagina dopo pagina, riga per riga, di quanta energia e allegria possano nascere giocando con le più potenti armi che tutti noi abbiamo a disposizione, le parole. 

MONDO

Joby Warrick, Bandiere nere. La nascita dell’ISIS (La nave di Teseo, pagg. 604, Euro 22,00)

Quando, nel 1999, il Governo della Giordania concesse l’amnistia a un gruppo di prigionieri politici detenuti in un carcere di massima sicurezza in mezzo al deserto, non aveva la minima idea che tra di essi ci fosse anche Abu Musab al-Zarqawi, un terrorista capace di diventare in pochi anni l’architetto del movimento più pericoloso del Medio Oriente prima, e del mondo intero poi.

Bandiere nere di Joby Warrick mostra in modo magistrale come la determinazione di un solo uomo e gli errori strategici dei presidenti americani George Bush e Barack Obama abbiano permesso che le bandiere dell’ISIS si issassero sull’Iraq e la Siria, prima di spargere sangue in tutto il mondo.

Sulla base di informazioni ad altri inaccessibili, ottenute sia da fonti giordane che della CIA, Warrick tesse un’avvincente e dettagliata cronaca – attimo dopo attimo, fatto dopo fatto – della nascita e crescita di un mostro che ha adepti in tutto il mondo, e che sta colpendo tanto l’Europa e gli Stati Uniti, quanto l’area mediorientale e oltre. Una storia raccontata dal punto di vista di spie, diplomatici, agenti dei servizi segreti, generali e capi di stato, molti dei quali compresero in anticipo la minaccia, ne intravidero la maggiore pericolosità rispetto a quella di al-Qaida, cercarono di arrestarne in tempo la violenza, ma non vennero ascoltati. Bandiere nere rivela in modo definitivo, avvincente e accessibile il lungo arco di vicende che ha portato alla costituzione della trama terroristica più pericolosa che l’Occidente abbia mai conosciuto.

GEOPOLITICA

Salvatore Santangelo, Gerussia. L’orizzonte infranto della geopolitica europea (Castelvecchi, pagg. 192, Euro 18,50)

Il rapporto tra la Germania e la Russia, le due vere potenze europee. Queste pagine ricostruiscono la storia e l’attualità di uno degli snodi politici più importanti del nostro tempo. L’analisi risale alle radici e alle ferite storiche della relazione tra Mosca e Berlino, per arrivare agli sviluppi degli ultimi anni, nel nuovo quadro emerso dalla crisi dell’equilibrio unipolare e dall’affermazione di due forti leadership politiche, quelle di Angela Merkel e di Vladimir Putin. Dalle immagini drammatiche degli stermini e delle macerie fumanti di Stalingrado e di Berlino fino agli odierni intrecci politici, economici e culturali tra russi e tedeschi, Gerussia disegna una scacchiera viva, fatta di calcoli, interessi e strategie, da cui dipenderà in larga misura il futuro dell’Europa.

TEMPI MODERNI

Alain de Benoist, Il valore delle religioni (Idrovolante, pagg. 101, Euro 12,00)

In diversi paesi del mondo il numero di chi si definisce non religioso è in aumento, il che lascia presagire un futuro incerto per la religione istituzionale. Le violenze e gli orrori causati o promossi dalla religione, gli scandali sessuali che coinvolgono leader religiosi e altri fattori meno evidenti spingono sempre più persone a chiudere i conti con il culto. Eppure, proprio mentre le credenze religiose sembrano sgretolarsi, non facciamo altro che parlare di una sorta di ritorno del "fondamentalismo" e di "scontro tra civiltà", specie quando ci si trova di fronte a fatti di cronaca nera eclatanti. Nella realtà, dunque, non si è mai parlato tanto di religione da quando questa, almeno nell'Europa occidentale, sembra aver perso l'ascendente che aveva un tempo. Proprio quell'Occidente che ha bisogno di chiedersi quale sia davvero il valore della religione.

