Editoriale

Le minacce di Ankara: e l'Occidente sta a guardare, anzi finge di non sentire.

Sempre più inaccettabili l'atteggiamento e le minacce del presidente turco Erdogan, alla vigilia di un importante referendum costituzionale.

Luca  Costa

di Luca  Costa

residente Erdogan accusa i governi di Germania e Olanda di atteggiamento neo-nazista”. Amsterdam e Berlino non avevano autorizzato i meeting di propaganda elettorale del ministro degli Esteri turco, voluti da Ankara in occasione dell’ormai prossimo referendum costituzionale del 16 aprile

 Si avvicina il referendum in Turchia per confermare la riforma voluta da Erdogan: riforma costituzionale che mira ad instaurare un marcato presidenzialismo in grado di garantire il potere al novello sultano fino al 2029.

Sono ovviamente chiamati a votare anche i due milioni e mezzo di turchi residenti in Europa. Molti di questi hanno ormai ottenuto la cittadinanza di uno stato membro dell’UE.

Con un’abile e spregiudicata operazione di propaganda, Erdogan ha incaricato il suo ministro degli Esteri Cavusoglu di organizzare meeting elettorali nei paesi che ospitano il maggior numero di connazionali.

Ancora scottate dagli attacchi di qualche mese fa sull’integrazione dei turchi in seno alla civiltà europea, quando Erdogan non esitò a definire crimine contro l’umanità la volontà tedesca di integrare i turchi-tedeschi (e sottolineo tedeschi) alla cultura e al modo di vita europeo, Olanda e Germania si sono rifiutate di autorizzare l’intervento del ministro Cavusglu.

In breve, integrare cittadini tedeschi (o turco-tedeschi) al modello di vita tedesco è un crimine contro l’umanità. Interessante punto di vista. Non dimentichiamo che lo stesso Erdogan intima senza sosta ai suoi concittadini emigrati in Europa di non rinunciare allo stile di vita islamico.

 In risposta al veto olandese e tedesco, il leader turco ha rilasciato  dichiarazioni infuocate che, ad avviso di chi scrive, sarebbero state sufficienti per richiamare tutti gli ambasciatori di stati membri dell’UE e imporre all’unanimità una pubblica ritrattazione unita a pubbliche scuse.

 

Il 16 marzo, in occasione di un discorso pronunciato dalla piazza di Eskisehir e rivolto ai turchi d’Europa, Erdogan lancia un appello alla colonizzazione demografica del continente:

Non fate tre figli! Fatene cinque! Perché voi siete il futuro, l’avvenire dell’Europa!.

 Non dimentichiamo che lo stesso Erdogan, nel 1998, quando era sindaco di Istanbul si era rivolto in questi termini ai suoi correligionari:

I minareti saranno le nostre baionette! Le cupole i nostri elmi e le moschee le nostre caserme! Ogni musulmano sul suolo europeo sarà un presto un nostro soldato!”.

 Da notare che mai, in nessun caso, le dichiarazioni di Erdogan hanno suscitato la minima reazione o la minima indignazione da parte dei nostri governanti. I media, inoltre, hanno sempre taciuto o evitato ogni commento a questi espliciti appelli alla islamizzazione dell’Europa. Come mai? Non bisogna  dimenticare che nonostante l’odio ideologico di Erdogan nei nostri confronti, la Turchia (una dei principali finanziatori e formatori degli imam più estremisti che infestano le moschee salafite in Europa) è membro della NATO nonché cane da guardia dell’ordre établi imposto dagli Stati Uniti in medio-oriente in chiave anti-russa…

 

Ancor più intollerabile l’accusa di Erdogan (sempre del 16 marzo) di atteggiamento neo-nazista ai danni di Olanda e Germania, farcita di orride minacce al mondo occidentale e da un appello, neanche troppo velato, alla djihad:

 “Mi rivolgo agli europei. La Turchia non è un paese che si può offendere in questo modo. Non si può scherzare con il suo onore espellendo i suoi ministri. Il mondo intero assiste a ciò che sta accadendo. Se l’Europa continua a comportarsi così domani nessun europeo, nessun occidentale, potrà più fare un solo passo in sicurezza, serenamente, su nessuna strada del mondo. Noi Turchi chiediamo all’Europa di rispettare i diritti dell’uomo e la democrazia. Il comportamento dell’Olanda e della Germania è un comportamento neonazista!”