ECONOMIA

Luca Piana, La voragine. La folle scommessa dei derivati di Stato. I contratti segreti con le banche. Il buco nei conti pubblici di cui nessuno parla (Mondadori, pagg. 168, Euro 17,00)

Più di 23 miliardi di euro. È questa la cifra che lo Stato italiano ha perso in soli quattro anni, dal 2011 al 2015, sui contratti derivati sottoscritti dal Tesoro con grandi banche d'affari internazionali. Un fiume di denaro destinato purtroppo a ingrossarsi, visto che da qui al 2021 sono più che probabili ulteriori perdite per altri 24 miliardi di euro. Ma cosa sono i «derivati», di cui spesso si sente parlare e di cui altrettanto spesso si ignora l'esatto significato? Qual è la differenza fra uno swap e una swaption, fra un Cross currency swap e un Interest rate swap? Luca Piana scava nel mondo sommerso della finanza e ne rivela metodi e strumenti, tra cui appunto i derivati, che il guru americano Warren Buffett, uno dei più quotati gestori di patrimoni al mondo, ha definito «armi finanziarie di distruzione di massa». Ricostruisce quando il governo centrale – ma anche Regioni, Province e perfino microscopici Comuni – hanno cominciato a usarli e per quali motivi. E spiega perché, a un certo punto, hanno avuto effetti così devastanti sulle casse pubbliche, oltre che su quelle delle amministrazioni locali. In particolare vengono ricostruiti i dettagli dei derivati sottoscritti dallo Stato italiano con la banca d'investimento americana Morgan Stanley, che hanno costretto il Tesoro a sborsare ben 3,1 miliardi di euro, versati per giunta proprio nel momento in cui l'allora premier Mario Monti stava fronteggiando il rischio di non poter più pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Senza dimenticare che al Parlamento e all'opinione pubblica è sempre stata ed è tuttora negata la possibilità di prendere visione di questi contratti, rendendo di fatto impossibile una valutazione piena e trasparente della gravità della situazione. E, soprattutto, impedendo agli esperti di analizzare le ragioni che hanno spinto i dirigenti dello Stato italiano a imbarcarsi in operazioni dal profilo di rischio elevato, in alcuni casi addirittura speculativo.Ma se molti aspetti di questa complessa vicenda restano ancora oscuri, una cosa è chiara fin d'ora: nei conti pubblici del nostro Paese si è aperta un'immensa voragine, e la colpa è da addebitare – almeno in parte – ai derivati e, quindi, ai governi della Seconda Repubblica che li hanno sottoscritti.

PENSIERO FORTE

Autori vari, Dizionario elementare del pensiero pericoloso (Istituto di apologetica, pagg. 225, Euro 25,00)

Dizionario elementare del pensiero pericoloso si va ad affiancare al precedente Dizionario elementare di apologetica. Il libro  è suddiviso in circa 200 voci, ad opera di una quarantina di autori, dedicate a personaggi della storia o dell’attualità il cui pensiero, in tutto o in parte, presenta una problematicità tale da poter essere considerato pericoloso, appunto, rispetto a tre punti fondamentali: la dottrina cattolica, la legge naturale ed il realismo filosofico. Accanto ai soliti Marx, Freud e Nietzsche, si trovano lemmi dedicati ad alcuni autori o personaggi apparentemente “insospettabili”, come Maritain, Milani e Cantalamessa. Proprio la presenza di voci come queste evidenza quella che è la caratteristica più saliente di quest’opera, nata per servire la verità senza riguardi ai dettami del “politicamente corretto” e senza, per così dire, peli sulla lingua. Come sottintende il titolo stesso del libro, le voci non hanno alcuna pretesa di essere in qualche modo esaustive, ma di fornire alcune informazioni di base in merito agli autori trattati, illustrando in modo particolare gli aspetti del loro pensiero intellettualmente e dottrinalmente più pericolosi e proponendone, nei limiti dello spazio concesso da un’opera sintetica di consultazione, un’analisi critica. Un volume da possedere e studiare, che fornisce nuove formidabili munizioni all’arsenale di quanti mal sopportano il politicamente corretto.

IDEOLOGIA

Enzo Traverso, Malinconia di sinistra. Una tradizione nascosta (Feltrinelli, pagg. 256, Euro 25,00)

Nell'Ottocento la sinistra viveva la speranza, la fede nel progresso, la convinzione di dominare le leggi della storia, l'orgoglio di saper combattere lotte giuste e vittoriose. Nel Novecento il panorama cambia radicalmente. La sinistra incarna ormai lo spirito del dubbio, la constatazione che la storia è imprevedibile, la consapevolezza che i totalitarismi possono nascere e rinascere in ogni istante. Essere di sinistra significa ormai abbandonare le speranze false e ideologiche; essere di sinistra significa essere critici, sapersi esporre senza finzioni alla dura prova della realtà, tenere gli occhi bene aperti davanti alla catastrofe. Essere di sinistra diventa sinonimo di essere malinconici. Enzo Traverso rianima quella galassia in tutte le sue sfaccettature; riattraversa il pensiero dei mostri sacri della sinistra, Marx, Lenin, Trockij, Benjamin, Bensaïd; si immerge nel cinema di Theo Angelopoulos e Ken Loach; analizza i murales messicani di Diego Rivera e la statuaria dei regimi sovietici; attinge alla cartellonistica politica e ai ritornelli della propaganda lontana e recente. E riemerge dal suo viaggio dando di quella malinconia di sinistra una nuova lettura, facendone uno stile di pensiero e una forma di vita.

STORIA

Silvio Berardi, Il socialismo mazziniano. Profilo storico-politico (La Sapienza Università Editrice, pagg. 240, Euro 20,00)  

Nel 1908, per la prima volta, il pensiero e l’opera di Giuseppe Mazzini trovarono una compiuta interpretazione socialista. Il saggio del sindacalista rivoluzionario Alfredo Bottai mirava, infatti, a conferire una diversa prospettiva al magistero del patriota genovese. Egli si prefiggeva, con il suo scritto, di affermare l’esistenza di un socialismo italiano interclassista, fondato sull’associazionismo, che traeva le sue origini dai padri del Risorgimento democratico, sorto quando Karl Marx non aveva ancora posto le basi del suo socialismo scientifico. Il lavoro di Bottai incontrò molteplici consensi all’interno del Partito Repubblicano Italiano e numerosi suoi esponenti, ancor prima dell’inizio dell’età fascista, si prodigarono per l’attuazione dei punti programmatici in questo contenuti. Soltanto, però, all’indomani della seconda guerra mondiale, il socialismo mazziniano poté trovare una organica teorizzazione scientifica grazie all’opera di Giulio Andrea Belloni, segretario del Pri nel 1946 e fondatore della rivista «L’Idea Repubblicana». Belloni divenne il leader indiscusso della sinistra repubblicana, ovvero dei socialisti mazziniani, i quali si proponevano la realizzazione di un terzaforzismo che riteneva improrogabile l’attuazione di un’integrale riforma agraria e lo sviluppo dell’azionariato operaio. Un terzaforzismo capace di coinvolgere anche tutti quei socialisti, come Gaetano Salvemini, disponibili alla nascita di una concentrazione laica, riformista e progressista, alternativa sia al Pci che alla Dc.

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Federico Goglio, Di qui non si passa. Alpini d’Italia (Ritter, pagg. 134, Euro 30,00)

La gloriosa storia del Corpo degli Alpini comincia ufficialmente nel 1872, composto da quindici compagnie utilizzate per la difesa permanente dei confini continentali d’Italia. L’esigenza difensiva della zona alpina richiedeva soldati con una specifica conoscenza dei territori, allenati agli sforzi che la vita di montagna richiedeva, addestrati mentalmente alla sopportazione di un clima ostile. Il battesimo del fuoco per questo corpo montano avvenne sugli assolati altipiani africani; fu l’eroica difesa di Adua a saggiare le capacità combattive degli alpini. La partecipazione all’impresa libica (1911), la resistenza agli austriaci nella Prima guerra mondiale, le campagne di Grecia e Russia durante il secondo conflitto, ne attestarono il valore militare e la dedizione alla Patria. Fu soprattutto la Grande Guerra, combattuta sulle cime innevate e ghiacciate, con i camminamenti ed il filo spinato aggrappati ai ripidi pendii, le postazioni e le fortificazioni costruite nel cuore dei monti, che confermò il rapporto privilegiato, il connubio animico tra l’alpino e la montagna. Quest’opera è completata da centinaia di fotografie scattate sui luoghi simbolici per gli alpini della Prima guerra, una panoramica dei campi di battaglia oggi divenuti musei all’aperto.