 

Queste aberranti affermazioni del presidente turco non hanno provocato nemmeno un parola di sostegno nei confronti dei governi e dei popoli di Olanda e Germania, accusati in modo grave e gratuito di nazismo! Dove sono finiti i politici europei? Davvero qualcuno vuole ancora convincerci che l’Unione Europea è una comunità di destino e di solidarietà tra popoli? Ah, bella solidarietà.

È ormai evidente come i diktat della NATO prevalgano su ogni vero interesse europeo quando si tratta di temi delicatissimi come l’islam e la politica estera. Un effetto serra ideologico che inquina la mente dei nostri politici e induce i media ad un silenzio assordante quanto imbarazzante.

Da sottolineare il comportamento inqualificabile della Francia del socialista Hollande, che invece di assumere coraggiosamente le stesse posizioni di Amsterdam e Berlino, permette al ministro turco di organizzare in tutta serenità una manifestazione di propaganda pro-Erdogan proprio a Metz! Cioè a soli trenta chilometri dalla frontiera tedesca!

La stampa politicamente corretta (Le Monde in primis) non ha ovviamente esitato a complimentarsi con il governo “per non aver gettato benzina sul fuoco”. La vigliaccheria sinistroide non ha limiti.

 

Ci sarebbe poi da riflettere seriamente sull’indipendenza dei nostri media, sempre pronti al linciaggio e alla stigmatizzazione quando si tratta di Putin e Orban, ma docili e mansueti quando si tratta di interrogarsi sulla legittimità di meeting organizzati da un semi-dittatore come Erdogan. I media fanno finta di non vedere e non sentire quando il novello sultano minaccia e offende i paesi europei? o quando incita i turchi della diaspora a non integrarsi, in vista di un ormai prossimo grand remplacement demografico? I media non hanno nulla da dire sull’occupazione turca di Cipro o sulla costante violazione dello spazio aereo greco da parte dei caccia di Ankara? Gli stessi media che tacciono sulla sistematica negazione da parte del governo turco dello status di rifugiati a siriani e iracheni, i quali vengono poi a ripresentare la stessa richiesta in Europa, in palese violazione del diritto internazionale.

 

Osservando la situazione attuale e l’atteggiamento dei nostri leader nei confronti di Erdogan, vengono in mente le parole di Winston Churchill dopo gli Accordi di Monaco, nel 1938, quando l’Europa non reagì alla prepotenza hitleriana:

“Potevamo scegliere tra il disonore e la guerra, abbiamo scelto il disonore e avremo la guerra”.

 

Il kemalismo è ormai morto e sepolto. In Turchia, grazie alla complicità americana (se il risultato del referendum confermerà la riforma costituzionale turca), tra sette anni Erdogan sarà ancora al potere. Tra sette anni ricorre il centenario dello scioglimento del califfato per opera di Mustafa Kemal Ataturk. Chissà se il “restauratore” dell’imperialismo ottomano saprà resistere alla tentazione di ricostituirlo…

 

Le ultime dichiarazioni di ieri non lasciano ben sperare:

 

“Tutti i dirigenti europei, il 2 aprile, sono stati in visita in Vaticano e hanno ascoltato sottomessi il Papa. Capite ora perché la Turchia non è mai stata ammessa nell’Unione europea? Ve lo dico chiaramente e francamente: perché si tratta di un’unione di Crociati! Un’unione alla quale la Turchia risponderà con il referendum del 16 aprile!”

 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 05/04/2017 10:14:14

    La vicenda della Turchia di Erdogan con il presunto golpe del 15 luglio scorso, e per il vero anche prima, dimostra con il cosiddetto Occidente finge di difendere le regole della democrazia. Erdogan è stato cullato proprio dell'Occidente, con il risultato di una Turchia antidemocratica e oramai repubblica islamica con un sultano. Naturalmente gli Usa , la Nato fanno finta di niente e continuano a" cullare" Erdogan per la posizione geopoltica di questo Stato.

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