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Roberto Rago, Terni: La Città Dinamica. Dalla lotta di classe al consenso 1919-1936 (Morphema, pagg. 512, Euro 25,00)

Il libro è frutto di un lavoro appassionato che ricostruisce la realtà storica di Terni, città a vocazione siderurgica, che si guadagnò per le prestigiose Acciaierie, l’appellativo di “Manchester italiana”. Nel periodo che va dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento(1919), la città di Terni ha conosciuto da subito, un’adesione lenta ma costante, nei confronti del nuovo movimento politico. Infatti, numerosi sono stati i ternani che parteciparono alla “Marcia su Roma”. Il saggio recupera due personaggi importanti, dal punto di vista economico, sociale e politico: l’ingegner Arturo Bocciardo, che da Amministratore delegato della Soc. “Terni”, ne diventò, poi, il Presidente, catalizzando gli interessi locali e nazionali e, con l’appoggio diretto di Mussolini, di cui fu uno dei primi sostenitori. Egli riuscì a fagocitare l’Amministrazione locale della città, e a sedare la riottosa classe operaia di sinistra. L’ing. Bocciardo diventò in pochissimi anni il deus ex machina della siderurgia italiana e attraverso “l’irizzazione dell’Acciaieria”, legando così per decenni, il destino della fabbrica con quello della “città dinamica”. Dall’altra parte troviamo la medaglia d’Oro al Valor Militare, Elia Rossi Passavanti che, come legionario partecipò nell’impresa fiumana, al fianco di G. D’Annunzio, e grazie a quest’ultimo ed alla personale attività politica, sedette in Parlamento prima, e poi accentrando su di sé, molte delle cariche del PNF locale. Fu tra i promotori della elevazione di Terni a Provincia del Regno, ottenendo a coronamento della sua carriera politica, la nomina a primo Podestà ternano. Interessante diventa l’approccio nei confronti dell’iconografia di cui il Fascismo si servì.

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Enrico LandoniGli atleti del Duce. La politica sportiva del fascismo 1919-1939 (Mimesis, pagg. 220, Euro 22,00)

Perfetta osmosi tra sport e politica, efficace riassetto dei quadri federali e del Coni, valorizzazione professionale ed istituzionale di tutte le figure coinvolte nell’impresa sportiva e selezione accurata degli atleti, nel segno dell’innovazione tecnica e metodologica. Ecco alcuni dei tratti distintivi di quell’unicum ideologico e organizzativo messo in campo dalla politica sportiva del fascismo, risultato di una complessa sintesi di pragmatismo, spregiudicatezza, competenza e modernità.
Di qui l’elaborazione di un modello vincente e innovativo, destinato a suscitare la curiosità, l’interesse e addirittura l’ammirazione di gran parte dei Paesi europei e degli Stati Uniti; e allo stesso tempo capace di condizionare pesantemente il successivo sviluppo dello sport italiano che, nel dopoguerra, attraverso la lente distorcente di un forte e durevole pregiudizio ideologico e culturale, sarebbe stato visto come un ingombrante retaggio del regime.
Un pregiudizio che soltanto una rigorosa e accurata ricostruzione storica può contribuire a rimuovere.

                                                                      ***

Elena Aga Rossi, Cefalonia. La resistenza, l’eccidio, il mito (Il Mulino, pagg. 256, Euro 22,00)

La sorte della Divisione "Acqui", decimata dai tedeschi a Cefalonia e a Corfù nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre 1943, è da oltre settant'anni oggetto di studi e di controversie. La resistenza che la "Acqui" oppose ai tedeschi è da una parte considerata il primo episodio della lotta di liberazione, e dall'altra un atto irresponsabile in cui le motivazioni e i ruoli dei diversi protagonisti italiani non appaiono chiari e univoci. Ciò ha generato una "memoria divisa" del sacrificio della "Acqui" su cui si continua a discutere accesamente. Avvalendosi di nuove fonti, il libro ricostruisce giorno per giorno la vicenda, analizzando i comportamenti dei singoli protagonisti, italiani e tedeschi, e mette in luce come, anche attraverso aggiustamenti e falsificazioni, nel dopoguerra venne costruito il mito di Cefalonia.

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Roberto Mancini, Josef Tiso con il popolo e per il popolo (Ritter, pagg. 163, Euro 16,00)

 

In questo lavoro dedicato a Josef Tiso, leader della Slovacchia dal 1939 al 1945, si narrano le vicende di un personaggio rimasto ingiustamente del tutto sconosciuto per un oblio voluto dai vincitori della Seconda Guerra mondiale. Sostanzialmente un moderato, animato però da un sincero e intransigente patriottismo, un appassionato amore nei confronti della propria terra e di quelle tradizioni e costumi che volle difendere a tutti i costi. Fino a pagare le sue scelte con la sua vita.

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Paolo Buchignani, Ribelli d'Italia. Il sogno della Rivoluzione da Mazzini alle Brigate rosse (Marsilio, pagg. 416, Euro 19,50)

Perché ancora oggi in Italia stenta ad affermarsi una cultura politica riformista?
Per quale motivo persistono, tanto a destra quanto a sinistra, consistenti tracce di populismo e di estremismo? Perché abbiamo avuto il più grande Partito comunista dell’Occidente e non è riuscita a mettere radici una solida socialdemocrazia di tipo europeo? E su quale terreno affonda le radici il terrorismo, da noi così virulento?
Il tentativo di rispondere a queste domande, più che mai attuali, non può prescindere da un’analisi della storia del nostro Paese che ponga al centro il mito della rivoluzione. Un mito non soltanto italiano, ma che in Italia si è dimostrato particolarmente vitale e incisivo. Un’idea potente e trasversale, fonte allo stesso tempo di grandi speranze e di luttuose tragedie: la patologia di un secolo, il Novecento, segnato da guerre e totalitarismi. In questo libro Paolo Buchignani traccia un percorso che, dal Risorgimento agli anni di piombo, mostra la fortuna e la longevità della rivoluzione: «tradita», «incompiuta», via via corredata da varie denominazioni, così seducente e popolare da essere stata per tanto tempo, più o meno consapevolmente e strumentalmente, abbracciata anche da coloro che rivoluzionari non erano. Emerge con forza come, al di là della volontà di uomini, partiti, élite intellettuali, spesso mossi da sincere intenzioni di rinnovamento e di giustizia sociale, il richiamo alla rivoluzione abbia avuto esiti deleteri e abbia costituito un ostacolo rispetto all’affermazione di una cultura politica autenticamente democratica e riformista. Una cultura di cui, specialmente in questa fase storica, si avverte la necessità, per affrontare con efficacia le drammatiche sfide del nostro tempo.

                                                                      ***

Rosario Priore e Valerio Cutonilli, I segreti di Bologna. La verità sull’atto terroristico più grave della storia d’Italia  (Chiarelettere, pagg. 288, Euro 16,00)

È arrivato il momento, dopo trentasei anni, di spiegare fatti rimasti finora in sospeso. Gli italiani hanno assistito inermi ad attentati di ogni genere: omicidi di militanti politici, poliziotti, magistrati. E stragi crudeli, terribili, come quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti e che, nonostante la condanna definitiva dei tre autori, continua a essere avvolta nel mistero.
Dopo interminabili indagini giudiziarie e rinnovate ipotesi storiografiche, gli autori di questo libro, esaminando i materiali delle commissioni Moro, P2, Stragi, Mitrokhin, gli atti dei processi e degli archivi dell’Est, e documenti “riservatissimi” mai resi pubblici, hanno tracciato una linea interpretativa sinora inedita, restituendo quel tragico evento a una più ampia cornice storica e geopolitica, senza la quale è impossibile arrivare alla verità.
La loro inchiesta chiama in causa la “doppia anima” della politica italiana, le contraddizioni generate dalla diplomazia parallela voluta dai nostri governi all’inizio degli anni Settanta e, in particolare, lo sconvolgimento degli equilibri internazionali provocato dall’omicidio di Aldo Moro, vero garante di un patto con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina finalizzato a evitare atti terroristici nel nostro paese. Senza questo viaggio a ritroso nel tempo è impossibile capire la stagione del terrorismo italiano culminata nell’esplosione del 2 agosto 1980.

CLASSICI

Pierre-Joseph Proudhon , La proprietà è un furto. Scritti sulla proprietà (Circolo Proudhon, pagg. 191, Euro 13,00)

Una raccolta degli scritti più significativi e polemici di Pierre-Joseph Proudhon sul tema della proprietà. Queste riflessioni fanno dell’operaio autodidatta di Besançon, cresciuto con le mani sporche di terra e d’inchiostro, uno tra i più innovativi e brillanti rivoluzionari che hanno animato il panorama culturale ottocentesco. Una personalità infaticabile, intellettualmente emancipata dalle ortodossie ideologiche e avversa alle forzature schematiche del marxismo, che ha criticato il materialismo storico e spaccato il socialismo fino a dividere la Prima Internazionale dei Lavoratori in marxisti e proudhoniani. Con queste righe riscopriamo un pensiero vivo e pluralista, in rivolta contro l’alienazione della proprietà dalla dimensione del lavoro, contro lo Stato, i partiti e ogni centralizzazione del potere; un pensiero che, oggi, ci parla ancora, mentre vediamo le autonomie locali, il commercio di prossimità e il credito cooperativo distrutti dalle grandi concentrazioni di capitale e dalla speculazione, e le libertà individuali assorbite da entità burocratiche che evadono i confini nazionali.    

SIMBOLI

Claudio Mutti, Simboli dell’Impero (Edizioni del Veltro, pagg. 98, Euro 18,00)

Dopo l’interpretazione del Battistero di Parma, l’autore legge in chiave simbolica i bassorilievi e le sculture del Duomo fidentino, opera anch’esso della bottega antelamica e dedicato a San Donnino martire. La facciata della Cattedrale diviene così un manifesto per l’Impero, la celebrazione della funzione metapolitica imperiale, l’esaltazione della figura che fonde in sé autorità sacerdotale e potere temporale. Donnino morì decollato e come altri santi martirizzati allo stesso modo – Giorgio, Maurizio, Giovanni il Battista - ha relazione con la cavalleria, nel rito d’iniziazione che avveniva con la collata e lo schiaffo simbolico. La cerimonia d’investitura si fondava sull’associazione della testa all’anima individuale, alla parte condizionata dell’uomo che andava trascesa per realizzare stati superiori dell’essere. La regalità viene attestata nelle figure dei tre Magi, che nei doni allegorici riconoscono in Cristo le qualità di Re, sacerdote e profeta; nell’ascensione pontificale di Alessandro Magno; nell’arcangelo guerriero Michele; nella leggenda di Ercole e nell’incoronazione di Carlo Magno. I personaggi ritratti sul Duomo completano la dottrina del Sacro Impero, nella pienezza delle possibilità sia sull’asse orizzontale che su quello verticale; essi sono rex in quanto regolatori dell’ordine cosmico e sociale, e pontifex in quanto tramite fra lo stato umano ed il sacro.

MITI

Piero Boitani, Il grande racconto di Ulisse (Il Mulino, pagg. 668, Euro 55,00)

«Sono Odisseo, figlio di Laerte, noto agli uomini per tutte le astuzie, la mia fama va fino al cielo». La figura che ha letteralmente afferrato l’immaginario occidentale sino a plasmarne le fondamenta culturali è inafferrabile. Eroe dal multiforme ingegno, Ulisse continua ad affascinarci proprio per questo. Dall’isola di Calipso a quella dei Feaci, dall’accecamento di Polifemo al canto delle Sirene, dai sortilegi di Circe alla discesa nell’Ade, al drammatico incontro con i mostri Scilla e Cariddi, per giungere alla strage dei Proci e al riconoscimento finale con Penelope: nel suo lungo errare durante il viaggio di ritorno a Itaca va incontro ad avventure strabilianti, ponendosi come il campione dell’intelligenza, della conoscenza, dell’esperienza, della virtù etica e della sopravvivenza. Ma la vera attrazione magnetica che ancora oggi il personaggio mitico continua a esercitare su di noi è quella delle sue metamorfosi nel tempo (una su tutte: il folle volo dantesco), delle sue «ombre» che si allungano nel cinema, nella poesia, nel romanzo, nell’arte, così come nella scienza e nella filosofia. Ulisse è ovunque, il suo vero viaggio – come testimonia questo libro con il suo appassionato e coltissimo inseguire l’eroe in epoche e mondi diversi – è senza fine.

FANTASY

Società Tolkieniana Italiana, Dizionario dell'universo di J. R. R. Tolkien (pagg.448, Euro 15,00)

Quando ci s'inoltra in un territorio, non tanto ignoto quanto anche semplicemente nuovo o non del tutto conosciuto, ci si rifornisce di cartine, guide e dizionari, in modo da affrontare ben attrezzati l'esperienza, e non correre il rischio di perdersi. Tanto più se questo territorio invece che essere reale è totalmente immaginario, ma di un tipo di immaginazione che è andata nel corso degli anni così ben strutturandosi da diventare qualcosa di simile a una pseudorealtà: è quanto è avvenuto per la Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien. Questo dizionario è un po' tutto insieme una guida, un vocabolario e un baedeker, in cui si alternano in ordine alfabetico brevi "voci" e interventi più ampi, piccoli saggi dedicati ad argomenti o personaggi. Introduzione di Gianfranco de Turris.

CINEMA

Attilio Cucchi, Ali e pellicole. La cinematografia aviatoria nel Terzo Reich (Effepi, pagg. 92, Euro 20,00)

La nascita della Luftwaffe, resa pubblica agli inizi del ’35, segnò uno dei momenti più importanti del rinnovato Reich germanico, di esaltazione per le capacità scientifiche e tecnologiche del popolo tedesco, teso alla riscossa dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale. L’immagine della rinata arma aerea fu curata e magnificata attraverso la propaganda cinematografica ed i cinegiornali, la distribuzione di pellicole che narravano le gesta eroiche dei piloti imperiali nella Grande guerra – Von Richtofen, Ernst Udet –, le imprese dell’aviazione nazista in Spagna e nelle prove belliche successive. In realtà, per sfuggire alle tenaglie di Versailles, i governi tedeschi operarono con varie astuzie: inviando ufficiali e piloti ad addestrarsi in territorio sovietico (in base al trattato di Rapallo) e dal 1933 in Italia; invitando le imprese nazionali a sviluppare aerei da combattimento in filiali all’estero; formando clandestinamente gli aviatori presso associazioni sportive private. Il libro ricorda i più famosi assi tedeschi del volo con le statistiche delle loro prodezze, i principali film di soggetto aviatorio ed è completato da un DVD video con le immagini più salienti.

RIVISTERIA

EURASIA. Rivista di studi geopolitici

MIGRAZIONI O INVASIONI?

dicembre 2016, 208 pagine, Euro 18,00.

Questo numero della rivista Eurasia è dedicato integralmente all’invasione migratoria, un fenomeno che dalle analisi dei redattori risulterà non essere spontaneo, ma sarà il frutto di un preciso disegno per destabilizzare l’Europa economicamente e scompaginarne la struttura culturale ed etnica. Nell’editoriale del direttore Claudio Mutti, dopo aver esaminato le categorie storiografiche di “invasione barbarica” e di “migrazione di popolo”, ad esse si aggiunge il concetto di “migrazione coatta progettata”. Vale a dire movimenti di popoli creati artificialmente e manipolati per estorcere concessioni politiche ed economiche a Stati presi di mira, come candidamente ammesso dal finanziere George Soros. L’excursus richiama le migrazioni rituali fatte a scopo purificatorio, il ver sacrum delle popolazioni italiche, quando una generazione veniva consacrata – di solito a Marte – e costretta a conquistarsi nuovi spazi vitali. Dai saggi storici sull’arrivo dei Longobardi in Italia e sulle incursioni ungare in occidente, al piano Kalergi sul futuro meticcio dell’Europa, si ritorna all’attualità con i problemi connessi all’accoglienza/integrazione degli extraeuropei. Nell’articolo di De Benoist si svela il volto del capitalismo finanziario dietro l’immigrazione, spiegandola con l’esigenza di nuova manodopera a basso costo.

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